Il Mellotron è uno strumento musicale a tastiera divenuto popolare tra la fine degli anni sessanta e la prima metà degli anni settanta.
Si tratta di uno strumento che riproduce suoni ma non li crea, per cui non è un sintetizzatore ma nemmeno un riproduttore in quanto al suono prodotto veniva aggiunto un timbro malinconico e nostalgico che lo rendeva unico e molto interessante, specialmente nel genere progressive rock sperimentale.
L’esordio del mellotron
Probabilmente viene usato per la prima volta da Graham Bond nell’album The Sound of ’65 e successivamente è stato usato anche da altri artisti, tra cui i Beatles, Brian Jones dei Rolling Stones, Rick Wright dei Pink Floyd, i Moody Blues, i Genesis, Rick Wakeman, gli Yes, i Pooh, John Paul Jones dei Led Zeppelin, Robert Fripp dei King Crimson, Robert Wyatt, i Jethro Tull, Barclay James Harvest e Herbie Hancock.
Cosa hanno in comune “Strawberry Fields Forever” dei Beatles, “Sitting by the Riverside” dei Kinks e “200 Lightyears From Home” dei Rolling Stones?
Oltre al fatto che sono stati tutti rilasciati al culmine dell’era psichedelica, ognuno di questi brani utilizza uno strumento che ha completamente rivoluzionato l’industria musicale: il Mellotron. Lanciato dai Beatles, questo straordinario kit è responsabile del dolce suono del flauto di “Strawberry Fields“, della linea di chitarra di apertura di “Bungalow Bill” e del riff di “Here Comes The Sun“.
Il Mellotron può sembrare un sintetizzatore, ma in realtà è un campionatore
I Beatles usavano un Mellotron MKII. Lo strumento era dotato di nastri, ciascuno collegato a uno dei 35 tasti, che potevano essere attivati nello stesso modo in cui si suona il pianoforte, come fece Paul McCartney. Utilizzando il banco di suoni del flauto (Bank 4) sulla tastiera destra, compose una semplice progressione a due mani che è passata alla storia. Nella strofa iniziale, Lennon canta: “Let me take you down / cause I’m going to Strawberry Fields“. Quando Lennon eseguì la parte “Strawberry Fields“, McCartney usò il pitch-bender incorporato per modulare l’accordo, creando un’introduzione fluida degna dell’album più psichedelico dei Beatles.
Da allora Paul ha concluso che il Mellotron è stato inventato per l’uso nei cabaret, dove lo strumento avrebbe potuto offrire un’alternativa più economica alle band dal vivo
Il predecessore del mellotron, il Chamberlin, era un elemento comune nei salotti americani negli anni ’50. Nel 1962 Chamberlin era alla ricerca di un produttore per la produzione di testine a nastro per strumenti futuri. La società si stabilì nella società di ingegneria dei nastri Bradmatic, gestita da Frank, Norman e Les Bradley. I fratelli studiarono il Chamberlin e giunsero alla conclusione che avrebbero potuto migliorare il progetto originale. Così, in collaborazione con il direttore d’orchestra e presentatore della BBC Eric Robinson e un mago televisivo chiamato David Nixon, fondarono la Mellotronics.
L’idea originale era molto semplice
Si trattava di creare uno strumento che potesse sostituire facilmente un’orchestra. Per raggiungere questo obiettivo, Mellotronics ha registrato suoni di archi reali, organi, percussioni e flauti. Questo è fondamentalmente lo stesso processo che i moderni ingegneri del suono da studio seguono durante la creazione di pacchetti di campioni da utilizzare nelle DAW. La differenza è che la Mellotronics stava lavorando in un mondo pre-digitale e quindi ha registrato tutte le sue registrazioni su nastro.
Il suo funzionamento
Ciascun tasto del Mellotron è collegato a un tratto di nastro magnetico, che viene premuto contro la testina di riproduzione quando viene premuto un tasto. Ovviamente, al rilascio del tasto, il nastro torna nella posizione originale, interrompendo la registrazione. La fisicità del Mellotron è uno dei motivi per cui suona in maniera così unica. Ogni campione di nastro contiene una certa quantità di “flutter and wow” – piccole imperfezioni nel nastro. Ciò significa che un tasto non suona mai allo stesso modo due volte. Il Mellotron, in questo senso, è in perenne maturazione. Come un buon vino italiano.
Il suo arrivo in Italia
Negli anni settanta il mellotron viene importato in Italia e utilizzato da band come PFM, Le Orme, il Banco del Mutuo Soccorso, Matia Bazar, Pooh e molti altri. Tra i primissimi utilizzatori è giusto ricordare Checco Marsella, che lo utilizza uso nel disco dei Giganti “Terra in bocca” (1971). Fino agli anni 90 viene praticamente dimenticato, principalmente a causa dell’arrivo sul mercato dei sintetizzatori digitali, ma anche a causa del al notevole peso e alla proverbiale instabilità dei modelli “storici” come l’M-400.