Musica

Viaggio nel mondo dei videoclip: ecco i 10 più belli di sempre

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L’idea di fare un video per accompagnare una canzone risale agli anni 60, ma la vera rivoluzione avviene con la nascita di MTV che, di fatto, racconta la canzone con un video.

La rivoluzione e la grande intuizione di MTV

MTV creò un nuovo modo di intendere l’industria musicale e spinse pian piano tutti gli artisti e le case discografiche a non poter proprio fare a meno di un video per accompagnare l’uscita di un singolo. I videoclip sono stati divertenti, tristi, esagerati, irriverenti, provocatori, fantasiosi e molto, molto altro ancora. Si era arrivati al punto di aspettare l’uscita del video più della canzone stessa, soprattutto da quelli che, fra interpreti e registi che si ripetevano, ne hanno reso un cult.

Pubblichiamo la classifica dei 10 migliori videoclip redatta da Rolling Stone Italia e curata dal produttore discografico e DJ Gigi Ariemma e pubblicata su capital.it, una delle voci più autorevoli del panorama radiofonico nazionale. 

Decimo posto: “Billie Jeandi Michael Jackson (1982)

Un video che ci ha stupito come pochi altri, che ci ha sbattuto in faccia tutto quello che all’epoca si poteva fare con quel nuovo mezzo. L’impatto è stato molto forte sia per le immagini, per il montaggio e per il modo di ballare di Michael Jackson, sia dal punto di vista culturale: è stato infatti il primo video di un artista nero ad essere stato trasmesso su MTV.

Nono posto: “November Raindei Guns N’ Roses (1991)

Il video racconta la storia del matrimonio fra Axl Rose e la sua fidanzata di allora, Stephanie Seymour, ma con un finale orrendo. Difatti la sposa muore ma non si capisce come, se per mano propria o del marito. Forse per capirlo, come dicono tanti fan, bisognerebbe guardare altri due video dei Guns che con November Rain formano una trologia: Don’t Cry e Estranged. In questo articolo alcune curiosità sul videoclip.

Ottavo posto: “Sledgehammer” (1986) di Peter Gabriel 

Si tratta di un video divertente e surreale che stupì sia per gli effetti grafici che per lo spirito di Peter Gabriel, non noto per avere un carattere così giocoso. Era il mese di aprile del 1986 quando usciva il videoclip di Sledgehammerbrano scritto e interpretato dall’ex Genesis Peter Gabriel e contenuto nel disco “So“. Il videoclip è stato diretto da S.R. Johnson e prodotto dalla Aardman Animation. Il brano ha ricevuto tre candidature ai Grammy Awards nel 1987, nelle categorie “miglior interpretazione voce rock maschile“, “canzone dell’anno” e “registrazione dell’anno” e si è aggiudicato sette MTV Video Music Awards nel 1987. 

Settimo posto: “Untitled (How Does It Feel)” di D’Angelo (2000)

Un unico piano sequenza che inquadra l’artista nudo e si sofferma su particolari come orecchie, capelli e muscoli in bella vista. L’impatto fu considerevole sulla carriera discografica di D’Angelo, poiché contribuì a generare un’immagine di lui come icona sessuale per una generazione più giovane di fan. Tuttavia, il suo malcontento per questa immagine resa, ha portato al suo periodo di assenza dalla scena musicale dopo la conclusione del tour di supporto per l’album Voodoo.

Sesto posto: Beastie Boys con “Sabotage“ (1994)

Per la regia di Spike Jonze, questo videoclip è un omaggio ai telefilm polizieschi degli anni ’70, con i componenti della band che giocano a guardie e ladri con tanto di stivaletti di pelle, baffoni extra large e inseguimenti.

Quinto posto: New Order col “The Perfect Kiss“ (1985)

Il video di Jonathan Demme che ha avuto l’impatto più duraturo è stato per questa canzone dei New Order, fra i maggiori esponenti della New Wave. Non ci sono dei messaggi da codificare con stupore in questa clip, c’è la semplice esibizione di una band che suona live per 11 minuti. Ma il regista ha saputo come mostrare i musicisti nella loro sala prove portandoli nelle nostre case, a un passo da noi. E poi, dietro a Bernard Sumner c’è il poster di “Unkonwn Pleasure” dei Joy Division.

Quarto posto: “This Is America” di Childish Gambino (2018)

Un altro lavoro ad altissimo impatto culturale che lega immagini e lyrics per denunciare l’uso incontrollato delle armi negli Stati Uniti e la violenza della polizia nei confronti dei neri. È tutto da guardare.

Terzo posto: “Vogue” di Madonna

Il video ha così portato una sottocultura sotto la luce dei riflettori: quella del vogueing (o voguing) che è uno stile di danza contemporanea, un modo di ballare nato nei locali gay frequentati da minoranze etniche.

Secondo posto: “Hurt” di Johnny Cash (2002)

Scritta da Trent Reznor dei Nine Inch Nails per esorcizzare la depressione che lo tormentava, il pezzo capitò tra le mani di Johnny Cash che ne volle fare una sua personale versione. Il video non ha effetti speciali mirabolanti ma ti cattura emotivamente senza che coscientemente si capisca il motivo. Il regista Mark Romanek si muove nella casa dell’artista, fra i suoi oggetti e lui che canta e suona la chitarra. Le immagini sono intervallate dai video di alcuni momenti della vita reale di Cash, quando era giovane. E tutto ciò porta alla malinconia di una vita che dovrà spegnersi, guidata dalla voce di uno dei più grandi artisti del nostro tempo.

Primo posto

Al numero 1 di questa classifica c’è il video di una canzone che non ha avuto tutti gli onori e la gloria di quelle nominate in precedenza, ma che ha mostrato Beyoncé nella sua forma migliore, quella di artista. In “Formation” ha voluto raccontare, in breve, la storia degli afroamericani. La regista Melina Matsoukas ha detto di aver voluto mostrare la gente di colore per come è; il moto del Black Pride e la denuncia per il trattamento che subiscono i neri è al centro della narrazione. Nel video si vede un uomo in possesso di un giornale con la faccia di Martin Luther King Jr. con il titolo ‘The Truth’. Seguono delle scene con un ragazzo incappucciato che fa break dance davanti a dei poliziotti con alle spalle un muro di graffiti con le parole ‘smettete di spararci’.

— Onda Musicale

Tags: Madonna/Peter Gabriel/johnny cash/Michael Jackson/Guns N' Roses
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