Musica

I Beatles e i loro ultimi giorni

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Las Vegas, 20 agosto 1964. Un luogo e una data per definire l’ultimo grande concerto dei Beatles, che in quell’anno, all’apice del successo e prima di ogni pensiero di separazione, si esibirono per due volte di seguito al Las Vegas Convention Center.

Il loro primo e anche ultimo concerto nella città del peccato, durante un tour che ha conquistato tutta l’America. Frenesia, emozioni, scene di follia da parte dei fans. In quell’agosto infuocato nel deserto del Nevada, i Fab Four regalarono emozioni ineguagliabili.

Misteri e leggende su quella data

Intorno alla loro esibizione sono nate storie e leggende e non mancano curiosità. Ad esempio, non molti sanno che per via delle reazioni spropositate del pubblico il gruppo cambiò i propri piani e anziché dormire a San Francisco, dove aveva suonato, partì direttamente per Las Vegas, arrivando all’una e mezza di notte. Anche la parata che doveva vederli attraversare la città fu cancellata per ragioni di sicurezza. I Beatles erano in tournée ininterrotta dal gennaio 1961 ed erano adorati. La storia ufficiale sostiene che i quattro musicisti rimasero segregati nella suite numero 18 del Sahara Hotel, ma comunque le loro fan riuscirono a scoprire dove fossero e ad assediarli, con due sorelle che arrivarono ad incontrarli. Erano ragazzine giovanissime, devote e innamorate, un po’ come tutto il resto del pubblico dei ragazzi che si erano fatti strada partendo dal Cavern Club, noto locale di musica dal vivo situato nel cuore della città di Liverpool, divenuto celebre per aver ospitato oltre 292 loro esibizioni tra il 1961 e il 1963.

Tanti accorgimenti per evitare rischi

Il pubblico americano era adorante e composto appunto da giovanissimi, per questa ragione vennero presi molti accorgimenti. Sul fronte musicale va segnalato che i due spettacoli erano ovviamente stati presi di assalto e avevano registrato il tutto esaurito. Il primo si è tenuto alle 16, il secondo alle 21, con un pubblico di oltre 7mila persone. Tanti, certo, ma nulla a che vedere con i grandi stadi dove si esibiscono oggigiorno i musicisti professionisti.

Un’altra differenza significativa tra i concerti dell’epoca e quelli di oggi consiste nel fatto che la musica, vero fulcro dell’esibizione, si sentiva appena, visto che le urla dei fans coprivano il suono che usciva dagli altoparlanti, ovviamente meno affidabili dei prodigi tecnologici di oggi. Allo spettacolo erano presenti anche personaggi di spicco del mondo dello spettacolo americano, dal cantante Pat Boone fino al pianista Liberace. Un’altra differenza sostanziale tra lo show di allora e quelli di oggi consiste nella sua durata. All’epoca i Beatles suonarono dodici canzoni, per un totale di circa mezz’ora. C’erano le grandi hit, da “All My Loving” a “I Want to Hold Your Hand” fino a “Twist and Shout“. Di recente è emerso anche che venne proposta al pubblico “Till There Was You“, una canzone che normalmente non figurava nel programma e che fu suonata solo a Las Vegas, richiesta da qualcuno, la cui identità è stata mantenuta segreta.

Curiosità per gli amanti del gioco

Un fatto curioso riguarda il rapporto con il mondo del gioco, che è l’anima di Las Vegas. Visto che il pubblico era composto di giovanissimi, la pista del casinò rimase chiusa e vietata ai ragazzi, ma anche i Beatles vennero invitati a non andarci perché si volevano evitare incidenti. Per far provare loro un po’ dell’ebbrezza del gioco di Las Vegas, si decise di portare nella loro suite alcune Slot machine, giochi che oggigiorno spopolano nei casinò online, soprattutto quelli con promozioni senza deposito, ma che evidentemente erano già molto amate anche all’epoca. Ci sono immagini che mostrano Paul, Ringo e George che provano a giocare con le slot machine. La commistione tra gioco d’azzardo e musica dal vivo sembra sia andata scemando proprio per la difficoltà di far convivere questi due mondi. Per tali ragioni oggigiorno si scelgono spazi diversi per le esibizioni dei gruppi di successo: devono essere più grandi, tecnologicamente ben attrezzati, prive di distrazioni che potrebbero finire per rovinare l’esperienza.

Curiosità sul concerto di Las Vegas

Quel concerto di Las Vegas, comunque, è rimasto mitico. A provarlo sono diversi elementi. Anzitutto il fatto che un biglietto non utilizzato di uno dei due spettacoli a Las Vegas è uno dei cimeli più preziosi dei Beatles, con i pochi esistenti che sono stati venduti per somme pari a 10mila dollari. Alcune foto scattate nella location del Las Vegas Convention Center, poi, sono risultate così belle che sono poi state utilizzate per decorare le copertine dei singoli “She’s a Woman/I Feel Fine” e “Eight Days a Week/I Don’t Want to Spoil the Party“. Ancora, si conoscono i prezzi dei biglietti di ingresso: 2, 3, 4 e 5 dollari, mentre per la band il compenso fu pari a 25.000 dollari per l’apparizione oltre al 60 per cento del ricavato dalle vendite dei biglietti.

Una mostra storica

A rintracciare queste informazioni sono stati i ricercatori del Las Vegas News Bureau, che hanno curato di recente una mostra allestita a Las Vegas insieme a uno spettacolo con Le Cirque de Soleil, che ha portato a far lievitare i profitti della Apple Corps. Come scrive il Corriere della Sera, questa società creata nel 1963 dal gruppo inglese (equamente divisa ora tra i Beatles o i loro eredi) di recente ha visto triplicare a 67 milioni di euro i ricavi e a oltre 11 milioni gli utili. Merito appunto della mostra di Las Vegas e del documentario biografico prodotto dalla Disney. Un successo che celebra l’evento della Città del Peccato. Che è stato forse anche l’ultimo davvero memorabile del Fab Four. Due anni dopo, i Beatles abbandonarono definitivamente le tournée, che aveva visto 1.400 concerti in 16 paesi. Fino alla loro ultima apparizione nel gennaio del 1969, in occasione del concerto non annunciato sul tetto della sede della Apple Corps a Londra.

— Onda Musicale

Tags: The Beatles/Liverpool/Cavern Club
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