E’ l’anniversario dall’uscita del disco d’esordio in solitaria di Francesco Motta “La fine dei vent’anni”. Dopo quattro anni di lavoro in studio è uscito per la Woodworm Label con la produzione di Riccardo Sinigallia uno dei dischi italiani più apprezzati dalla critica e dal pubblico del 2016 vincitore del Premio Tenco e delpremio PIMI Speciale 2016 del MEI come artista indipendente italiano.
Scorrendo la sua biografia, sembra che per il giovane la musica sia una questione vitale: musicista polistrumentista, comincia molto presto a coltivare sogni di rock’n roll e a cimentarsi con le canzoni.
E’ solo poco più di un adolescente infatti quando mette insieme una band, i Criminal Jockers, dove è paroliere, cantante e batterista. Con due album all’attivo, uno dei quali prodotto dal frontman degli Zen Circus, Andrea Appino, comincia a calcare i palchi italiani. Ha suonato con Nada, il Pan del Diavolo e Giovanni Truppi e ha anche composto alcune colonne sonore per film (per il film Dollhouse ad esempio).
La fine dei vent’anni è un album denso, viscerale, graffiante e dalle forti tinte autobiografiche dove il musicista toscano riflette sul passare del tempo, sulle sue origini e sul passare all’età adulta.
Percepibile nello svolgersi di tutto il disco il racconto della crescita accompagnata dal disagio e dall’inadeguatezza, dalla necessità espressa nella title track di “non farsi del male e trovare parcheggio”, quell’esigenza di stabilità che per la nostra generazione risulta essere un miraggio.
E’ un disco questo, accompagnato e contrassegnato non solo da un’attenta introspezione e maturità, ma anche dalla puntuale ricerca di un sound unico, direi sperimentale.
Ci sono ospiti d’eccezione: alla batteria c’è Cesare Petulicchio dei Bud Spencer Blues Explosion, coautore e featuring in “Se continuiamo a correre” troviamo Alessandro Alosi de Il Pan Del Diavolo, Giorgio Canali alle chitarre nelle ultime due tracce, al basso la moglie di Sinigallia, Laura Arzilli e Guglielmo Ridolfo Gagliano (polistrumentista di Paolo Benvegnù).
Ci sono canzoni che sembrano appartenere a generi diversi a cavallo tra rock e pop (“Del tempo che passa la felicità” in cui l’intro ricorda un pezzo dei Verdena contenuto in “Wow”, “Mio padre era un comunista”, “Roma stasera” con quel mood tribale, che ha particolarmente ispirato Motta, scritto a quattro mani con Sinigallia) e altre con sonorità più sperimentali come “Prenditi quello che vuoi” che convivono e si amalgamo bene. La ripetizione dei suoni è un mantra stilistico che ricorre in tutti i pezzi.
Non mancano le canzoni d’amore come “Sei bella davvero”, che parla di un transessuale, “Abbiamo vinto un’altra guerra” che racconta di tutti i problemi di coppia da superare nella vita quotidiana e anche “Mio padre era un comunista”, pezzo elogio alla sua famiglia. Nella deliziosa “Quella che mi manca sei tu”, Motta si rivolge alla sorella e alla distanza che li divide (Francesco vive a Roma e la sua famiglia a Livorno).
“Una maternità”, con alla chitarra Giorgio Canali può sembrare cupa in alcune frasi (E d’improvviso ti accorgi / di quel poco che sei / conservi i ricordi per farci un incendio / ti sei abituata alla perplessità / e rimani in silenzio / in attesa del resto / alla cassa del bar) e anche la musica rende tutto un po’ più scuro, ma allo stesso tempo riesce sul finale a trasmettere speranza con un incantevole arrangiamento di violini.
L’ultimo pezzo, il già citato “Abbiamo vinto un’altra guerra”, chiude in bellezza un disco che non perde colpi e suona perfettamente omogeneo.
Nel suo genere quello di Motta è un piccolo capolavoro, poetico e profondo di assoluto livello compositivo – musicale. Si ascolta tutto di un fiato senza mai un momento di stanca a parte forse il ritornello di “Prima o poi ci passerà” che con la sua ripetitività mette a dura prova, almeno ai primi ascolti, ma che ha davvero un giro di basso pazzesco.
Ho avuto la fortuna di venderlo in concerto a Trento, e consiglio vivamente di andare a sentirlo live perché i pezzi vengono riarrangiati e resi unici. Sono ancora poche le date, ed è consigliatissima la prevendita.
Elisa Donati – Onda Musicale
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