David Bowie è stato un cantante, compositore e attore britannico, noto per la sua straordinaria carriera musicale e per la sua grande influenza sulla cultura popolare.
Nato come David Robert Jones l’ 8 gennaio 1947 a Londra, iniziò la sua carriera nei primi anni ’60 con una serie di singoli e album che non ottennero molto successo. Divenne famoso a livello internazionale nel 1972 con l’album “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars“, che segnò l’inizio della sua carriera come artista di rock progressivo e glam. Nel corso degli anni, Bowie ha continuato a evolversi musicalmente, spaziando tra generi diversi come il rock, il pop, il soul e il jazz.
Ha pubblicato 25 album in studio, ha venduto oltre 140 milioni di dischi in tutto il mondo e ha ricevuto numerosi riconoscimenti per la sua musica, tra cui il premio alla carriera agli Grammy Awards nel 2006. Bowie è stato anche attivo come attore, recitando in film come “Labyrinth” e “The Man Who Fell to Earth”. Morì il 10 gennaio 2016, a causa di un cancro.
Ricorre in questi giorni sia l’anniversario della nascita, (8 gennaio), che quello della morte (10 gennaio) di David Bowie
Un’occasione per omaggiare il genio di un musicista che ha saputo lasciare una traccia indelebile nella recente storia del costume dell’arte e della musica. Ma chi era questo artista innovativo e creativo? E quali sono le canzoni di David Bowie da conoscere per avvicinarsi al suo mondo e alla sua poetica Naturalmente la risposta ci obbliga ad ad alcune riflessioni sia sulla sua caratura musicale che su quella artistica. Ma vogliamo provarci ricordando cinque suoi capolavori.
Una vita in equilibrio tra musica, arte e provocazione
David Bowie è stato uno dei più grandi artisti della storia della musica recente, con una carriera che ha spaziato attraverso diversi generi e decenni. Ha lasciato un’enorme eredità musicale, con moltissime canzoni che hanno segnato la storia della musica pop e rock. David Bowie è stato uno dei più influenti e innovativi artisti della storia della musica pop e rock. Nato a Londra l’ 8 gennaio 1947, il musicista ha iniziato la sua carriera musicale alla fine degli anni ’60 e ha rapidamente guadagnato popolarità con il suo stile unico e i suoi spettacoli dal vivo stravaganti.
Il suo bizzarro ma geniale “alter ego”
Durante gli anni ’70, Bowie ha raggiunto il massimo della fama, conquistando definitivamente pubblico e media nel 1972 con l’album “The rise and fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars”, che ha lanciato il suo stralunato alter ego, una sorta di coloratissma creatura extraterrestre rockstar. Questo personaggio ha segnato una svolta nella carriera e nella poetica bowiana segnando tutto il periodo della sua ascesa, poi abbandonato negli anni successivi, a favore di un altro raffinato alter ego, quello del Duca Bianco con cui l’artista ha continuato esplorare diversi generi musicali e a sperimentare diverse forme di espressione artistica, come il teatro e il cinema.
Un artista davvero completo
Oltre alla sua fama come musicista, infatti è stato anche un attore di talento, recitando in film come “Myriam si sveglia a mezzanotte”,”Labyrinth” e “The Man Who Fell to Earth”. Ha anche prestato la sua voce a diverse opere di animazione, tra cui “Arthut e i minimei” di Luc Besson.
Tanti e chiacchieratissimi gli amori di David Bowie, che ha fatto della fluidità per primo una sorta di bandiera. Di fatto, Bowie è stato sposato due volte e ha avuto due figli. La sua prima moglie era Angie Bowie, con cui si è sposato nel 1970 e da cui è nato il primogenito, Duncan Jones. Il matrimonio turbolento e affollato con Angie è ufficialmente finito con la separazione nel 1980. Il musicista si sposò una seconda volta con la modella e imprenditrice somala Iman nel 1992 a Firenze. Da lei ha avuto la seconda figlia, Alexandria Zahra Jones.
La sua scomparsa prematura
David Bowie èmuore il 10 gennaio 2016 nella sua casa di New York, a causa di un cancro al fegato, lasciando un’eredità musicale indimenticabile che continuerà a ispirare le future generazioni di artisti.
Le sue canzoni più belle
Il Duca Bianco è stato un gigante della musica rock della seconda parte del ‘900 e dei primi anni 2000. Nel corso della sua carriera, ha pubblicato 25 album in studio più uno, “Toy”, (uscito postumo) e ha venduto oltre 140 milioni di dischi in tutto il mondo, diventando uno dei musicisti più famosi e di successo della storia. Non si contano le collaborazioni prestigiose con i più grandi artisti della sua epoca. Per la sua opera ha artistica, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui due premi Grammy e un premio per l’arte e la cultura della BAFTA e il suo nome è tra quelli della Hall of Fame di Hollywood.
Ricordiamo il suo immenso talento con questi 10 brani della sua magnifica e immensa carriera.
“Space Oddity” – 1969
“Space Oddity”, pubblicata come 45 giri nel luglio 1969 è sicuramente una delle canzoni più famose di Bowie. E’ un testo, a detta dell’autore stesso che risente delle suggestioni contemporanee della corsa allo spazio, pubblicata proprio nei giorni in cui il primo uomo metteva piede sulla luna e tutta l’umanità rimaneva con il fiato sospeso a seguire in tv tale incredibile impresa. Il meraviglioso testo riproduce il dialogo tra un astronauta che viaggia e poi si perde nello spazio e il collega nella torre di controllo che cerca di aiutarlo da terra, mentre lui racconta la sua odissea siderale. Il brano è diventato uno dei suoi più grandi successi e ha lanciato la carriera di Bowie nel mondo della musica.
“The Man Who Sold The World” – 1970
Title Track dell’album omonimo, la canzone è ispirata la novella Antogonish di Hughes Mearns. Bowie la scrisse dopo che per un’intera settimana il suo telefono aveva squillato alla stessa ora: dall’altra parte non ha mai parlato nessuno. Perso nel buddismo tibetano e nell’occultismo di Aleister Crowley e H.P. Lovecraft, Bowie si convinse che l’autore delle telefonate fosse il suo defunto padre che cercava di contattarlo dall’aldilà. La voce dell’artista è alterata proprio per creare un’atmosfera spettrale. I Nirvana la ripresero nel loro celebre Unplugged, regalandole una popolarità che non aveva mai avuto: molti giovani fan della band di Cobain erano convinti che l’avessero scritta loro.
“Changes” – 1972
E’ uno dei grandi classici di David Bowie, uscito nel 1972, pare che l’autore abbia qui voluto riprendere, per la sua generazione quello che Time are changing di Dylan era stata per i ‘fratelli maggiori’ dei coetanei del musicista inglese. Il brano che parla dell’importanza e della necessità del cambiamento e della trasformazione. Con la sua melodia orecchiabile e il suo testo profondo, “Changes” è diventata una delle canzoni più amate di David Bowie.
Rebel Rebel – 1974
Mentre il glam rock andava incontro al suo tramonto, Bowie immaginava di mettere in scena uno spettacolo teatrale basato su 1984 di George Orwell. Progetto mai realizzato ma con alcune idee salvate sull’album Diamond Dogs.”Il glam non è altro che rock’n’roll col rossetto“, aveva sentenziato John Lennon. Bowie lo prese alla lettera: un riff di chitarra alla Rolling Stones e quell’indolenza glamour per un pubblico un po’ decadente. Ma il resto del disco era decisamente più oscuro: questo è forse l’ultimo ballo di un’epoca ormai alla fine.
“Life on Mars?” – 1973
Pubblicata nel giugno 1973, è una delle canzoni più enigmatiche e misteriose di Bowie, con un testo che lascia spazio a diverse interpretazioni. Ancora lo spazio torna, ma questa volta è la scusa per raccontare come ci si sente spesso ‘extraterrestri’, quindi estranei, nel proprio mondo. La canzone è diventata uno dei suoi più grandi successi.
“Ashes to Ashes” – 1980
L’elettronica raffinata, l’atmosfera straniante e la geniale melodia hanno reso questa canzone il manifesto di una generazione: l’universo alienato della new wave si riconobbe nel Pierrot post-atomico del video e nella sua camminata che sembra non tener conto delle tante figure che gli si fanno intorno. Un senso di solitudine sottolineato anche dalla citazione del maggior Tom, a più di dieci anni dalla sua comparsa in Space Oddity: “Sappiamo che è un drogato“. Alienazione distopica.
“Heroes” – 1977
Estratta dall’album omonimo, pubblicato nel 1977, è sicuramente una delle canzoni più iconiche di David Bowie, con una melodia epica e un testo che parla di amore e coraggio. La canzone è stata scritta durante il periodo in cui il musicista viveva a Berlino, e racconta la storia di due persone che si incontrano e si innamorano nonostante le difficoltà.
“Let’s Dance” – 1983
Uscita nell’omonimo album del 1983 è una delle canzoni più poploari di Bowie, ma anche la testimonianza concreta dell’incredibile capacità di questo artista di stare sempre nel proprio tempo e anche, spesso, anticiparlo. Qui c’è una summa delle nuove sonorità e dei temi che segneranno il pop rock per tutti gli anni ’80, con un ritmo contagioso e una melodia coinvolgente. La canzone è diventata uno dei suoi più grandi successi commerciali.
“Starman” – 1982
Ziggy Stardust apparve per la prima volta in tv a Top Of The Pops il 5 luglio del 1972, cambiando per sempre la storia della musica e del costumo. L’acconciatura protopunk, una tuta color acobaleno, una chitarra blu elettrico: l’alieno glam era davvero caduto sulla Terra. Il brano annuncia l’arrivo di un uomo delle stelle incaricato di salvare il mondo dalla sua fine imminente (l’album Ziggy Stardust era una sorta di concept che ruotava intorno a questo tema). Bowie ha ammesso da subito di essersi ispirato per il ritornello a Somewhere Over The Rainbow (Il mago di Oz). Fu l’ultimo brano inciso per l’album, ma è anche una delle canzoni chiave di tutto il rock anni 70.
“This Is Not America – 1985
E’ un brano musicale jazz fusion composto ed interpretato in collaborazione da Pat Metheny e David Bowie, incluso nell’album della colonna sonora del film Il gioco del falco e successivamente pubblicato su singolo nel 1985. La versione solo strumentale del pezzo, scritta da Metheny e Lyle Mays, si intitola Chris e venne inclusa anch’essa nella colonna sonora dello stesso film. This Is Not America aggiunge alla traccia base una drum machine e la voce di Bowie al canto. Metheny fece notare in seguito che il testo scritto da Bowie era “profondo e pregno di significati – ed assolutamente perfetto per il film.“
l brano, una ballata in midtempo, venne pubblicata su singolo raggiungendo la posizione numero 14 in Gran Bretagna, e la numero 32 negli Stati Uniti. La versione strumentale presente come B-side del singolo non è il brano Chris, ma una vera versione strumentale di This Is Not America registrata appositamente. Successivamente la canzone è stata inclusa nelle raccolte greatest hits di Bowie Best of Bowie, e The Singles Collection.