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Syd Barrett: l’incompreso ma geniale viaggiatore interstellare del rock psichedelico

Il 7 luglio del 2006 Syd Barrett moriva nella sua casa a Cambridge, dopo un esilio di quarant’anni. Il “Crazy Diamond” fu una delle figure più complesse e importanti della storia del rock.

Roger Keith Syd Barrett morì sedici anni fa (il 7 luglio 2006) di tumore al pancreas, nella sua casa di famiglia a Cambridge. Luogo che era stato la sede del suo esilio auto-imposto, un isolamento lunghissimo e solitario, senza strumenti musicali. Anche voluto dai famigliari che hanno più volte detto agli altri Floyd di non andare a trovarlo.

Nato a Cambridge il 6 gennaio 1946 sotto il segno del Capricorno, Roger Keith Barrett era il quarto di cinque figli. Dotato di grande talento fin da bambino, alla musica preferì fino ai 14 anni la pittura e la scrittura. Era in particolare portato per la creazione di giochi di parole e altri espedienti letterari.

Poco dopo la sua morte David Gilmour disse:

Sì, mi sarebbe piaciuto (andarlo a trovare negli ultimi anni). Ma la famiglia è convinta che Syd debba rimanere isolato. Ma non è detto che prima o poi non ci vada lo stesso.” (leggi l’articolo)

In principio era solo Syd e i Pink Floyd erano la sua creatura

Eppure, una volta, Roger era stato Syd, il leader dei Pink Floyd, una delle personalità più luminose dell’età d’oro della psichedelia britannica: un individuo dal fascino irresistibile l’intelligenza vivace. Poi: le droghe, il crollo psichico e nervoso, la follia, l’allontanamento dalla sua band, il ritiro dalle scene. Chi lo vide dopo, non lo riconosceva più. Era solo un eco di sé stesso.

Il viaggiatore interstellare diventato leggenda

Sebbene siano stati i lavori più tardi dei Floyd a garantirgli un successo globale, l’unico disco dei Floyd di Barrett, The Piper at the Gates of Dawn, è rimasto un album di culto, considerato dai critici uno dei dischi di rock psichedelico più importanti della storia. Un’opera sfaccettata che riflette l’animo multiforme di Barrett, «voce paradisiaca e chitarra demoniaca» (Scaruffi). C’è il lato favolistico del Syd menestrello acido, che in Mathilda Mother declama storie in mezzo a organi paradisiaci e cori romantici; c’è il poeta demenziale, che si esprime solo per allitterazioni e giochi di parole; c’è il messia cosmico di Astronomy Domine e Interstellar Overdrive (forse il riff  di chitarra più terrificante di sempre), in cui l’orgia strumentale evocai panorami dello spazio (cosmico e interiore) con assoli dissonanti, superbi arrangiamenti di organo, batteria tonante, basso pulsante e cori alienati.

Il disco è permeato della sensibilità e della creatività di Barrett, al punto che secondo molti è più un disco suo che dei Pink Floyd. Ma per chi sa ascoltare, è facile riconoscere in esso molte idee che avrebbero germinato via via nel percorso del gruppo.

All’apice del successo Syd diventa sempre più eccentrico e cupo

Non sopporta bene la popolarità: per molti amici dell’epoca, sembrava che stesse recitando una parte più che viverla. Molti aneddoti sulla sua follia sono tristemente famosi – scene terribili che lo vedono suonare lo stesso accordo, caparbiamente, per interi concerti, o spaccare a martellate un lavandino urlando “fatemi uscire!”. Forse è colpa degli acidi, che Syd consumava smodatamente, forse delle luci del palco (si ipotizza che fosse epilettico latente) o della pressione dello show business. I compagni non reggono più la pressione: decidono di andare avanti senza di lui, e un giorno, semplicemente non lo vengono più a prendere prima di andare ad un concerto.

La sindrome di Asperger

Per molte persone i problemi di cui Syd Barrett soffriva in vita sono stati etichettati semplicemente come “malattia mentale”. In realtà sono  state avanzate molte ipotesi. Secondo una delle più credibili Barrett soffriva di una semplice forma di epilessia che provocava rari attacchi (tesi sostenuta anche da David Gilmour) e crisi parziali. E’ tuttavia molto probabile che l’epilessia si sia amplificata a causa del massiccio uso di droghe pesanti. Alcuni sostengono che Syd soffrisse di una forma di schizofrenia o bipolarità. Un’ultima ipotesi, di recente divenuta la più verosimile, sostiene che fosse affetto dalla sindrome di Asperger, una forma di autismo che non compromette intelligenza e comprensione.

La sua vita dopo i Pink Floyd

Syd Barrett produce due dischi solisti:The Madcap Laughs e Barrett. Entrambi sono due dischi scarni, pieni di vuoto e alienazione. Poco rifiniti fin alla registrazione, con canzoni che sono «carogne scheletriche di sensazioni, tenui bagliori di una mente congestionata, rallentate a dismisura, scarnificate, squarciate da spasimi lipemaniaci»; danno l’impressione che dietro a quelle note sparse ci sia la nudità dello stato mentale di Barrett, la sua vera natura. Syd stesso non ne era del tutto soddisfatto: «Le canzoni devono raggiungere un certo standard, che in Madcap è raggiunto probabilmente un paio di volte… In quest’altro disco solo un po’, solo una eco». Eppure restano documenti unici e meravigliosi di una mente creativa quanto persa.

Segnali inequivocabili di un forte disagio mentale

Un giorno,durante una cena con la famiglia della sua fidanzata, Syd Barrett si rade completamente i capelli. Da lì in poi rinuncia alla musica: Syd muore, e Roger rimane al suo posto. Vive nella casa della madre a Cambridge, da solo, senza parlare con nessuno e senza toccare mai più una chitarra. Solo una volta, apparirà nello studio di registrazione di Wish You Were Here, il disco che i vecchi compagni Floyd gli dedicarono, senza essere riconosciuto. (leggi l’articolo)

La serenità ritrovata

Solo più avanti Barrett ritrovò un po’ di serenità. Riprese a dipingere, ascoltava musica classica, leggeva tanto. Sono anni avvolti da una cortina di tenebra: possiamo ricostruire i pensieri di Syd solo da questi piccoli dettagli. Uno particolarmente straziante, in un libro di psicologia sottolineò più volte «I malati schizofrenici sono sempre recuperabili».

Fino all’ultimo, Roger visse con la speranza di recuperare la propria identità. Chissà se ce la fece.

(fonte: ilgiornaleditalia.it – link)

— Onda Musicale

Tags: Pink Floyd, David Gilmour, Sindrome di Asperger
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