Dal 2 aprile, al Teatro Arcimboldi di Milano, la mostra “David Bowie – The Passenger” racconta, attraverso scatti e memorabilia il ritorno in Europa del “duca bianco” a metà degli anni 70.
Andrew Kent nasce a Santa Monica (California) nel 1948 ed è un fotogarato che fotografato garndissimi artisti come Elton John, Frank Zappa, Freddie Mercury, i Kiss e Jim Morrison. Ma è stato il periodo vissuto (come amico oltre che come fotogarfo) al fianco di David Bowie – dal 1975 al 1978 – a costituire una storia a parte, straordinaria.
Un periodo non troppo felice per Bowie
All’apice del successo negli Stati Uniti, trainato dagli album Diamond Dogs (1974) e Young Americans (1975), in cui lo stile del musicista inglese si fa decisamente influenzato dal soul e dal funk, Bowie decide di cambiare, ancora. In quegli anni David risiede a Los Angeles, abusa di cocaina e si interessa di occultismo. Il suo fisico sta diventando quello dei un “Duca Bianco”, che resta, in una storia artistica costellata da personaggi e reinvenzioni, quello in cui Bowie sarà più identificato anche negli anni successivi.
Nel 1976 pubblica Station to Station, dove il suono resta funk ma si avvicina anche al krautrock, un genere sperimentale emerso tra gli anni sessanta e settanta nella Germania Ovest. Anche se registrato in California, l’album annuncia a suo modo l’esigenza di Bowie di tornare nel continente europeo, per non implodere e trovare un sollievo dalla dipendenza.
La trilogia di Berlino
Andrew Kent segue David Bowie in questo passaggio cruciale che lo porterà alla realizzazione della sua trilogia berlinese, composta da Low e Heroes (1977) e poi Lodger (1979). Infatti, finito il tour di Station to Station, Bowie sceglie di stabilirsi prima in Svizzera e poi a Berlino Ovest. In realtà la nuova vita europea di Bowie è tutto fuorché stabile: viaggia in maniera frenetica con il suo entourage in treno e nave, perché in quel periodo detestava volare, fino a oltrepassare la cortina di ferro e arrivare a Mosca, nell’hotel Metropol, sulla piazza Rossa. “Non gli importava molto di avere una fotocamera davanti alla faccia tutto il tempo” racconta Kent, che ormai non è solo un fotografo libero di catturare ogni momento che ritiene significativo nelle giornate di Bowie, ma viene considerato un collaboratore fidato.
La mostra fotografica
L’avventura di Kent è raccontata nella mostra David Bowie. The passenger che sarà esposta nel foyer del teatro Arcimboldi di Milano dal 2 aprile al 31 luglio. Curata da Vittoria Mainoldi e Maurizio Guidoni di Ono Arte, raccoglie cinquanta scatti, insieme a cimeli e documenti originali provenienti dall’archivio del fotografo.