Quando nel marzo del 1973 – prima nei negozi americani e poi in quelli britannici – apparve tra gli scaffali un disco con la copertina nera e un prisma che trasformava un raggio di luce in un altro iridato, The Dark Side Of The Moon non era esattamente un oggetto sconosciuto.
Infatti, già dalla fine del novembre del 1971 i Pink Floyd avevano iniziato a suonare alcuni spezzoni di quello che sarebbe diventato il loro disco più celebrato; per essere precisi, nell’ultima data del tour americano, a Cincinnati il 20 novembre, durante The Embryo, Waters e soci inserirono una lunga improvvisazione in cui venivano brevemente lambiti molti dei temi che si ritroveranno in Dark Side. Alla fine dello stesso mese la band si ritrovò negli studi della Decca, a West Hampstead, per fare il punto della situazione e dare vita a nuovo materiale da portare nel già progettato tour successivo.
All’interno della tracklist troviamo alcuni dei brani più inarrivabili di sempre come Time, Money, The Great Gig In The Sky e Us & Them
Il 4 febbraio 1974 la band di Roger Waters, David Gilmour, Richard Wright e Nick Mason decise di pubblicare proprio quest’ultimo brano come singolo. Ma qual è la sua storia e cosa significa realmente? Scopriamolo insieme.
Nel 1970 il regista Michelangelo Antonioni commissionò ai Pink Floyd la realizzazione della colonna sonora del suo film Zabriskie Point. Per il lungometraggio Richard Wright scrisse il tema principale del brano (all’epoca ancora senza titolo) ma il regista italiano scartò la canzone definendola “bellissima, ma troppo triste… mi fa pensare alla chiesa“. Alla fine Antonioni utilizzò solo tre brani composti dalla band inglese. Così il tastierista decise di lavorare in autonomia alla canzone per il successivo disco del 1973.
Il bassista e autore della band Roger Waters in un’intervista del 2003 si espresse così riguardo allo stile compositivo di Wright:
Scriveva pezzi strani. Li nascondeva e li metteva sui suoi album solisti che nessuno ha mai ascoltato. Non li ha mai condivisi con noi. È stato incredibilmente stupido. Io non ho mai capito perché lo ha fatto. Sono sicuro che c’erano due o tre sequenze di accordi decenti. Se me li avesse dati, sarei stato molto, molto felice di farne qualcosa.”
Su quella mancata colonna sonora Waters e Wright finirono per lavorare insieme, creando uno dei brani più belli mai scritti dalla coppia
Se per quanto riguarda la musica l’origine della melodia è ben chiara, la parte testuale è forse una delle più enigmatiche. Ideato da Roger Waters, come quasi tutti gli altri brani fino al 1983, Us & Them racconta l’inutilità della guerra, anticipando di molti anni la tematica molto cara al bassista della band che ne farà un manifesto della sua fase finale coi Pink Floyd (in The Wall e The Final Cut) e di tutta la sua carriera solista.
La genialità del testo di Us & Them risiede nella sua semplicità, nella capacità di Waters nel dire parole così potenti con pochissimi versi
Il protagonista della canzone, probabilmente un soldato in trincea, si rivolge direttamente al suo nemico al fronte, affidando la narrazione alla voce dolce e cadenzata di David Gilmour in perfetto controcanto con il sax di Dick Parry. Se nel primo verso il protagonista del testo si rivolge al suo nemico, nel secondo inizia un ragionamento sulle conseguenze del conflitto e sulle casualità che portano alla divisione tra due fazioni. La conclusione è affidata alle ragioni del tutto inutili che spingono i due a farsi la guerra.
Durante un’intervista del 2017 Roger Waters dichiarava di aver scelto il nome “Us + Them” per il nuovo tour soprattutto per l’ancora incredibile attualità della canzone:
Il nome del tour è tratto da una canzone che ho scritto nel 1972. E purtroppo i motivi e i problemi che mi spinsero a scriverla all’epoca sono ancora con noi. Il che non è sorprendente. Siamo solo un nanosecondo nelle linee temporali cosmiche. Sono passati degli anni e l’evoluzione è un processo affascinante, ma richiede un po’ più di tempo.”
Forse non tutti sanno che
Come in altri brani dell’album The Dark Side Of The Moon (il cui ingegnere del suono fu Alan Parsons) all’interno di Us & Them sono contenute delle voci fuori campo. Sembra che Roger Waters, per dare maggiormente significato al brano, decise di registrare delle voci di alcune persone presenti negli studi nel momento della realizzazione dell’album. Una di queste persone era Roger Manifold, il roadie di una band chiamata The Hat, che rispose alla domanda di Waters “quand’è stata l’ultima volta che hai picchiato qualcuno” con la frase “…give ‘em a quick, short, sharp shock…“, che finì all’interno della registrazione.
(fonte virginradio – link)