«Si può dire la verità per una volta? Possibile inventare tante bugie? L’episodio della cassetta con il provino di Miserere gettata nel camino a casa di Pavarotti è pura invenzione, così come il fatto che Zucchero abbia venduto 60 milioni di dischi».
All’indomani della sua performance nell’ultima serata del Festival di Sanremo è il suo ex manager, Michele Torpedine, ad attaccare il bluesman padano.
«È caratteristica comune a tutti gli artisti l’ingratitudine», spiega all’Ansa Torpedine, che tira in ballo anche Giorgia, ospite della seconda serata del festival, «che ha ringraziato Pippo Baudo e non me, dimenticando forse che quando lui al festival non la voleva fui io a convincerlo, al bar Vanni di Roma, a prendere questa ragazza a Sanremo», racconta.
«La stessa Giorgia, Zucchero, Biagio Antonacci, Andrea Bocelli (per ben 16 anni) e, oggi, Il Volo mi devono molto. Ma gli artisti tendono a far credere di aver fatto tutto da soli. Si prendono i meriti quando tutto va bene e naturalmente – osserva Torpedine, da 36 anni manager delle star internazionali – scaricano la responsabilità sugli altri quando le cose vanno male». E cita un unico caso di riconoscenza che ricorda: «Jovanotti una volta, intervistato da Paolo Bonolis al Senso della Vita, disse con gli occhi lucidi che Claudio Cecchetto è l’uomo che gli ha cambiato la vita. Mi colpì».
Bugie al teatro Ariston sono state dette anche sui dischi venduti, secondo Torpedine. «Ho sentito dire che Zucchero è una star da 60 milioni di dischi e Giorgia da 7 milioni. Ma quando mai?», sorride. «Zucchero ne avrà venduti non più di 12 o 13… Perchè in tv si può raccontare qualsiasi cosa? Allora Il Volo che cosa dovrebbe dire che sono 5 anni che davvero gira il mondo? In silenzio facciamo il nostro lavoro…». E cita Caterina Caselli: “La verità ti fa male lo so”».
La storia più «assurda» raccontata ieri al festival è quella sul provino di Miserere. «Pura fantasia», dice Torpedine. «Sono stato io a portare il provino di Miserere a Luciano Pavarotti. Ci incontrammo nella sua suite in un hotel di Philadelphia. Con noi c’era solo Bruno Tibaldi, ex direttore generale Polygram».
“Pavarotti disse `non duetterò mai con un cantante di musica leggera´ e poi, attraverso un lungo lavoro di mediazione, andò come è noto. Zucchero ha inventato la storia della cassetta, anzi tre cassette (due lasciate in macchina ha detto) bruciata nel camino della casa di Pavarotti a Modena dopo il suo primo rifiuto. La verità – conclude Torpedine – è che non c’era la cassetta, non c’era il camino e non c’era nemmeno Pavarotti”.
(fonte: www.lastampa.it)
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