Doppio appuntamento per Miele Amaro, il nuovo progetto discografico di Guido Coraddu.
Venerdì 24 e sabato 25 giugno alle ore 21.00 in programma, presso lo Spazio Domosc di via Newton 12/a a Cagliari (ingresso €. 10,00) Linee di Fuga; un concerto ed una performance che danno vita e regalano un volto ed un immaginario ai suoni del recente album Miele Amaro di Guido Coraddu, un lavoro dedicato a tre generazioni di jazzisti sardi riletti al pianoforte.
Le immagini sono offerte dal lavoro visuale di Kyber Teatro ispirato all’opera di Costantino Nivola che anima, peraltro, anche la cover del cd. Il titolo dello spettacolo, Linee di fuga, si ispira ad uno degli album più noti di Paolo Angeli, artista raccontato e reinterpretato proprio in Miele amaro. Miele amaro molto deve anche alla riflessione su Nivola, celeberrimo artista di Orani trapiantato a New York, elementi delle opere del quale e frammenti del cui pensiero, assieme alle musiche dei jazzisti sardi, sono gli elementi base di uno sguardo obliquo sulla cultura sarda contemporanea. Sguardo in cui entrano in gioco l’identità, il sentimento di circolarità della storia, la potenza dei linguaggi artistici e la capacità di intessere una dialettica con il passato e di trovare nuove strade.
Le linee di fuga sono, quindi, un po’ come il moto di una trottola che, pur vincolata al suo asse, si sviluppa anche nello spazio lungo la cosiddetta “precessione” che la conduce in direzioni inaspettate. Ed è proprio questa metafora che racconta la ricerca di Guido Coraddu intorno agli autori sardi di Musica Jazz nel suo dialogo con il lavoro visuale di Kyber Teatro ispirato all’opera di Costantino Nivola.
Il percorso di Miele Amaro
Il percorso di Miele Amaro vuole gettare un faro sul lavoro di autori molto diversi per età e per formazione; questo abbracciando quarant’anni di musica e almeno tre generazioni, incentrandosi sulle musiche dei più noti autori sardi di musica jazz. E, tralasciando per un attimo l’intimo rapporto che ogni musicista ha con il proprio strumento (in alcuni casi un unicum, come per Paolo Angeli e la sua chitarra preparata), sceglie di raccontare questa musica e i suoi autori attraverso la tastiera, tanto classica quanto eterna e contemporanea, del pianoforte.
Una trascrizione che ha cercato di mantenere un equilibrio tra la rilettura jazzistica – che si appropria dei brani e li personalizza trasformandone a volte armonie e forme – ed il riferimento alla concezione originale delle composizioni. Il titolo, Miele Amaro, nasce dalla suggestione di una fondamentale antologia di poesia e prosa della Sardegna, pubblicata da Salvatore Cambosu nel 1954; lettura imprescindibile per chi voglia approcciarsi alla cultura isolana.
Il jazz italiano
Il jazz italiano conosce in questi anni un momento di grande vivacità; mai era capitato in passato che l’Italia contasse tanti artisti tra i grandi maestri del jazz internazionale. In questo panorama un ruolo particolare lo riveste la Sardegna, una delle regioni meno popolose del paese, ma terra natale di numerosi artisti; artisti che, dalla loro appartenenza alla cultura isolana, hanno tratto linfa per espressioni musicali originali, a volte di grandissimo successo.
In un’epoca come quella di questo confuso nuovo millennio il jazz ha smesso di essere genere musicale per diventare uno dei linguaggi della contemporaneità; una semantica che permette ad artisti di ogni provenienza di ritagliarsi la propria identità nella ibridazione tra un patrimonio acquisito di linguaggi musicali e le peculiarità della propria appartenenza culturale. Questo processo ha dato vita a infinite declinazioni del jazz; caraibico, scandinavo, flamenco, arabo… Anche la Sardegna ha un suo specifico jazz, rintracciabile nel lavoro di tanti musicisti che si sono ispirati alle musiche ancestrali dell’isola; ma anche ai suoi abitanti, paesaggi, sapori ed aromi, per tracciare nuove strade.
Biografia
Guido Coraddu è nato a Cagliari nel 1972 e si è diplomato in pianoforte sotto la guida di Ludovica Costa; ha completato i suoi studi presso il Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova dove si è laureato in Ingegneria Elettronica. Ha suonato nei gruppi di Michele Taras e Silvano Lobina e, a Siena, con Michelangelo Attardo e Alessandro Anastasi. Nel 2000 con il proprio trio ha registrato il primo lavoro discografico a suo nome, Trèulas, le cui musiche sono state utilizzate come sigla nella trasmissione radiofonica “Tempus” di Radio Rai.
L’anno successivo ha dato alle stampe la raccolta di brani per pianoforte “Hermosuras”. Per alcuni anni si è dedicato alla scrittura di musiche per la danza ed il teatro, collaborando in particolare con la coreografa Carla Onni. Nel 2007 da vita alla formazione “Musica ex Machina” assieme a Francesco Bachis (tromba), Mauro Sanna (basso elettrico) e Simone Sedda (batteria). Con questo ensamble usciranno quattro lavori discografici molto ben accolti da pubblico e critica.
Gli anni 2000
Nel corso degli anni 2000 si è esibito in numerosi contesti nazionali ed internazionali tra cui le edizioni 2008 e 2009 dell’European Jazz Expo; le edizioni 2009 e 2010 del prestigioso Festival di Verbier; il festival Forma e Poesia nel Jazz 2014 e 2018; il premio letterario “Giuseppe Dessì”; il festival Cinematografico Cine Incontr’Arti; otto edizioni del festival di letteratura applicata Marina cafè Noir (collaborando con artisti quali Marco Rovelli, Louis Sclavis e Roy Paci); i festival Cantieri Teatrali di Montevecchio e TeatriOgliastra.
Dal 2006 ha collaborato con il New York Dance Asylum per realizzare ogni anno – nell’ambito dell’Jchnusa Festival – un progetto originale; progetto assieme ad artisti Statunitensi del calibro di Victor Seen Yuen, Fred Johnson, Kenny Brawner o Cecilia Smith. Lo stesso New York Dance Asylum nel 2011 ha prodotto il CD “l’Age d’Or” presentato nel corso del festival “ai confini tra Sardegna e Jazz” di Sant’Anna Arresi; inoltre ha salutato da Franco Fayenz come uno dei migliori dischi jazz dell’anno. Brani del disco sono stati utilizzati dalla trasmissione Rai “Chi l’ha visto?”.
La notte che arrivò l’inverno
Nel 2014 è uscito il libro/CD “la notte che arrivò l’inverno” – 9 storie tratte da “il Maestro e Margherita” di M.A.Bulgakov; con disegni di Francesco Frongia, ed. Kleiner Flug presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino. Al CD ha collaborato Daniele Sepe, mentre dal lavoro è scaturito uno spettacolo multimediale; spettacolo proposto in diverse cornici tra cui il festival letterario “Marina Café Noir”; i festival “ai confini tra Sardegna e Jazz” di Sant’Anna Arresi; “European Jazz Expo 2014”, ed ancora in tounée in teatro nel 2020.
Nell’ottobre 2016 ha pubblicato l’album ”Sfarinati di cereali per l’alimentazione umana” per l’etichetta Hopetone Records, presentato in diretta nazionale nella trasmissione radiofonica di Radio3 “la stanza della Musica” il 18/11/2016. Nel 2018 esce “BURP“, progetto musicale ed artistico (www.burp.be) presentato a Milano nel corso della “Giornata del Contemporaneo” con una performance dell’artista sloveno Aleksander Svelicek, a cui è seguito un tour che ha toccato i festival “Forma e poesia nel Jazz”, “Punti di Vista”, “Musica aspettando l’Inverno“.