Diretto da Roddy Bogawa e Storm Thorgerson, il docufilm ha avuto una gestazione lunga oltre 10 anni ed è in attesa di distribuzione, in vista del 50° anniversario dell’album “The Dark Side of the Moon”.
Il focus del documentario è tutto sull’enigmatica figura di Syd Barrett, cofondatore dei Pink Floyd di cui scelse il nome e la cui parabola durò pochissimo, fino all’inizio del 1968. Quando diventò un “buco nero nel cielo”, come avrebbe scritto Roger Waters in “Shine On You Crazy Diamond” anni dopo.
La genesi del film
Il progetto del film risale al 2012, concepito durante un incontro a Los Angeles tra il regista Roddy Bogawa e il designer Storm Thorgerson. Il giovane regista americano e il fondatore del celeberrimo studio grafico Hipgnosis avevano appena collaborato alla realizzazione del film “Taken By Storm”, sull’arte dell’artista grafico.
Racconta Roddy Bogawa:
“Il film fu “covato” a Los Angeles durante una colazione a base di toast e uova. La sera prima, il musicista Rob Dickinson aveva detto a Storm “Roddy DEVE fare il film su Syd Barrett che DEVE essere girato”. Tra un sorso e l’altro di caffè, la mattina dopo, Storm mi disse: “Che cosa sai di Syd Barrett?” Gli raccontai del bassista di una delle mie band al college ossessionato dai The Piper at the Gates of Dawn e dai dischi solisti di Syd. Avevamo provato ad imparare le sue canzoni ma non c’eravamo riusciti perché erano molto peculiari; inoltre, gli dissi che ritenevo il modo di scrivere le canzoni di Syd assolutamente moderno e lirico. Storm mi guardò negli occhi e disse: ‘Forse tocca a te…’ E così partì il progetto…”
Dopo la prematura scomparsa di Thorgerson nel 2013, il film è stato completato da Roddy Bogawa e da Rupert Truman, fotografo dello StormStudios, altro studio grafico fondato da Thorgerson dopo che aveva lasciato il marchio Hipgnosis allo storico partner e cofondatore Aubrey ‘Po’ Powell. Durante la lunga fase di gestazione del film si è aggiunto il produttore Orian Williams.
La produzione del documentario
In collaborazione con Believe Media e A Cat Called Rover, il documentario è stato prodotto dalla casa di produzione Mercury Studios, specializzata in documentaristica musicale. Recentissima la realizzazione di “If These Walls Could Sing”, la storia inedita dei famosi Abbey Road Studios, per la regia di Mary McCartney, figlia dell’ex Beatle Paul.
I produttori esecutivi di “Have You Got It Yet?” sono Luke Thornton e Liz Silver per Believe Media, Paul Loasby per i Pink Floyd, Geoff Kempin e Alice Webb per Mercury Studios. Si attende la distribuzione del documentario.
In “Have You Got It Yet?” (titolo ripreso da una canzone inedita, prodotta durante le ultime prove con i Pink Floyd) la figura di Syd Barrett scaturisce dal racconto di chi lo ha conosciuto o ha amato la sua arte.
Le interviste inedite
Dunque, nel film sono presenti interviste inedite con i membri dei Pink Floyd David Gilmour (amico d’infanzia di Barrett che ne prese il posto nel 1967), Nick Mason e Roger Waters; con la sorella di Syd Rosemary Breen; con i manager dei Pink Floyd Peter Jenner e Andrew King.
E, ancora, interviste con Pete Townshend degli Who, Graham Coxon dei Blur e Andrew VanWyngarden di MGMT, col drammaturgo Tom Stoppard, col fotografo Mick Rock, col regista Peter Whitehead e tanti altri.
Gli intervistati: Peter Whitehead
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Ricorda Bogawa: “Peter era amico di Jenny Spires (una delle fidanzate di Syd, n.d.r.) che suggerì di riprendere i Pink Floyd per il film ‘Tonight Let’s All Make Love in London’. Peter era diventato famoso grazie al fantastico film ‘Charlie is My Darling’ nel 1966. ‘Tonight’ doveva essere il suo documento operistico degli anni ’60.”
“Riprese i Floyd al Sound Techniques Studio con una pellicola a colori 16 mm ed è uno dei migliori filmati della band di quell’epoca. Storm intervistò Peter; non si erano mai incontrati in passato e l’intervista andò bene. Ma durante l’incontro i loro ego si scontrarono. Storm era solito dire affettuosamente che il suo ego aveva “le dimensioni di un piccolo pianeta”.
Gli intervistati: Mick Rock
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Bogawa sul celebre fotografo rock: “Ovviamente abbiamo dovuto intervistare Mick Rock, il fantastico fotografo che è stato amico di Syd in vari momenti della sua vita. Mick ha inserito molti suoi scatti di Syd nel suo libro ‘Psychedelic Renegades’ e forse ha anche fatto l’ultima intervista con Syd, quella in cui disse ‘Sono solo pieno di polvere e chitarre’.“
“Mick ebbe la sua prima fotocamera Nikon da Aubrey Powell e stava per unirsi a Po e Storm nello studio Hipgnosis a un certo punto. Per questo andò a fare le foto a casa di Syd per la copertina di ‘The Madcap Laughs’ (album solo di Barrett, n.d.r.). C’è un grande film sul lavoro di Mick: ‘Shot!’. C’è una clip inedita di Syd. Mick mi ha anche detto che aveva delle riprese in super 8 di Syd che faceva le verticali ma le ha perdute. Uno dei grandi ritrattisti di tutti i tempi. RIP Mick (Mick Rock è scomparso il 18 novembre 2021, n.d.r.)”.
Gli intervistati: Roger Waters
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“Altra grande intervista che abbiamo fatto per il film è stata quella con Roger Waters. Ha raccontato alcune storie straordinarie, alcune delle quali non sono state inserite nel montaggio finale. Ma proveremo a metterle negli extra, se possibile. In un racconta di una corsa in moto a Cambridge con Syd come passeggero e la gomma posteriore che esplose appena fermati!”
“I Pink Floyd avrebbero potuto avere una carriera musicale molto più breve se la gomma non avesse resistito fino a quel punto! Roger è stato supergeneroso e, tra le tante storie emozionanti e affettuose, ha anche recitato il testo di SHINE ON YOU CRAZY DIAMOND per il film. Stavo utilizzando la telecamera “B” mentre Rupert Truman riprendendo con la principale; ad un certo punto la Nikon che stavo utilizzando si surriscaldò e si è spense. Ridicolo! Per fortuna Storm e Roger si divertirono a rivedersi dopo tanti anni, quindi andò tutto bene… E alla fine delle riprese, chiesi loro una foto per la quale posarono spontaneamente…”
Jason Isaacs voce narrante di “Have You Got It Yet?”
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L’attore Jason Isaacs è la voce narrante del film. A proposito, racconta il regista: “Abbiamo cercato la voce narrante tra attori e musicisti Grazie al nostro produttore Orian Williams siamo entrati in contatto con Jason Isaacs (‘Harry Potter’, ‘The Patriot’, ‘Black Hawk Down’) esattamente 5 minuti dopo averlo visto in un sacco di interviste con lui su YouTube.”
“Ho pensato che potesse essere perfetto. Stava girando un film in Polonia e sarebbe rimasto a Londra solo per una settimana… la stessa identica settimana in cui eravamo in servizio a Londra. È stato perfetto e in poche ore ha fatto il lavoro correggendo anche un po’ della nostra grammatica. Grazie Jason, è stato un vero piacere.”
Oltre 50 brani dei Pink Floyd e Syd Barrett nella colonna sonora del film
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Le tracce musicali inserite nel mix del documentario sono in Dolby 5.1 Stereo, realizzate nell’arco di due giorni ai Pinewood Studios a Los Angeles. La post-produzione audio è stata poi realizzata nel Pressburger Theater nella stessa città.
Ritratto di una figura di culto ma anche di un gruppo di amici
Roddy Bogawa: “È la tragica storia di Brian Wilson e Kurt Cobain e di molti altri nel campo della musica e dell’arte le cui spinte creative esplosive spesso si basano su una fragile ed esuberante energia che viene alimentata dalla pressione del successo. Il film non è solo il ritratto di una delle figure di culto più iconiche della musica attraverso l’obiettivo e i ricordi dei suoi compagni di band, amanti, amici e musicisti; è anche uno sguardo retrospettivo su di un gruppo di amici cresciuto a metà degli anni Sessanta e sul loro idealismo, ambizioni, speranze e sogni in un momento culturale così straordinario”.
Si attende la distribuzione del documentario ma, dice il regista: “Il film avrà una finestra di 45 giorni nelle sale cinematografiche di tutto il mondo”.