Agosto 1987 fu un mese molto triste per i fan degli Smiths. Johnny Marr lasciò improvvisamente la band dopo sei anni di intensa e fortunata attività al fianco di Morrissey, Rourke e Joyce.
Il motivo principale sembrava essere il bisogno di Marr di uscire da una difficile condizione lavorativa. Si dice infatti che Morrissey non fosse disposto a lasciarlo libero di collaborare con altri artisti, e Marr si sentiva soffocato dalle restrizioni del cantante.
L’ultima faida tra Marr e Morrissey
Da allora, i due si sono incontrati raramente, o meglio scontrati. Uno scambio ostile c’è stato anche lo scorso gennaio: in un’intervista Marr ha sostenuto di essere in buoni rapporti con tutti gli artisti con cui ha lavorato tranne uno, ovviamente Morrissey. Il cantante allora ha pubblicato una lettera aperta sul suo sito in cui lo ha accusato di usare il suo nome come clickbait invece di soffermarsi sulla sua carriera da solista, dato che ha raggiunto «incredibili traguardi».
Conoscendo Morrissey, è facile riconoscere nelle sue parole quell’ironia che è solita contraddistinguerlo. Ma non escluderei una buona dose di rabbia dovuta al vuoto lasciato dallo scioglimento degli Smiths. Credo infatti che Morrissey abbia sofferto così tanto alla rottura della band da vivere come un tradimento l’abbandono di Marr.
Il chitarrista, invece, non sembra turbato più di tanto dagli eventi e dal comportamento di Morrissey. Risponde alla provocazione con un breve tweet e torna tranquillamente alla sua vita e al suo lavoro.
Le lettere aperte non si usano dal 1953, ormai è tutto sui social. L’ha capito anche Donald Trump. E questa storia delle fake news… fa un po’ 2021, non credi? #rendendol’indiedinuovogrande”
La reunion di Marr e Rourke
I rapporti tra Johnny e Andy, invece, non sembrano essersi per niente raffreddati. Il chitarrista e il bassista si sono appena riuniti per incidere un singolo con la nuova band di Andy Rourke, i Blitz Vega. Si tratta di un progetto nato nel 2017 con Kav Blaggers degli Happy Mondays.
Marr e Rourke si incontrano spesso durante gli show, l’ultima volta due mesi fa al concerto di Marr in apertura dei Killers, quando hanno suonato insieme There Is A Light That Never Goes Out e How Soon Is Now? degli Smiths. Andy Rourke ha dichiarato:
Abbiamo chiesto a diverse persone di partecipare alla traccia, l’ho chiesto anche a Johnny, che molto gentilmente ha registrato la chitarra e ce l’ha inviata. Io e Johnny siamo rimasti amici, ci conosciamo da quando abbiamo 13 anni. È il mio più vecchio e caro amico, e sento che la nostra amicizia sta diventando più forte col passare del tempo.”
Il singolo: Strong Forever
Questa canzone è per i ragazzi che vengono bullizzati ma anche per le persone e le famiglie che combattono per sopravvivere. La malattia mentale e la depressione possono derivare dal sentirsi impotenti. Quando hai poche speranze, punti in alto e accetti ogni sfida che arriva.”
(Kav Blaggers)
Strong Forever nasce come singolo benefico per una campagna contro la discriminazione nel calcio, ma il messaggio che trapela può essere applicato a varie situazioni, interpretato come un grido di battaglia, alla ricerca della forza interiore durante le avversità.
«Ognuno sta affrontando le proprie sfide, soprattutto ora» continua Kav. «Le persone devono guardarsi le spalle a vicenda un po’ di più in questo momento. Sembra che tutti combattiamo per sopravvivere, ma non è troppo tardi. Ci sono tante brave persone su questo pianeta che vogliono fare qualcosa di positivo, grande o piccolo, è solo difficile notarle a volte con tutto il rumore. Ma ora è il momento di fare la differenza, se possiamo.»
Ascoltando la canzone, è subito evidente il contributo di Johnny Marr. Il suono unico della sua chitarra accompagna un sound indie e baggy tipico della scena Madchester, una scena musicale sviluppatasi a Manchester tra la fine degli anni ottanta e la metà degli anni novanta, caratterizzata dalla fusione di rock psichedelico, funk, hip-hop, alternative e acid house. Un altro elemento identificativo di questo sound che si ritrova in Strong Forever è la ritmica ripetitiva, che non rischia mai di annoiare. Il riff di Marr è perfetto per sostenere i cori ripetuti di Kav Blaggers, ci catapulta indietro nel tempo di quarant’anni.