Questa è la storia di un murales, realizzato nel 1978 e situato in Largo Murani a Milano, attualmente è nascosto da una impalcatura.
Ma l’importanza delle cose a volte viene sottovalutata, come in questo caso: così questo è il racconto di come un “disegno sul muro” può catturare l’attenzione delle persone e indursi a farsi delle domande e perchè no, finire per conoscere i Pink Floyd. Grazie ad Isi Serrati per avere mandato a Pink Floyd Italia il suo racconto.
I murales di Largo Murani
Mercoledì 30 novembre verrà inaugurato il market “La Esse” di Esselunga in via Calzecchi a Milano. Sembra una delle “solite” aperture di un nuovo supermarket di quartiere, ma nella sua recente storia non possiamo evitare di parlare di qualcosa che ci tocca da vicino, come Floydiani, ma anche come amanti del Rock e dell’Arte in generale.
Sulla parete dell’edificio che ospiterà il nuovo market sono presenti quattro murales che furono realizzati negli anni ‘70, che raffigurano un capo indiano, un cormorano sporco di petrolio, la mucca della copertina di Atom Earth Mother e il simbolo del sole che ride. Inizialmente Esselunga aveva reso noto che non avrebbe potuto restaurare i murales, per cui avrebbe dovuto abbattere il muro, e si era dichiarata pronta a sostituire i murales con un’opera artistica di alto significato e valore. Ai cittadini del quartiere però la cosa non andò giù e vi fu una protesta.
Vennero tirati in ballo il Municipio 3, l’ufficio Arte Pubblica del Comune di Milano e Municipio 3 e l’azienda dovette ritornare sui suoi passi, procedendo con il restauro conservativo dei quattro murales. Ma perché quei murales sono così importanti per gli abitanti del quartiere di Ortica-Città Studi di Milano?
Bene, se non fate parte della Generazione Alpha e quindi avete avuto la pazienza di leggere fino a qui, leggete questa mia breve (a seconda dei gusti) testimonianza:
“Avevo circa otto anni quando un giorno, passando con i miei genitori in auto da largo Murani, vidi per la prima volta quei bellissimi murales. Ero piccolo e non capivo esattamente cosa raffigurassero, anche se i loro colori e i soggetti che raffiguravano mi intrigavano parecchio. Sarà che forse ero attirato dal disegno in sé stesso, non per nulla di mestiere adesso faccio il grafico, ma quei disegni erano troppo particolari per non imprimersi nella mia memoria.
Qualche anno dopo cominciai ad ascoltare musica e ad appassionarmi al rock e in particolar modo, guarda caso, a Jimi Hendrix e ai Pink Floyd. Non ci volle molto a ricollegare quelle immagini a coloro che sarebbero diventati i miei beniamini per il resto della mia vita. Finalmente capii perché qualcuno si era preso la briga di dipingere una mucca su un muro, quella non era una “semplice mucca”, ma LA mucca per eccellenza, ovvero quella raffigurata sulla cover esterna del disco “Atom Earth Mother” dei Pink Floyd. Quando me ne resi conto, da fan sfegatato trasformai Largo Murani in un luogo di pellegrinaggio per me e i miei amici rockettari, nerd ante litteram.
Il giardinetto al centro della piazza era diventato un luogo di ritrovo per i giovani, le prime esperienze di aggregazione, la prima sigaretta, i primi accordi con la chitarra e i primi amori. Sotto lo sguardo di Lulubelle III, questo è il nome della mucca immortalata da Storm Thorgerson su quella copertina, abbiamo vissuto praticamente tutta la nostra adolescenza.
Potete immaginare come presi la notizia della rimozione di questi murales. In particolar modo mi prese un senso di profondo sconforto e non riuscivo a capire il motivo per cui non potevano semplicemente essere restaurati invece che rimossi e sostituiti con un altro murales. Qualsiasi altra “opera” non avrebbe mai retto il confronto con le precedenti, se non altro per il loro valore storico ed emozionale.
Fortunatamente un comitato cittadino convinse la proprietà dell’edificio a tornare sui suoi passi e adesso è in corso il tanto atteso restauro che restituirà al quartiere, e anche a me, una delle sue ormai rare memorie. Chissà se in futuro, passando da quelle parti un bimbo non si chiederà perché qualcuno si sia preso la briga di dipingere una mucca su un muro”.
Isi Serrati
(fonte Pink Floyd Italia)