Musica

Album che hanno fatto la storia (parte 3)

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Oggi tratteremo il Jazz. Questo genere musicale, ai più sconosciuto, ebbe origine fra il 1910 e il 1920 in America nascendo dalle confluenze di tradizioni musicali africane ed europee.

Caratteristiche peculiari del jazz sono l’improvvisazione, la poliritmia, l’utilizzo molto frequente della sincope e di note swing. In questa parte parleremo di un album storico del jazz realizzato dal grande Miles Davis.

GENERE JAZZ

Album: Kind of Blue

Autore: Miles Davis

Data Pubblicazione: 17 agosto 1959

Kind of Blue è un album che è entrato nella storia del jazz essendo uno dei primi esempi di modal jazz. Nel 1992 vinse il Grammy Hall of Fame Award ed è fra i 50 dischi inclusi nel National Recording Registry degli Stati Uniti. Realizzato da Miles Davis con la collaborazione di altri miti del jazz come Julian Adderley (sax contralto), John Coltrane (sax tenore), Bill Evans (pianoforte), Paul Chambers (contrabbasso) e Jimmy Cobb (batteria).

Il disco, composto di cinque pezzi, fu registrato in due sessioni alla Columbia Records, sulla 30ª strada a New York. Il lato A fu inciso il 2 marzo e comprende tre tracce, il lato B invece fu inciso il 22 aprile e comprende le due tracce rimanenti. Leggenda vuole che per incidere le canzoni del disco non vennero fatte prove, il che non era insolito per le registrazioni di Davis, e i pezzi da registrare erano tutti nuovi. Bill Evans disse che Davis distribuì alla band solo i bozzetti delle linee melodiche su cui improvvisare.

Quando i musicisti si riunirono Davis diede loro brevi istruzioni per ogni pezzoe si preparò a registrare in studio. I risultati di questo vennero definiti in seguito eccezionali, si sparse poi la voce secondo cui tutte le tracce dell’album siano delle “prime esecuzioni assolute”. Ovviamente le voci sono false, infatti solo il brano Flamenco Sketches fu suonato e registrato al primo colpo.

Il primo brano dell’album è So What ed è uno standard composto da Miles Davis. Ripreso da moltissimi musicisti è considerato uno dei suoi maggiori successi.

La progressione armonica di questo brano è molto particolare e in seguito fu riutilizzata da Coltrane per la sua Impressions. La progressione consiste in lunghe sequenze di accordi ripetuti, facendo identificare il brano come modale, integrata poi da un tema in forma antifonale spesso preceduto da delle intro di piano o di basso.

L’introduzione di questo brano fu scritta da Gil Evans per Chambers e Bill Evans. I voicing usati da Bill Evans per l’accompagnamento contribuiscono a dare un senso di spazio e apertura generale che pervade tutto il brano.

Freddie Freeloader è il secondo brano dell’album. Il titolo, che si traduce in “Freddie lo scroccone”, curiosamente sembra essere un riferimento di Davis a Fred Tolbert che era un barista di Philadelphia molto amico dello stesso Davis. Il brano assume la forma di un blues classico in 12 battute e il tema è esposto dai fiati arrangiati da Davis, Coltrane e Adderley col pianoforte che funge da contrappunto. Il piano in questo pezzo è suonato da Wynton Kelly, specialista del blues.

Flamenco Sketches è la quinta traccia del disco scritta da Davis e Evans. Il brano si caratterizza per essere composto da ben 5 scale modali per l’improvvisazione dei musicisti e da diversi accordi che fanno da tappeto sonoro. Questa traccia è, per molti versi, uno degli esempi più immediati dell’innovazione di Miles Davis.

La pubblicazione dell’album avvenne nel 1959 e da allora è considerato il capolavoro massimo di Davis. È citato come il disco jazz più venduto di sempre, ma nonostante ciò, non ricevette nessun disco d’oro. Viene anche considerato uno dei dischi più influenti per la storia del genere, tutti i brani sono infatti diventati degli standard per i jazzisti di tutto il mondo.

Ma l’influenza di questo album andò ben oltre i confini del jazz in quanto musicisti rock e di musica classica ne furono massicciamente influenzati. Il chitarrista Duane Allman (Allman Brothers) dichiarò che i suoi assoli in canzoni come In memory of Elizabeth Reed provenissero da Miles Davis e dal suo Kind of Blue. Addirittura il tastierista dei Pink Floyd Richard Wright disse che le progressioni armoniche di Kind of Blue influenzarono al struttura di brani come Breathe e The Dark Side of the Moon.

Anche in ambito rap il disco è trattato con rispetto, in una intervista il rapper Q-Tip disse che “Kind of Blue è come la Bibbia, devi averne almeno una copia in casa”.

Un aspetto significativo è che l’intero disco era rivoluzionario ed innovativo ma di facile presa sul pubblico. Viene infatti raccomandato ai neofiti del genere per l’immediatezza dell’improvvisazione che risulta rilassata e melodica e di facile comprensione anche per gli ascoltatori casuali. Tutto ciò senza che risulti meno importante la sperimentazione artistica.

Nel prossimo appuntamento parleremo del Grunge con una delle band attualmente più in vista.

— Onda Musicale

Tags: The Dark Side of the Moon/Jazz/Miles Davis
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