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Gli Arctic Monkeys sono tornati sulla Terra: i nuovi singoli

Gli Arctic Monkeys sono tornati sulla Terra, dopo l’esperienza spaziale di Tranquility Base Hotel & Casino.

Con i due singoli appena rilasciati continua il nuovo percorso della band di Sheffield, Inghilterra, iniziato con l’album del 2018. Messe però da parte metafore e atmosfere ultraterrene, sembra che l’intento degli Arctic Monkeys sia quello di abbandonare la fantascienza e tornare alla quotidianità, esprimendo con la solita eleganza una malinconia che racconta crescita e maturità.

There’d Better Be A Mirrorball

Il video è diretto da Alex Turner, frontman della band, durante le registrazioni della canzone in una villa in campagna. Le tinte retrò anni ’60-’70 fanno da sfondo a una ballata dal sound jazz che ricorda il precedente album, restando però ancorata alla realtà.

I know I promised this is what I wouldn’t do / Somehow giving it the old romantic fool / Seems to better suit the mood”

(So di aver promesso che questo è quello che non avrei fatto / In qualche modo dandogli il vecchio sciocco romantico / Sembra adattarsi meglio all’umore)

Versi romantici, che sembrano rimandare a una rottura sentimentale, sono sostenuti dall’attuale strumento principale di Turner, il piano, accompagnato a volte dal mellotron. Il leader stesso ha sostenuto di aver tratto ispirazione per questo album da artisti del calibro di Led Zeppelin e Rolling Stones (che hanno registrato proprio in quella casa in campagna). La chitarra, in ogni caso, non viene abbandonata.

Body Paint

Turner si esibisce in un falsetto che inizia a definire la nuova èra della band, composta da ballad orchestrali e piantate sempre più a terra. Non mancano i riff di Tranquility Base Hotel & Casino, che creano un’atmosfera bowieana anni ’70. Verso il finale del brano, ecco che ricompare la chitarra distorta e sguaiata tipica dei primi album, per rincuorare i fan legati al vecchio sound.

For a master of deception and subterfuge / You’ve made yourself quite the bed to lie in / Do your time traveling through the tanning booth / So you don’t let the sun catch you crying”

(Per maestra dell’inganno e del sotterfugio / ti sei fatta un bel letto in cui sdraiarti / Trascorri il tuo tempo viaggiando attraverso la cabina abbronzante / così non lasciare che il sole ti sorprenda a piangere)

E continua: «I’m watching your every move / I feel the tears are coming on / It won’t be long, it won’t be long», Sto osservando ogni tua mossa / Sento che le lacrime stanno arrivando / Non ci vorrà molto / Non ci vorrà molto. Di cosa parliamo, forse di tradimento? Di certo c’è che il frontman – narratore o protagonista che sia – sta cercando di esorcizzare un dolore.

Ci troviamo di fronte a un’altra canzone d’amore malinconica, eppure per niente banale. Infatti ha l’estetica vintage e innovativa che appartiene solo agli Arctic Monkeys, e questa è la prova che The Car non potrà deluderci.

The Car, il settimo album in studio della band uscirà il 21 ottobre. Ecco le tracce:
  • There’d Better Be A Mirrorball
  • I Ain’t Quite Where I Think I Am
  • Sculptures Of Anything Goes
  • Jet Skis On The Moat
  • Body Paint
  • The Car
  • Big Ideas
  • Hello You
  • Mr Schwartz
  • Perfect Sense

— Onda Musicale

Tags: The Rolling Stones, Led Zeppelin, David Bowie, Arctic Monkeys
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