Il 10 agosto 1909 ad Anaheim (California) nasce Clarence Leonida “Leo” Fender, colui che ha fondato la Fender Musical Instruments Corporation.
Fin da ragazzo Leo dimostra molto interesse per l’elettronica e si diletta riparare piccoli elettrodomestici per famigliari e amici della zona dove vive con la famiglia. Siamo a Fullerton, California, negli anni ’30 ed un giovane Leo Fender muove i suoi primi passi verso quella che sarà la nascita della sua creatura, la chitarra elettrica che come marca reca il suo cognome.
1950: Leo lancia la prima chitarra “solid body”
Quando Leo Fender e i suoi colleghi lanciarono la prima chitarra elettrica a corpo solido Fender nel 1950, quasi tutti quelli che la videro pensarono che fosse impazzito. I primi amplificatori Fender erano buoni, ma una chitarra a corpo solido era una cosa impensabile! Ogni musicista sapeva che le chitarre erano vuote. Avevano aria dentro, era ovvio, erano leggere e c’erano dei fori sulla parte superiore del top per far uscire il suono. Ogni produttore sapeva che per costruire una chitarra ci volevano maestria, abilità e attenzione nei dettagli: piegare i legni, intagliare o sagomare la parte superiore e posteriore, insomma costruire con cura una scatola magica che trasformasse ciò che i chitarristi suonavano in un qualcosa di meraviglioso. Dagli anni ’30, Rickenbacker, National, Gibson, Epiphone e altri marchi avevano prodotto alcune chitarre elettriche. Erano chitarre archtop hollowbody con pickup e controlli integrati, ma (con qualche rara eccezione) avevano avuto scarso effetto sui musicisti. Gibson ha da poco lanciato il modello ES-175.
Quel genio di Leo Fender, invece, sta pensando fuori dagli schemi
Decide infatti di realizzare una chitarra senza scatola: un’elettrica a corpo solido. La Rickenbacker aveva lanciato una chitarra in bachelite nel 1935, ma era piccola e goffa. Altri brand si stavano muovendo, piò o meno convinti e il chitarrista americano Les Paul (al secolo Lester William Polfuss, 1915-2009) si costruisce dei prototipi. Arriviamo al 1948. A Fullertone (in California) Paul Bigsby costruisce (per il chitarrista Merle Travis) una chitarra elettrica con un solido manico passante e con tutte e sei le meccaniche allineate su un lato della paletta. Si tratta, probabilmente, del modello (e anche dell’idea) che ha ispirato Leo Fender.
Leo aveva iniziato la sua vita lavorativa negli anni ’30 come contabile
Leo Fender non era idoneo al servizio militare durante la seconda guerra mondiale – perse un occhio a causa di una malattia infantile – e durante il conflitto bellico continuò a gestire il suo negozio di radio. Quando la guerra finì, gestì un’azienda di breve durata, la K&F, che produceva chitarre elettriche e amplificatori in acciaio lap-steel con il suo amico, il chitarrista Doc Kauffman. Ma nel 1946 ha già una nuova attività chiamata Fender Manufacturing. Leo continua a produrre acciai e amplificatori, ora con il suo nuovo logo Fender, e si espande in una nuova sede ubicata a Fullerton, California. Doc Kauffman nel frattempo abbandon la collaborazione perché è stufo dei modi risoluti e maniacali del lavoro di Leo, che è un uomo introverso e laborioso, incline a lunghe ore di lavoro. E che ama lavorare da solo perchè così riesce a sperimentare in continuazione. Per quanto lo riguarda, meno persone si mettono in mezzo a tutto questo, e meglio è. E in generale, Leo è – secondo lui – l’unico in grado di fare queste cose. Eppure non è nemmeno un chitarrista; infatti, Leo ha preso alcune lezioni di piano prima di provare il sassofono (mai seriamente) e non ha mai imparato a suonare la chitarra.
La sua geniale intuizione: creare una chitarra affidabile ed economica
Ma ha pensato che se ci fosse stato un prodotto (ancora non presente) sul mercato, avrebbe potuto costruirlo meglio e meno costoso – e realizzare un profitto nel processo costruttivo. Nonostante gli enormi successi futuri, durante i primi anni la nuova società Fender arriva pericolosamente vicina al fallimento. È solo la pura determinazione di Leo e la sua fortuna nel circondarsi di persone intelligenti e dedicate che lo hanno aiutato a superare i problemi in questi tempi difficili. Don Randall è diventato partner di Leo nella società Fender, e dirige il ramo vendite dell’azienda diventando – probabilmente – la persona più importante nello sviluppo del successo di Fender. George Fullerton (1923 – 2009) entra a far parte della Fender nel 1948 e ben presto diventa colui che un collega ha descritto come “il fedele cavallo di battaglia di Leo“.
La moglie di Leo è una figura importante. E anche il suo stipendio
La mancanza di flusso di cassa è quasi sempre presente in Fender nel primissimo periodo. Ci sono momenti in cui è difficile incassare assegni Fender, soprattutto se Esther Fender (moglie di Leo) è in ritardo nel ricevere lo stipendio dalla compagnia telefonica in cui lavora. Bob Perine, dell’agenzia pubblicitaria Perine-Jacoby riceve mandato da Fender nel 1957, iniziando la classica serie di annunci “Non ti separerai nemmeno dalla tua…“. Forrest White si unisce al team di alvoro nel 1954 e assumere la gestione della fabbrica. Ha il compito di riorganizzare questa parte vitale dell’azienda in una base di produzione efficiente ed efficace. E ci riesce piuttosto bene.
La fabbrica di Fullerton funziona molto bene
Nello stabilimento di Fullerton (California) erano presenti diversi macchinari: alcuni per avvolgere i pickup (compito svolto da Heath Robinson con ruote e pulegge), un’area ospitava alcune cabine di verniciatura accanto ad una parete di scaffali per l’essiccazione dei corpi verniciati. C’erano punzonatrici per la realizzazione di parti metalliche e banchi da lavoro per l’assemblaggio finale. Un operaio lavorava ai battipenna mentre un altro si occupava di ponti e pickup, uno modellava manici e corpi mentre un altro ancora saldava l’elettronica insieme. Infine, le nuove chitarre appena prodotte venivano appese e testate, utilizzando un amplificatore (rigorosamente Fender) posizionato alla fine della catena di montaggio.
La maggior parte delle Fender dei primi anni ’50 era disponibile solo con finiture standard
All’inizio le chitarre venivano realizzate solo in colorazioni standard: blonde per Telecaster, Esquires e Precisions, sunburst per le Stratocaster. Ma nel 1956, venne introdotta la possibilità di scegliere il colore al momento dell’ordine di acqusito e, quindi, apparvero nei cataloghi Fender nuovi colori “personalizzati“. Da quel momento i musicisti potevano scegliere fra le storiche (specialmente oggi) colorazione Dakota Red, Lake Placid Blue, Inca Silver, Surf Green, Shoreline Gold, Olympic White ed altre. Chi possiede una Fender di questo periodo ha in mano una piccola fortuna. Oltre ad un pezzo di storia.
Nel luglio del 1962 il listino comprendeva nove scelte: Duo-Sonic, Esquire, Esquire Custom, Jaguar, Jazzmaster, Musicmaster, Stratocaster, Telecaster e Telecaster Custom. Erano presenti tre modelli di bassi, Precision Bass, Jazz Bass e VI, con 13 amplificatori, cinque chitarre steel e due pedal steel a completare il listino. Ma nel 1965, una sorpresa è in agguato. Leo Fender vende la società [alla CBS] che porta ancora il suo nome. La storia è continuata anche con protagonisti diversi e gli strumenti Fender continuano a fare innamorare milioni di persone nel mondo. Grazie Leo!