“Closer” dei Joy Division è un disco epocale, che rappresenta una pietra miliare della scena post-punk degli anni ’80.
“Closer” dei Joy Division rapperesenta il piacere per i suoni scuri, rotondi, avvolgenti e spigolosi al tempo stesso intrisi di gothic rock e di new wave. E poi quella copertina con il bianco a dominare, come a creare un contrasto o una nuova percezione del colore “puro” per eccellenza, ora abbinato a un immaginario dark e ombroso. Copertina realizzata dal grafico britannico Peter Saville (classe 1955) che rappresenta la foto di una tomba della famiglia Appiani a Genova.
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Pubblicato il 18 luglio del 1980, due mesi dopo la morte per suicidio di Ian Curtis
E’ il secondo album dei Joy Division, spesso considerto il punto più alto della band e giudicato disco dell’anno nel 1981. Successivamente ripresentato in elegantissima versione su vinile trasparente e cristallino per il quarantennale della pubblicazione (in edizione limitata). Una bella occasione per conoscere il disco (per chi ancora non l’avesse inserito nella propria collezione personale), ma anche una chance di ascoltare i pezzi con audio rimasterizzato nel 2007, con un sound più potente rispetto alle versioni vintage.
La voce intensa di Ian Curtis si fonde perfettamente con le melodie cupe e con le atmosfere inquietanti
Le canzoni contenute in “Closer” dei Joy Division sono profonde e introspettive, e riflettono la sofferenza personale di Curtis e la sua lotta con la depressione. Il disco è stato il secondo e ultimo pubblicato dalla band prima della morte di Curtis. “Closer” è una vera opera d’arte che rimarrà un classico per sempre. Immancabile in qualsiasi collezione.
Track by Track
- “Atrocity Exhibition” – La traccia apre il disco con un’atmosfera cupa e inquietante, accompagnata da una chitarra distorta e una batteria martellante. La canzone è una delle più intense dell’album, e riflette la sofferenza personale di Ian Curtis.
- “Isolation” – Una canzone più melodica rispetto alla traccia precedente è una ballata triste che parla dell’isolamento e dell’alienazione. La voce di Curtis è potente, intensa e commovente.
- “Passover” – Una traccia caratterizzata da un ritmo incalzante e da una chitarra elettrica tagliente, “Passover” rappresenta una delle canzoni più energiche dell’album. Il testo è oscuro e profondo, e riflette i temi della morte e della rinascita.
- “Colony” – Una traccia più melodica e meno “frenetica e spinta” rispetto alle precedenti. Si tratta di una canzone introspettiva (ancora una volta) che parla dell’indifferenza e della superficialità nei confronti del “grande male” e trasmette una sensazione di rassegnazione, quasi a confermare che non ci sarà mai gioia nella sua vita.
- “A Means to an End” – Una delle canzoni più famose dell’album è una ballata triste che parla del significato di amore e amicizia. La melodia è melancolica e la voce di Curtis è intensa e commovente.
- “Heart and Soul” – Una delle tracce più potenti e intense dell’album, il brano riflette (in modo quasi claustrofobico) tutte le paroanoie e le paure di Ian Curtis.
- “Twenty Four Hours” – Una canzone più melodica rispetto alle precedenti, anche se con la voce cupa e angosciata di Ian. La canzone inizia con una chitarra distorta e un basso pulsante che creano un’atmosfera tesa, mentre la batteria entra in scena con un ritmo incalzante. La voce di Curtis si unisce alla miscela, esprimendo una sensazione di isolamento e disperazione. Il testo è oscuro e introspettivo, trattando temi di solitudine e depressione.
- “The Eternal” – La traccia conclusiva dell’album, può essere considerato il capolavoro dell’intero disco. Brano intenso e triste ha le caratteristiche (a tratti) di una marcia funebre e sembra quasi rappresentare l’ultima fermata del (travagliato) viaggio di Ian Curtis che lo porterà alla morte.
In conclusione
In generale, “Closer” è un album epocale e rappresenta una pietra miliare della scena post-punk degli anni ’80. Le canzoni contenute nel disco sono profonde e introspettive, e riflettono la sofferenza personale di Ian Curtis e la sua lotta con la depressione. Il disco è stato il secondo e ultimo pubblicato dalla band prima della morte di Curtis.
Il disco è cupo e ruvido dalla prima all’ultima nota, un sorta di testamento annunciato senza nemmeno preoccuparsi di celarlo troppo. Nel disco emergeono tutta la disperazione l’angoscia di Ian Curtis che, come è noto, si toglierà la vita due mesi prima della pubblicazione del disco.