Gli Eagles sono un gruppo musicale rock statunitense proveniente da Los Angeles e formato -originariamente – da 4 componenti: Glenn Frey, Don Henley, Bernie Leadon e Randy Meisner.
Dopo vari cambiamenti di formazione e una lunga pausa (1980 al 1994) gli Eagles si sciolgono nel marzo del 2016, a causa della morte di Glenn Frey avvenuta due mesi prima. La band si riunisce però nel 2017. Complessivamente gli Eagles hanno venduto oltre 150 milioni di dischi.
Il disco dei record
Il loro disco Their Greatest Hits (1971-1975) ha venduto oltre 50 milioni di copie nel mondo di cui 38 milioni solo negli Stati Uniti. Con milioni di dischi venduti, gli Eagles sono considerati uno dei gruppi rock più influenti degli anni 70 e della storia della musica contemporanea. Il successo della loro musica è stato confermato nei decenni successivi, caratterizzati da diversi tour mondiali e intervallati da progetti individuali dei vari componenti della band.
Il loro stile musicale
Il loro stile risente dell’influenza di vari generi, quali il country rock, l’hard rock, ma anche il rock ‘n’ roll, il folk rock e persino il soft rock. Nel corso della loro carriera, oltre alle numerose raccolte (7 per la precisione), gli Eagles hanno pubblicato 7 album in studio e 5 live ufficiali, l’ultimo nel 2021. Il loro album di maggior successo è senza alcun dubbio Hotel California.
Nessuno di loro è californiano (o quasi)
Quasi nessuno dei componenti della band californiana era davvero originario della California. Frey e Henley venivano uno dal Michigan e l’altro dal Texas, Randy Meisner dal Minnesota e Bernie Leadon dal Nebraska. Più tardi si aggiunsero Don Felder dalla Florida e Joe Walsh dal Kansas. Solo Timothy B. Schmit, l’ultimo arrivato, è nato e cresciuto in California, a Oakland. Tutti però si sono rapidamente adeguati allo stile di vita della West Coast.
Un debutto inaspettato
Gli Eagles iniziano la loro avventura nel 1971, dopo che Linda Ronstadt recluta Glenn Frey e Don Henley nella sua band. Quando arrivano anche Meisner e Leadon i quattro fanno un ultimo concerto con la Ronstadt a Disneyland, ma poi lei ne intuisce il potenziale e l’alchimia e li lascia generosamente liberi di creare la propria band. Così gli “aquilotti” spiccano il volo e in un solo anno pubblicano il primo album. Si tratta di un debutto rivoluzionario che posiziona subito tre singoli nella Top 40. C’è lo zampino di un altro grande amico musicista dietro il successo del loro primo 45 giri, ‘Take it Easy’: Frey lo scrive infatti insieme al suo affezionatissimo vicino di casa, un certo Jackson Browne.
Un Natale indimenticabile
La caldissima cover del 1978 di ‘Please Come Home For Christmas’ (l’originale era del cantante e pianista blues Charles Brown) viene pubblicata mentre gli Eagles stanno lavorando a ‘The Long Run’ e diventala prima canzone di Natale a raggiungere la Top 20 dal 1960, dai tempi di ‘Rockin’ Around the Christmas Tree’ di Brenda Lee.
Lo scontro con Rolling Stone (vinto 15 a 8)
Nel maggio del 1978 la band sfida a softball la redazione di Rolling Stone e fra i tifosi c’è anche una scatenata Joni Mitchell, che testimonia uno per uno i gravi errori strategici dei giornalisti “scribacchini”. Nel suo libro ‘Sticky Fingers: The Life and Times of Jann Wenner and Rolling Stone Magazine’ Joe Hagan dedica cinque pagine all’epica battaglia, vinta 15 a 8 dalla band di Frey. Competitivo per natura, lui è il più agguerrito di tutti perché non tollera la critica musicale più snob, sempre pronta a banalizzare lo strepitoso successo di pubblico del suo gruppo. La schiacciante vittoria su campo vale agli Eagles una gloriosa pagina sulla rivista per “cantare la propria vittoria” nonché la donazione di 5000 dollari all’UNICEF da parte del magazine musicale
Ci eravamo tanto amati
Nel 1980, dopo una fortissima tensione durante un concerto per una campagna elettorale, la band si scioglie e i rapporti tra gli ex-colleghi si incrinano fortemente. Giurano di non tornare mai più insieme ma le radio americane li trasmettono in continuazione, conservando praticamente intatta agli occhi dei fan la sensazione della loro presenza nel panorama musicale. Nel 1993 il cantante country Travis Tritt realizza una sua versione di ‘Take It Easy’ e riunisce la band per il videoclip. Più che a rompere il ghiaccio quell’episodio serve a “congelare l’inferno” – per parafrasare Don Henley – e da questo piccolo miracolo avviene la reunion. E con essa anche un anche nuovo album, non a caso intitolato ‘Hell Freezes Over’ (1994).
Dono inestimabile per i fan ma ancor più importante per Joe Walsh, che lontano dai suoi è caduto in una spirale di droga e alcool. ha toccato il fondo e solo il ritorno degli Eagles gli salva davvero vita e carriera: un nuovo scopo e una dura lotta che racconta poi nella canzone-confessione ‘One Day at a Time’.
Gli Eagles e Michael Jackson: record su record
“Thriller” (1982) di Michael Jackson è stato sorpassato da “Greatest Hits ’71-’75” degli Eagles, che arriva a 38 milioni di copie vendute negli Stati Uniti. Il disco di Jacko si ferma a 33 milioni di copie vendute anche se mantiene il primato mondiale con oltre 100 milioni di copie vendute. Tuttavia, la raccolta di successi non è l’unico lavoro degli Eagles a brillare nelle classifiche. Sempre secondo i dati della Recording Industry Association of America, “Hotel California“, pubblicato nel 1977, avrebbe raggiunto i 26 dischi di platino, piazzandosi così sul gradino più basso del podio dei dischi più venduti di tutti i tempi negli Usa.
La genesi del loro capolavoro
In una intervista a The Howard Stern Show, il chitarrista della band Don Felder, ha detto su Hotel California:
Don Henley e Glenn hanno scritto la maggior parte delle parole. Tutti noi siamo arrivati a Los Angeles di notte. Nessuno proveniva dalla California, e se guidi a Los Angeles di notte, puoi solo vedere questo bagliore all’orizzonte delle luci e le immagini che iniziano a correre attraverso la tua testa di Hollywood e tutti i sogni che hai, e così via. Era una cosa del genere, quello di cui abbiamo iniziato a scrivere la canzone.”