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“The Loneliest” dei Måneskin, l’analisi del nuovo singolo della band

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The Loneliest, il nuovo look dei Maneskin

Parlare dei Måneskin obiettivamente è diventato ormai impossibile, almeno in Italia. Noi, presentando l’atteso singolo The Loneliest, ci proviamo.

The Loneliest è stato pubblicato nella notte sulle piattaforme streaming e contestualmente presentato a Londra dal vivo. Il live, gratuito e annunciato solo poche ore prima, si è svolto all’Underworld di Camden.

Parlare dei Måneskin, dicevamo, è sempre più difficile. Ogni loro uscita, che sia musicale o politica, che si tratti di un premio ricevuto o di una dichiarazione dei tanti personaggi che gravitano loro attorno, la polemica è assicurata. E così, mentre loro ottengono un successo inedito per una band italiana nel mondo, qui in Italia rimaniamo ostaggio di liti e dibattiti in cui si parla di qualsiasi cosa, tranne che della loro musica.

Il perché di tanta polarizzazione nei confronti di questi quattro ragazzi non è sicuramente semplice, e andrebbe analizzato in chiave sociologica. Le colonne del nostro giornale non sono certo le più adatte per farlo, e non perché qui da noi si parli solo di musica e arte.

L’arte, infatti, è legata in modo inestricabile alla politica e alla vita in società, guai se non fosse così.

Va detto che la band, in un certo senso, approfitta sicuramente dello stato delle cose per ottenere un hype mai visto prima; le frequenti dichiarazioni di Damiano a proposito di Putin e dell’aggressione russa all’Ucraina, per esempio, hanno attirato sul complesso gli strali di una certa parte politica. La perfetta macchina del marketing che fa da motore dei Måneskin, ha però calibrato tutto con oculatezza.

Infatti, è innegabile che il loro target, un pubblico giovane e progressista, in larga parte femminile, condivida ampiamente le loro idee e il loro atteggiamento. Una parte di pubblico che magari è meno abituata a fare rumore sui social, dove il fenomeno Måneskin è odiato fino ad arrivare al bullismo vero e proprio, ma che acquista singoli, album e biglietti dei loro concerti.

Ma parliamo del singolo The Loneliest.
La canzone segue Supermodel, primo episodio di una sorta di nuovo corso del gruppo, frutto del successo internazionale. Saggiamente, infatti, la band ha deciso di affrontare il percorso che segue all’incredibile successo di Teatro d’Ira Vol.1 affidandosi a produttori internazionali, con un certo mestiere alle spalle.

The Loneliest è così frutto della scrittura a otto mani della band, ma anche di grossi nomi internazionali. Per il singolo si sono infatti mobilitati Rami Yacoub, Sarah Hudson, James Abrahart e Jason Evigan. Si tratta di nomi che magari a una prima lettura non dicono nulla, ma che sono gli stessi dietro ai successi di Britney Spears, Madonna, Katy Perry e Maroon 5, tra gli altri. E sono nomi che fanno subito intendere come il suono dei Måneskin sia a una svolta, buona o cattiva che sia.

Basta premere play sul lettore e far partire The Loneliest.
La voce di Damiano David è sempre la stessa, innegabilmente carismatica e simile nel timbro a quella di Finn Andrews, leader dei mai troppo celebrati The Veils; Damiano, però, pare aver imparato a non pestare troppo sull’acceleratore. La sua prestazione è infatti più matura del solito, senza quegli sgradevoli eccessi che spesso hanno reso i pezzi dei Måneskin piacevoli come unghie sulla lavagna.

The Loneliest parte carezzevole, più melodica del solito, e cresce piano, come tante ballatone rock anni ’90. Già, perché dopo l’ubriacatura anni Settanta a cui i Måneskin ci avevano abituato – scatenando le ire dei puristi – il loro nuovo riferimento pare essere il decennio del grunge. I suoni, a metà tra classica power ballad e suggestioni emo, sono perfetti e levigati, anche se più vicini a un pop energico che all’hard rock grezzo.

Perfino il look, osservando le prime foto del nuovo corso, pare essersi rivolto più al dark di tante band del periodo che a quello ipertricotico alla Led Zeppelin o Deep Purple. Anche se, non temete, nel live di Camden la bassista Victoria De Angelis sfoggia sempre il celebre nastro adesivo.

Ma torniamo a The Loneliest.
Il brano, come detto, parte carezzevole per poi aprirsi alla potenza di fuoco del quartetto romano. Le liriche parlano della fine di una storia, argomento certo non originalissimo. La stessa band ha dichiarato:

“Ha una forte carica emotiva, essendo una via di mezzo tra una lettera d’amore, un addio e un testamento. È quel che diresti alle persone a cui vuoi bene quando qualcosa di bello finisce. È un testo importante per noi: esprime un messaggio d’amore universale.”

I primi trenta secondi di The Loneliest scorrono con la voce di Damiano sostenuta solo dalle pennate della chitarra elettrica; dopo un minuto e mezzo, un vigoroso crescendo porta al ritornello. Damiano fa la voce grossa e si ha proprio la sensazione di un passo avanti nella tecnica; non c’è più quel raschiare spesso fastidioso, ma più un ringhio cupo e corposo. Sicuramente un passo avanti.

Si ha la sensazione che The Loneliest, con un arrangiamento meno improntato al rock, potrebbe suonare come un qualsiasi pezzo pop di Katy Perry o simili. Del resto, visti i nomi coinvolti, il progetto parrebbe puntare proprio in questa direzione.

Il vero contentino – o momento clou, fate voi – per gli appassionati del rock, arriva nell’ultima parte. Un assolo di chitarra per cui il buon Thomas Raggi pare aver rubato la pedaliera di Tom Morello. La parte di elettrica, ben suonata e sorprendentemente piacevole, propone infatti degli effetti che rimandano al chitarrista di Rage Against the Machine e Audioslave.

Insomma, The Loneliest va ascoltato senza pregiudizi, come si dovrebbe fare sempre, sia dai fan osannanti che dai detrattori a prescindere. Facendo così, vi troverete di fronte a una power ballad che non entrerà certo nella storia, ma che almeno è suonata da quattro musicisti veri. Musicisti forse non con la M maiuscola, certo, ma che suonano senza ricorrere a campionamenti, turnisti e autotune. Come, almeno in quel che rimane del rock, si dovrebbe ancora fare.

— Onda Musicale

Tags: Deep Purple/Led Zeppelin/Britney Spears/Madonna/Tom Morello/Katy Perry/Rage Against the Machine/Maneskin
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