Il secondo album in studio della Steve Miller Band, pubblicato nel 1968, è anche l’ultimo a vedere schierata la formazione originale al completo, con il contributo di Boz Scaggs (prima di lanciarsi in una carriera da solista) e di Jim Peterman.
Come l’esordio Children of the Future anche Sailor è prodotto da Glyn Johns ma, a differenza del precedente LP registrato a Londra, quest’ultimo viene inciso a Los Angeles.
Qui la band californiana rende omaggio al blues, al country, al rock psichedelico, cercando ispirazione in Bob Dylan, nei Beach Boys e nei Beatles. Sono dieci tracce che risentono di queste influenze, da Dear Mary a My Friend, da Living in the U.S.A. a Lucky Man, fino alla chiusura con Dime-a-Dance Romance.
Da segnalare, poi, la cover divertente e un po’ spaccona di Johnny “Guitar” Watson, Gangster of Love, e quella di Jimmy Reed, You’re So Fine.
Sailor è, ancora a distanza di anni (è stato pubblicato nel 1968), un album divertente da ascoltare, nel pieno stile della band. «I play my music in the sun», canterà poi Steve Miller nella sua hit del 1973, The Joker, e le canzoni di questo album non fanno eccezione: sono solari, leggere ma mai banali, perché lo Space Cowboy, il Midnight Toker, sapeva il fatto suo già ai suoi esordi.
Tracklist
Lato A
- Song for Our Ancestors
- Dear Mary
- My Friend
- Living in the U.S.A.
Lato B
- Quicksilver Girl
- Lucky Man
- Gangster of Love
- You’re So Fine
- Overdrive
- Dime-a-Dance Romance