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Cinque canzoni dedicate alla regina Elisabetta

Ho scelto 5 canzoni iconiche (strafamosissime, tra l’altro) che hanno come tema principale proprio la regina Elisabetta.

Qualche giorno fa la regina Elisabetta ha lasciato questo mondo dopo 96 anni di vita, di cui 70 passati sul trono. Non male, tenendo conto che il record assoluto lo detiene Luigi XIV (il Re Sole), precedendola di un paio di anni. Su di lei sono state dette e scritte un sacco di cose: sui suoi cani, sulla sua carriera militare durante la seconda guerra mondiale, sul marito e su ognuno dei suoi parenti, tra scandali amorosi e morti improvvise.

Un’icona del ‘900 come lei non poté che essere bersaglio del mondo della musica, sempre pronto a descrivere (nel bene o nel male) l’attualità.

Vediamo chi se ne è occupato.

Her Majesty – The Beatles

Registrato nel pomeriggio del 2 luglio del 1969, questo piccolo brano è stato registrato dal solo Paul McCartney. L’idea era quella di inserire “Her Majesty” all’interno del long medley di “Abbey Road”, ma Paul, dopo averlo ascoltato, decise che sarebbe stato meglio non farlo.

In realtà John Kurlander, che di quella seduta fu il tecnico del suono, aveva ricevuto precisi ordini rispetto a qualunque cosa registrata dai Beatles: tienila, non buttarla. E così montò la canzone alla fine del disco. Paul l’ascoltò e decise che gli andava bene.

D’altronde i Beatles erano famosi anche per le loro frecciatine, e questo omaggio alla monarchia, anche se “leggermente irrispettoso” (Paul McCartney), ne è solo uno degli esempi più lampanti.

God Save the Queen – Sex Pistols

È senza dubbio la canzone più feroce diretta alla monarchia britannica. Pubblicando “God Save the Queen” nel 1977, (durante il 25º anniversario dell’ascesa al trono della regina Elisabetta II) i Sex Pistols hanno segnato un’intera generazione.

Come si sa, contrariamente a quanto suggerisce il titolo, è tutt’altro che un’ode alla monarca o un omaggio all’inno nazionale (che, fino alla sua presenza si intitolava appunto “God Save the Queen”, mentre ora è “God Save the King”), ma piuttosto una badilata in faccia al potere e ai potenti, che nel Regno Unito erano rappresentati appunto dalla regina.

La band ha voluto denunciare il “regime fascista” guidato da una monarca che “non è un essere umano”. Per rincarare la dose, i Sex Pistols eseguirono “God Save the Queen” a bordo di una barca, sul Tamigi, di fronte al Parlamento, causando uno scandalo.

La canzone è stata bandita dalle trasmissioni della BBC, ma nel frattempo è diventata uno dei pezzi più leggendari della storia del rock.

Dreaming of the Queen – Pet Shop Boys

Contenuta nell’album del 1993 “Very”, la canzone descrive il sogno che più o meno ogni inglese che abbia un minimo di rispetto nei confronti della Corona, non vorrebbe fare: essere nudi davanti a Sua Maestà.

Fin qui in una lettura superficiale. In realtà il brano è ben più profondo e drammatico. In particolare, oltre alla Regina, ci sono tre personaggi: Lady D (che nel ’93 era ancora viva ma della quale già si sapeva che stava rompendo con Carlo), il narratore e il suo amante che sembra essere morto per AIDS.

Neil Tennant, che dopo la pubblicazione di “Very” fa outing, ha sottolineato che l’unica volta che ha effettivamente incontrato Diana era in un reparto dedicato all’AIDS, in un ospedale di Londra. L’AIDS è sempre stata una malattia legata, erroneamente, all’omosessualità, e nei primi anni ’90 questo pensiero era molto forte. Risulta quindi normale che un uomo gay, con un certo potere mediatico, ne parlasse per smuovere l’opinione pubblica sul tema.

The Queen said: I’m aghast/Love never seems to last/However hard you try“, dice la canzone, e la frase (che significa che l’amore non dura mai a lungo, per quanto ci si provi) è fortemente legata all’annus horribilis che Elisabetta ha passato nel 1992.

Dei suoi quattro figli, ben tre divorziano o danno l’idea di volerlo fare. Carlo compreso.

Elizabeth My Dear – The Stone Roses

Cantata sulle note di “Scarborough Fair”, un brano della tradizione celtica reso famoso – tra gli altri – da Simon & Garfunkel, la canzone è corta quanto quella a firma Lennon-McCartney. Ma meno tenera.

Non mi riposerò finche non avrai perso il trono”, dice uno dei versi.

Ian Brown ha sempre detestato la famiglia reale e non lo ha mai negato. Nel 2012, per esempio, poco prima di cantarla durante un concerto a Manchester, ha chiaramente detto “Questa canzone è dedicata a quei parassiti che festeggiano 60 anni di tirannia”.

Rule Nor Reason – Billy Bragg

Billy Bragg è un cantautore piuttosto noto, in Inghilterra. Ha scritto canzoni di protesta e si è fatto un nome anche come attivista anti fascista.

Nella sua canzone, che si trova all’interno di “Reaching the Converted”, una raccolta di b-side uscita nel 1999, la regina viene descritta come una persona profondamente sola. Descrive la regina d’Inghilterra come una figura vagamente tragica, che gode in particolare dei dischi della cantante gallese Shirley Bassey. La leggenda vuole, tuttavia, che la canzone preferita di Elisabetta fosse “Dancing Queen” degli ABBA. Il mistero rimane.

La regina sul suo trono interpreta i dischi di Shirley Bassey, quando è tutta sola/E guarda fuori dalla finestra e piange“, canta Billy Bragg.

The Queen is Dead – The Smiths

Per quanto riguarda questa, cliccate qui per leggere l’articolo uscito pochi giorni fa.

A presto!

— Onda Musicale

Tags: The Beatles, Sex Pistols
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