«Chi esce dal Conservatorio – ha spiegato la direttrice Simonetta Bungaro – deve possedere la strumentazione necessaria culturale e professionale per guardare e affrontare la situazione artistica contemporanea con occhi nuovi: la società globalizzata chiede infatti figure di musicisti flessibili, pronti a collaborare in una prospettiva internazionale con profili professionali altissimi».
La presentazione del concerto è stata curata sin nei minimi particolari, dagli spostamenti quasi teatrali del coro sul palco all’ingresso dell’orchestra sulle note della Toccata dell’Orfeo, rispondendo al senso primo di questo brano strumentale, ossia il richiamo del pubblico all’ascolto dell’opera con la triplice esecuzione richiesta in partitura.
I movimenti della gestualità barocca hanno impreziosito le esecuzioni in stile antico e l’inconsueto alternarsi di passato e presente nel Vespro della Beata Vergine ha creato un climax sorprendente, chiudendo il concerto in un unicum dal Seicento al Jazz.
La presenza di un artista internazionale come Paolo Fresu ha reso straordinaria la serata, incantando il pubblico nel suo continuo entrare ed uscire dalla musica dai madrigali di Monteverdi con eccezionale naturalezza, duettando con il suo storico collega Roberto Cipelli, eccellente pianista jazz nonché uno dei validi docenti del Bonporti.
Cuore della serata, lieve battito di una magica notte, l’esecuzione dell’aria “Sì dolce ‘l tormento”, cominciata dal giovane sopranista Federico Fiorio, allievo della Classe di Canto Rinascimentale e Barocco, accompagnato dal Bonporti Antiqua Ensemble con strumenti originali, e proseguita da un’altra voce di soprano, la tromba di Paolo Fresu, il cui suono incantava sulle armonie del piano solo di Cipelli.