In primo pianoMusica

Robert Johnson: bluesman maledetto o musicista cordiale?

Robert Johnson nasce ad  Hazlehurst una città degli Stati Uniti l’8 Maggio del 1911, è divenuto leggendario per aver venduto, come si narra, l’anima al diavolo ad un incrocio, in cambio di una superlativa ed unica tecnica chitarristica.

Il grande bluesman in realtà cominciò la sua carriera non come cantante e chitarrista, ma come armonicista. Molti suoi amici lo  dissuasero nell’intento  di suonare la chitarra e gli consigliarono di continuare a suonare l’armonica strumento per il quale era portato. Johnson  stanco delle continue critiche sparì per un po’ e quando ritornò ad esibirsi divenne il fenomeno musicale che oggi tutti conosciamo. Molte persone rimasero stupite dai progressi fatti con la chitarra in così poco tempo e cominciò a circolare la voce che questo suo improvviso miglioramento  era dovuto ad un patto che stipulò con il diavolo.

Il suo maestro Son House ed il dolore per la scomparsa della moglie

Johnson affinò la sua già originale tecnica con l’aiuto di Son House, Robert sviluppò grazie a lui un amore viscerale per quella musica misteriosa ed affascinante, il blues, che divenne la sua unica ragione di vita.

Purtroppo la vita di Robert non  è stata semplice e priva di sofferenza, e la sua prima grande delusione fu la morte della moglie appena sedicenne, che diede vita ad un bimbo che sopravvisse solo poche minuti. Il carattere di Robert dopo questa terrificante esperienza cambiò e divenne più cupo e misterioso. La tragedia lo fece chiudere nel suo universo musicale ed istruito da Ike Zinnerman perfezionò  tecnica e stile per poi ritornare nella sua città natia e sbalordire tutti gli amici e i numerosi astanti che lo ascoltavano increduli,  non ricordavano tanta eleganza nell’esporre i suoi temi con la chitarra, tutti rimasero sbalorditi per gli enormi progressi in poco tempo.

Il vagabondaggio di Robert

La voglia di Robert di far ascoltare la sua musica divenne la sua unica ragione di vita, così cominciò a spostarsi in varie città  St.Louis, Chigago, Detroit,New York. La sua voglia di scappare era dovuta in parte alla vicenda della moglie scomparsa prematuramente insieme al figlioletto. Questa sua malinconia che portava dentro di se lo rendeva irrequieto, e la musica divenne la sua unica via di fuga.Scappare da una disgrazia e vagabondare sui treni per spostarsi di continuo era frequente nella vita dei bluesman. Le vicende personali erano tradotte in musica, la sofferenza esternata al pubblico, che percepiva il pathos con il quale Johnson esponeva i suoi racconti cantati.

Il suo stile era semplice ma incisivo, con la chitarra suonava in fingerpicking o usava un collo di bottiglia per rendere tutto più ipnotico ed unico. Le sue composizioni cambiarono il modo ci concepire la musica, capolavori come Sweet Home Chicago, Me and the devil blues,  Love in vain, Terraplane blues,Crossroads sono blues ancora oggi studiati e riproposti. Brani che entrano dentro l’ascoltatore, e che rimarranno patrimonio culturale e musicale dell’umanità. Quanta poesia, sofferenza, genio compositivo compaiono in queste composizioni.

La terza foto e la verità di Annye

Di Robert Johnson ci sono rimaste solo poche incisioni, per l’esattezza quarantuno tracce tra provini e registrazioni ufficiali e solamente tre foto. La prima pubblicata nel 1986 dove Robert in maniche di camicia e sigaretta in bocca bocca imbraccia una chitarra. La seconda vede Johnson tutto elegante ed in posa con un il suo amato strumento. Questa foto divenne poi la copertina del famoso box set che negli anni Novanta vendette più di un milione di copie.Ma è la terza foto quella che più ci intriga e che è venuta fuori da poco, pubblicata dalla sorellastra  Annye C. Anderson che la  conservò con cura in una scatola che pubblicò in occasione del  libro sul fratellastro Robert.

Qui vediamo un Robert molto più rilassato e gioviale, il bluesman sembra differire dalle immagini precedenti

La foto è la  copertina del libro che Annye  ha scritto, e che parla di un Robert diverso da quello descritto da altre persone. La sua figura è quello di un musicista disponibile con tutti e sempre pronto a donare anche solo per un attimo la sua musica a qualunque persona ne facesse richiesta. Scompare il Robert Johnson schivo e scorbutico e viene fuori l’immagine di una persona cordiale, che ama leggere ed informarsi, e che non era solo, ma aveva sempre una famiglia che lo aspettava e lo amava.Annye visse nove anni con Robert, perché suo padre Charles Robert  fu sposato con la madre di Johnson Julia e così decise di ospitarlo come era usuale nella comunità afroamericana.

Dai Racconti di Annye il misterioso bluesman molte volte è vero che spariva per poi ricomparire all’improvviso ma quanto scrive la sorella, “ il suo talento musicale non veniva né da Dio né da un patto con il diavolo” ma dalla sua naturale predisposizione per la musica blues, e da un orecchio straordinario, le sue mani erano piccole con delle dita lunghissime.

A chi credere? Alla testimonianza della sorella o alle voci degli amici

Questo non lo sapremo mai, quello che è certo è che quest’uomo con il suo blues semplice e avvolto in un alone di mistero, ha cambiato la storia della musica moderna.Grazie Robert ti dobbiamo tanto.

— Onda Musicale

Tags: Robert Johnson
Sponsorizzato
Leggi anche
Beatles: il regista di Get Back sta lavorando ad un nuovo docu-film sui “fab four”
Dan Road: online il nuovo singolo “Senza di me”