L’avvicinarsi del Festival di Sanremo sembra portare una ventata di scompiglio sulla riviera dei fiori
E ad alimentare questa turbolenza provvede la cantante romana Elodie (al secolo Elodie Di Patrizi, classe 1990), che per la terza volta in carriera si appresta a calpestare il palco del Teatro Ariston con una canzone che racconta la fine (travagliata) di una storia d’amore. Negli ultimi giorni l’artista ha rivendicato la libertà di potersi esprimere attraverso il proprio corpo, forzando molto molto alcuni concetti ed espressioni.
Durante un’intervista rilasciata in occasione dell’uscita di un documentario su Prime Video, Elodie ha ribadito la propria volontà di tornare ad essere padrona della propria fisicità. E lo ha fatto con parole forti, che hanno stupito.
“Voglio essere puttana dall’inizio alla fine”
Elodie ha specificato la propria frase e la terminologia utilizzata in accezione positiva del termine
Do un’ accezione positiva alla parola puttana, io vengo dalla strada, e nella strada questo termine viene usato. Ci sono dei termini molto volgari per intendere delle cose molte belle, per me. Voglio tornare ad esprimere una femminilità arrogante, voglio essere padrona della mia fisicità: questo lavoro è fatto di decisioni oltre che di talento.”
E ancora:
Io anche ‘coatto’ (individio rozzo, che vive in periferia, dalla parlata volgare e che si veste senza gusto – NDR) lo uso nello stesso termine. Per puttana intendo stronza, ossia decisa, che sa quello che vuole. Do una accezione positiva alla parola puttana. Vengo dalla strada e nella strada si usa. Ci sono dei termini molto volgari per intendere delle cose molte belle, per me.”
Il suo giudizio sulla propria femminilità
Rispetto alla sua femminilità “riscoperta” – anche attraverso Sanremo – Elodie specifica che in quel cambio di rotta ci fosse della programmazione in termini di marketing, tesa tuttavia a far riemergere proprio una sua connotazione identitaria:
Io in qualche modo sono un po’ la manager di me stessa. C’era l’esigenza dell’esprimermi, ci sono tanti lati di me, che poi ci focalizziamo più su un lato che su un altro ma sono sfaccettata. Avevo bisogno di ritrovare una femminilità arrogante, che avevo perso in quei 2 anni ad Amici perchè avevo trovato una parte un po’ più fragile, più bimba. Invece prima di Amici ero molto più padrona anche della mia fisicità, quindi un po’ mi mancava non riconoscermi, mi sentivo spaesata. C’era anche del marketing perchè pensavo: io voglio fare questo lavoro, devo capire come farlo. E’ un lavoro fatto tanto di decisioni, di scelte, non è solo talento perché il talento probabilmente ce l’abbiamo tantissimi e c’è chi ce l’ha magari anche più di me, ma è un lavoro fatto di tante cose che si collegano.”
(font: DavideMaggio.it – )