Probabilmente quelli che considerano Imagine uno dei lavori più importanti della discografia solista di John Lennon non si sbagliano.
Questo disco non è stato solo un enorme successo commerciale, ma ha anche regalato al mondo una delle canzoni più famose, che è diventata il biglietto da visita del musicista e un invito all’unificazione del mondo. Da quando John Lennon aveva lasciato i Beatles non aveva ricevuto commenti sempre positivi da parte della critica, anzi molte volte era stata messa in discussione la sua scelta.
“Imagine è un album in un guscio di cioccolato per il consumo pubblico”
John Lennon
Il singolo omonimo
Dal disco (pubblicato l’11 ottobre del 1971) è stato estratto l’omonimo singolo, brano più celebre e rappresentativo dell’artista fra quelli realizzati durante la sua carriera da solista, dopo lo scioglimento dei Beatles. La canzone ha goduto fin dalla sua prima pubblicazione di un successo epocale. È stato calcolato che il 45 giri abbia venduto oltre 1,6 milioni di copie nel solo Regno Unito. Nel 1985, una zona del Central Park di New York è stata dedicata a Lennon, con il nome Strawberry Fields Memorial, e lì venne installato un mosaico permanente con la scritta “Imagine“.
Dozzine di artisti hanno reinterpretato il pezzo
Tra i tanti ricordiamo Avril Lavigne, David Bowie, Diana Ross, Elton John, Joan Baez, Lady Gaga, Madonna, Queen, Stevie Wonder, e Zucchero Fornaciari in duetto con Randy Crawford. Emeli Sandé ne incise una cover per la cerimonia di chiusura dei Giochi della XXX Olimpiade nell’agosto 2012.
La polemica e l’irritazione del Vescovo
Nonostante Imagine goda di un apprezzamento pressochè unanime, recentemente ha causato irritazione nel presidente della Pontificia accademia di teologia il quale si è espresso contro l’iniziativa del Comune di Bologna di esporre delle luminarie natalizie con delle frasi ritenute inopportune. Nel dettaglio, sonon finite al centro della polemicadue frasi ritenute fuori contesto: “Immagina che non ci sia il Paradiso” e “Immagina che non ci sia neanche la religione“. Il cardinale Zuppi, presidente Cei e arcivescovo e cittadino onorario di Bologna: ha volute precisare: “E’ una canzone per la pace.“
“Il senso della celebre canzone non è quello che si è voluto far passare appendendo due frasi fuori contesto davanti alla basilica di San Petronio. Lo dice anche il magistero di Papa Francesco“.
Con queste parole monsignor Antonio Staglianò, presidente della Pontificia Accademia di Teologia, commenta, dalle colonne di Avvenire, l’iniziativa del Comune di Bologna che ha deciso di fissare nelle luminarie la canzone “Imagine” di John Lennon per parlare di pace, la cui necessità è particolarmente sentita in questi mesi di guerra in Ucraina.
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Sotto la lente del teologo in particolare le due frasi scelte per le luminarie
“Immagina che non ci sia il Paradiso” e “Immagina che non ci sia neanche la religione“. Ma Staglianò, che è anche appassionato di musica e che quando era vescovo di Noto amava cantare, anche canzoni amate dai più giovani come quelle di Marco Mengoni, chiede di non “tradire” il senso delle parole di John Lennon.
Sottolinea il Vescovo, che ora guida la Pontificia Accademia di Teologia
Quello di Francesco è senza equivoci un magistero di pace” e “quelle scritte nei pressi della Basilica cattolica (di San Petronio, nel pieno centro della città, ndr) non hanno alcun senso. Sono una insulsa provocazione anticlericale. Sicuramente non appartengono al testo di Imagine di Lennon, in nessuna interpretazione possibile di questo meraviglioso ‘Inno alla pace'”.
Conclude il Vescovo
Lennon (anche Gesù e pure io) invita a immaginare che non ci sia il Paradiso e la religione, ‘niente per cui uccidere o morire’ (Nothing to kill or die for). È questa la frase chiave dell’interpretazione della canzone. Dalle guerre di religione, presunte sante, non può derivare la pace. Il patriarca Kirill lo deve capire. E dunque, anche l’ateo può ‘immaginare’, invece, che ci sia il paradiso di Gesù, dove si entra solo se non si è perso del tutto quella partecipante sensibilità al dolore e alla sofferenza di altri, testimoniata dal Dio cristiano, solo e sempre amore”.
Zuppi (Cei): “Il problema non sono le religioni, ma l’inferno”
Forse, ma non sono un esegeta di John Lennon, anche se conosco certamente la melodia, probabilmente pensava che non c’è più la religione perché, come è nella descrizione dell’Apocalisse, Dio sarà tutto e tutti. E non c’è più il paradiso perché tutto trova il suo compimento. Forse è questo. Il problema però non sono le religioni. Cercare il paradiso ci aiuta a combattere l’inferno. E l’inferno c’è, basta andare nelle cantine dell’Ucraina o quando la pietà è morta in tutte le violenze e le guerre e le assurdità degli uomini che tolgono la vita agli altri uomini.”
Lo dice il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna (e neo-cittadino onorario) e presidente della Cei, in un’intervista a ÈTv riguardo le luminarie di ‘Imagine’.
“Per questo dobbiamo credere nel paradiso e sperare che il paradiso, come ha detto un altro poeta,
Lucio Dalla, sarà festa tutto l’anno“
Chi ha messo le luminarie, “ovviamente voleva mettere ‘Imagine‘ che è una delle canzoni più conosciute e per la pace. E’ giusto, per altri versi, il richiamo in assoluto di Avvenire, che sarebbe però alla canzone in sé, perché sembra che siano le religioni la causa, oppure che non dobbiamo cercare il paradiso”.
(fonte bologna.repubblica.it)