Le tensioni degli ultimi anni nei Beatles sono talmente numerose per essere menzionate. Sia George Harrison che Ringo Starr hanno abbandonato la band mentre registravano i loro ultimi album.
Sebbene entrambi siano tornati dopo un’assenza, era ovvio che la band avesse dei seri problemi
A quel punto, John Lennon e Paul McCartney avevano già iniziato la loro faida. Durante la registrazione di “Ob-La-Di, Ob-La-Da“, i due amici (?) nonchè autori di moltissime canzoni sono quasi arrivati a mettersi le mani addosso in studio. I loro problemi ruotavano attorno alle finanze della band e ai risentimenti personali reciproci. Sebbene John e George si siano avvicinati nuovamente in seguito, la loro amicizia si è molto indebolita negli anni ’70.
4 novembre 1980. Harrison pubblica la propria autobiografia dal titolo “I Me Mine” (o I, Me, Mine)
In seguito alla pubblicazione del libro, John Lennon ha dichiarato quanto si sentisse ferito e offeso dalla pubblicazione di George. Il suo risentimento non riguardava qualcosa che Harrison avava scritto, ma il fatto che Lennon non fosse nemmeno stato menzionato. John si sentì molto ferito dall'”omissione lampante“.
Dopo lo scioglimento dei Beatles sono molte le “ripicche”
Paul McCartney scrive la canzone “Too Many People” per inviare un messaggio a Lennon. Il brano è una polemica nei confronti di John e Yoko Ono che culmina con la fatidica frase “Hai preso la tua occasione fortunata e l’hai spezzata in due“, che originariamente era “Yoko ha preso la tua occasione fortunata e l’ha spezzata in due“.
In risposta, John dedica a Paul un brano dal titolo “How Do You Sleep?“, un violento attacco all’ex amico. Anche Ringo Starr spara su Paul McCartney con uno dei pochi brani scritti da lui, “Back Off Boogaloo” (traducibile in “lascia perdere Boogaloo“) in cui il batterista dei fab four invita macca (sembra che fosse soprannominato Boogaloo) a lasciar perdere le azioni legali intraprese contro gli ex compagni di band. Nel frattemo George rimane per lo più al di sopra della mischia. In All Things Must Pass, scrive la squisita “Run of the Mill“, in cui esprime rammarico e dolore (non amarezza) per lo scioglimento della band. In breve, George non aveva alcun risentimento riguardo ad una faida (reale o immaginaria) all’interno dei Beatles.
“Io non ero mai stato realmente interessato a cose tipo la boutique Apple o altro. Durante tutto il periodo della Apple, fui sempre maggiormente interessato a lavorare in sala d’incisione, a registrare in studio … Non volevo essere disturbato dalle riunioni di lavoro [per gli affari della Apple Corps]. Suppongo che il mio atteggiamento non abbia aiutato”
Il pensiero di John Lennon sulla mancanza di menzione in “I Me Mine“
Con un’omissione lampante nel libro, la mia influenza sulla sua vita è assolutamente nulla, nulla. Non menzionato. Nel suo libro, che è presumibilmente questa chiarezza di visione di ogni canzone che ha scritto e delle sue influenze, ricorda ogni sassofonista o chitarrista a due bit che ha incontrato negli anni successivi. Non sono nel libro.”
Il punto di vista di Yoko Ono
Yoko Ono ha suggerito che forse gli editori di Harrison gli avevano detto di non discutere di John nel libro. la donna ha detto che John era veramente ferito e sospettava si trattasse di un risentimento di George nei suoi confronti per aver lasciato i Beatles.
Quando gli è stato chiesto da David Sheff perché pensava che George lo avesse lasciato fuori da I Me Mine, John ha diverse risposte pronte. Per cominciare, ha fatto notare come la loro relazione all’inizio fosse iniziata con George che era uan sorta di “giovane seguace” o “come un discepolo“. Successivamente, John ha collegato quel pensiero con la rottura dei Beatles.
È una relazione di amore-odio e penso che George provi ancora risentimento nei miei confronti [10 anni dopo] per essere un papà che ha lasciato la casa … Sono stato solo ferito. Sono stato semplicemente escluso come se non esistessi.”
Leggendo il libro, viene il dubbio che Yoko Ono potesse avere ragione nel fornire quella chiave di lettira. Delle sue circa 400 pagine del libro, solo una piccola parte contiene contenuti autobiografici e alcuni di questi – sembrerebbe – sono stati scritti da qualcun altro. In effetti, non menzionare John Lennon è un’omissione evidente, ma Harrison potrebbe aver avuto le sue ragioni. Noi, però, non le conosciamo.