Oggi è il 29 settembre, il giorno giusto per riscoprire questa meravigliosa canzone di Mogol e Battisti, portata al successo dall’Equipe 84.
Il binomio Battisti/Mogol
E’ indubbiamente sinonimo di grande musica italiana. Ne è la prova questa canzone che fu il primo brano del duo a raggiungere il successo. È il marzo del 1967 e una band, che da un paio d’anni si fa sentire fortemente in Italia, incide un disco. Quella band è L’Equipe 84, capitanata da Maurizio Vandelli.
Dalla seconda metà degli anni ’60 iniziano a sfornare una serie dopo l’altra di successi (Bang Bang, Auschwitz, Io ho in mente te) e la Dischi Ricordi dà loro un brano di un duo che si sta facendo sentire ma che fatica a decollare.
E così, in quel 1967, 29 settembre vede la luce in un tripudio di beat e psichedelia. Sì. Psichedelia. Lucio Battisti e la psichedelia. D’altronde Lucio Battisti (che della canzone è autore delle musiche) è stato uno dei più grandi fan dei Beatles in Italia. E proprio John Lennon disse che l’Equipe 84 era la band italiana più in linea con i tempi.
Di cosa parla?
Il brano è la narrazione di una giornata di divertimenti tra un uomo e una donna. Non fosse che c’è di mezzo un tradimento. L’Italia degli anni ’60 è ancora piuttosto tradizionalista e argomenti come il tradimento sono ancora abbastanza tabù. Infatti una delle possibili alternative all’interpretazione è quella del sogno. Ma andiamo con ordine.
Lui è seduto al tavolino di un bar e si fa bellamente in fatti suoi, senza pensare a nulla. Ad un certo punto incrocia lo sguardo con una ragazza e si dimentica di tutto ciò che lo circonda. Anche dell’altra che sta a casa ad aspettarlo.
Quindi i due iniziano a chiacchierare e a divertirsi. Vanno persino a ballare, come se il mondo non esistesse più. Una passione feroce e folle che li sovrasta e li circonda. Il giorno dopo, però, lui si risveglia e “il sole ha cancellato tutto”. Solo una notte e via. Poi prende il telefono, richiama l’altra a casa e le dice che l’ama. Bella vita… La questione del sogno è data da un verso del brano che dice “mi son svegliato e…”, dando l’idea che fosse tutto nella testa di lui. Ma vi assicuro che non era così.
Perché 29 settembre è così importante
Il brano, che porta come titolo la data di nascita della prima moglie di Mogol, è considerato la prima canzone beat italiana. Addirittura è stata nominata la “Sgt. Pepper tricolore” (giuro). In effetti la musica, sia nella versione dell’Equipe 84 che in quella di Battisti, di due anni più vecchia, deve parecchio ai Beatles e al mondo della musica pop/rock internazionale.
La versione di Battisti, in particolare, tratta dall’album “Lucio Battisti” del 1969, ha delle sonorità più leggere rispetto a quella di Vandelli e soci. Il basso mantiene una linea scarna ed essenziale, mentre gli archi accompagnano la voce. Eppure non diresti mai di ascoltare una canzone leggera. Per non parlare poi della prima versione. Il mandolino elettrico che apre il brano è puro trip lisergico, e nel video de “I ragazzi di Bandiera Gialla” la band è meravigliosamente a proprio agio.
Inoltre è il primo brano italiano ad essere stato registrato con un otto piste, grande novità per l’epoca. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per rendere unico questo pezzo della storia della musica italiana. Il brano rimarrà primo in classifica per ben cinque settimane, ma soprattutto guadagna lo status di immortale.