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Pink Floyd -The Wall: 40 anni fa il film diretto da Alan Parker

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Locandina del film The Wall dei Pink Floyd

14 luglio 1982: 40 anni fa a Londra la première del film ispirato al celebre concept album dei Pink Floyd. Un viaggio nella storia della band britannica. Una pellicola ambiziosa la cui genesi provocò una frattura decisiva nei rapporti tra Roger Waters e David Gilmour.

La genesi dell’opera

Le prime bozze della sceneggiatura furono scritte da Roger Waters insieme al lavoro imprescindibile del disegnatore Gerald Scarfe, sebbene in seguito Waters si sarebbe attribuito tutta la paternità dell’opera. In un primo momento Scarfe e Michael Seresin avrebbero dovuto essere i registi, con la produzione del film affidata ad Alan Parker.

Inizialmente l’idea era molto semplice. Usare le immagini dei concerti per costruire l’ossatura dell’opera e da queste partire per coinvolgere tutto il gruppo, utilizzando la scenografia utilizzata nei live. Questa idea passò in seguito in secondo piano per la difficile realizzazione. Bisognava infatti utilizzare luci molto potenti per fare le riprese sul pubblico e così si optò per un’altra idea. Da questo momento infatti Scarfe decise di occuparsi esclusivamente delle animazioni, e la regia passò invece a Parker.

Durante le lavorazioni molto forte era il desiderio di controllo totale da parte di Waters. Ciò rischiò di pregiudicare i rapporti tra gli addetti ai lavori del film e anche la riuscita della pellicola stessa. Per molti fu stressante lavorare con il bassista. Alla fine il musicista fu convinto ad andare in vacanza e le riprese poterono filare lisce per un po’ di tempo. Fortuna volle che il musicista tornò all’inizio della fase di montaggio. Ed è qui che subentra il suo talento, quello di legare le scene con la musica di The Wall. Non tutte le canzoni dell’album fanno parte dell’opera: Hey You e The Show Must Go On restarono fuori, e gran parte dei brani furono reincisi o remixati di nuovo.

Il film

La storia inizia con la prima linea nella testa di ponte di Anzio nel febbraio del 1944, dove è stato ucciso mio padre”, racconta Roger Waters. “Mio padre ebbe la sfortuna di trovarsi in prima linea quando i tedeschi sferrarono un forte contrattacco, e morirono tutti. Scrissi When the tigers broke free di proposito per il film e la scena fu proprio ispirata dal brano.”

Il protagonista del film è Pink interpretato da Bob Geldof, che accettò la parte dopo alcuni dubbi (e senza aver nascosta che a lui i Pink Floyd non piacevano). Senza troppi giri di parole il protagonista è un alter ego di Waters. Una rockstar depressa e triste, addolorata dal ricordo di un padre morto anni prima in guerra. Cresciuto con la figura protettiva della madre, oppresso dall’insegnante di scuola e dai compagni. Poi la vita da adulto e il matrimonio infelice con la moglie. Ogni dolore e trauma è un nuovo mattone che va ad aggiungersi al muro metaforico che costruisce intorno a sé e che tende ad escluderlo e separarlo dalla società.

La tematica ricorrente, nell’album come nel film, è quel senso di alienazione

Nell’album del 1979 è un fatto che riguarda i musicisti e il loro pubblico e il rapporto col successo crescente. Nella pellicola questo tema è portato agli estremi, esasperato nella cinica e folle disperazione e nel dolore struggente di Pink. Animazioni di impatto, come dimenticare la critica al “tritacarne” del sistema scolastico con il sottofondo di Another Brick in the Wall, o i martelli in marcia. Ma nel film c’è di più: c’è un senso quasi tragico di oppressione nel protagonista, una cupa assenza di vie di fuga dal dolore e dalla depressione. Con alti e bassi, con schitarrate e scene di guerra, con melodie dolci e visionarie. Con i brani dei Pink Floyd tutto appare più crudo e viscerale, con un senso di vuoto e di tristezza che scava negli occhi dello spettatore.

Accoglienza e critica

The Wall è stato proiettato fuori concorso durante il festival di Cannes del 1982. Il regista Alan Parker (scomparso nel 2020) ricorda che la proiezione avvenne a mezzanotte. Per ottimizzare il sound del film arrivarono due camion pieni di apparecchiature audio prese dagli studi di registrazione. Il sound era potente al punto da scrostare la vernice bianca delle pareti, e questo faceva un effetto forfora tra gli spettatori.

Ricordo di aver visto lì Terry Semel, che all’epoca era a capo della Warner Bros., era seduto accanto a Steven Spielberg. Erano solo cinque file davanti a me e sono sicuro di aver visto Steven Spielberg parlare con lui alla fine quando si sono accese le luci, ‘che cazzo era quello?’ E Semel si voltò verso di me e poi si inchinò rispettosamente. ‘Che cazzo era quello?’, infatti. Era come niente che nessuno avesse mai visto prima: una strana fusione di live-action, narrazione e surreale.”

La prima ufficiale si tenne 40 anni fa a Londra all’Empire di Leicester Square. A partecipare all’evento presenziarono tutti i Pink Floyd meno che Richard Wright (Waters decise di cacciarlo durante i lavori per l’album The Wall). Tante le celebrità presenti, da Paula Yates a Pete Townshend, da Sting a Roger Taylor solo per citarne alcuni.

Inizialmente, pur non essendo distribuito in molte sale, la pellicola riscosse un discreto successo rimanendo per un po’ di settimane all’interno della Top 30 dei film statunitensi. A settembre, con una distribuzione molto più ampia nelle sale, arrivò alla terza posizione al botteghino, dietro solamente a E.T. L’extraterrestre e a Ufficiale e Gentiluomo. In tutto si calcola che il filmi abbia incassato 22 milioni di dollari fino all’inizio del 1983. Con il brano Another Brick in the Wall ha vinto il Bafta nella sezione miglior canzone originale.

Le recensioni furono tendenzialmente positive anche se non mancarono pareri contrastanti

I critici Roger Ebert e Gene Siskel hanno definito The Wall come “una sbalorditiva visione di autodistruzione” e “uno tra i musical più orribili di tutti i tempi“, pur lodando la musica “forte e vera” con un protagonista “reale e sofferente“.

Waters ha detto del film queste parole:

Ho scoperto che era così incessante nel suo assalto ai sensi, che non mi ha dato, comunque, come pubblico, la possibilità di venirne coinvolto.”

Il chitarrista David Gilmour invece ha ricordato che il conflitto tra lui e il bassista è iniziato proprio con i lavori di realizzazione del film. Nel documentario Behind The Wall ha detto inoltre che “il film è stato il racconto di minor successo della storia di The Wall rispetto all’album e alle versioni del concerto“. A distanza di 40anni The Wall incanta ancora per la sua potenza espressiva, per essere riuscito ad unire il dolore di un personaggio alle angosce e alle paure di una generazione.

— Onda Musicale

Tags: Pink Floyd/The Wall
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