Musica

Pink Floyd: disponibile (su YouTube) il leggendario Live at Pompeii in 4K

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Il concerto (senza pubblico) Live at Pompeii del 1972, diretto da Adrian Maben, è stato completamente restaurato in altissima risoluzione ed ora è disponibile in 4K.

È stato pubblicato in rete, in altissima risoluzione, uno dei documentari live più affascinanti e incredibili nell’intera storia del rock: il Live at Pompeii del 1972 dei Pink Floyd in versione 4K.

L’intuizione di realizzare un evento storico

L’idea del concerto in luogo tanto affascinante e ricco di storia nasce dal regista Adrian Maben il quale immagina che i Pink Floyd devono suonare nell’anfiteatro vuoto, senza pubblico, in netto contrasto con precedenti film-concerto come ad esempio quello sul concerto di Woodstock. Grazie alla sua conoscenza con il prof. Ugo Carputi dell’Università di Napoli, il regista franco-scozzese riesce ad ottenere dalla locale Soprintendenza il permesso speciale di effettuare sei giorni di riprese nel sito archeologico campano, per l’occasione chiuso al pubblico. Le riprese sono programmate per il mese di ottobre seguente.

La band pretende di suonare dal vivo

Pink Floyd però sono irremovibili riguardo l’eseguire tutto il materiale dal vivo, senza alcun playback e questo fatto implica il trasporto in Italia, con dei camion, di tutta la loro attrezzatura da concerto, assieme ad un impianto per la registrazione a 24 tracce che garantisce la stessa qualità sonora dei loro lavori in studio.

Alcuni inconvenienti rischiano di mandare tutto all’aria

La troupe cinematografica, giunta fra le antiche rovine, scopre però di non avere sufficiente elettricità per alimentare tutta l’imponente attrezzatura ma  l’inconveniente viene risolto portando la corrente elettrica sul luogo direttamente dal Municipio, attraverso un lunghissimo cavo elettrico che percorre le strade della cittadina campana. Questo inconveniente riduce tuttavia i tempi effettivi di ripresa a soli quattro giorni, dal 4 al 7 ottobre del 1971. Le scene girate per prime in ordine di tempo ritraggono i quattro musicisti britannici aggirarsi fra i vapori della Solfatara di Pozzuoli; quindi, nell’Anfiteatro Romano la band esegue dal vivo tre brani: la prima metà ed il finale di EchoesOne of These Days, e A Saucerful of Secrets. Ogni brano viene eseguito in sezioni separate, poi assemblate assieme. Al termine di ciascuna ripresa, la band riascolta l’esecuzione in cuffia per approvarla.

Il mistero di alcune bobine rubate

Il regista ha rivelato in anni recenti che diverse bobine di pellicola andarono smarrite (forse rubate) subito dopo le riprese: questo, fra l’altro, spiega perché il brano One of These Days includa quasi esclusivamente inquadrature del batterista Nick Mason, il quale ha confermato la vicenda nella sua autobiografia del 2004.

L’idea di “restaurare” la pellicola

Il canale YouTube di un gruppo di fan dei Pink Floyd, dedicato alla restaurazione e conservazione delle opere visive della band di David Gilmour, Roger Waters, Nick Mason e Richard Wright, ha pubblicato in versione integrale a 4K lo storico concerto registrato nell’anfiteatro romano di Pompei in quattro giorni nell’ottobre del 1971.

Secondo quanto dichiarato dal canale YouTube PinkFloyd4K il concerto è stato montato utilizzando per l’audio una versione completamente rimasterizzata in quadrifonia 24bit/96kHz e un output video 3840×2160 a 48 fotogrammi per secondo.

Guarda il concerto “Live at Pompeii” in 4K su YouTube

— Onda Musicale

Tags: Pink Floyd/David Gilmour/Roger Waters/Nick Mason/Adrian Maben/Woodstock
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