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Qualcuno ci spieghi perchè stanno uccidendo i Pink Floyd

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Echoes

Quando nel marzo del 1973 – prima nei negozi americani e poi in quelli britannici – apparve tra gli scaffali un disco con la copertina nera e un prisma che trasformava un raggio di luce in un altro iridato, The Dark Side Of The Moon non era esattamente un oggetto sconosciuto.

Qualche “assaggio” fa già intuire quello che sarà

Già dalla fine del novembre 1971 i Pink Floyd avevano iniziato a suonare alcuni scampoli di quello che sarebbe diventato il loro disco più celebrato; per essere precisi, nell’ultima data del tour americano, a Cincinnati il 20 novembre, durante The EmbryoWaters e soci inserirono una lunga improvvisazione in cui venivano brevemente lambiti molti dei temi che si ritroveranno in Dark Side. Alla fine dello stesso mese la band si ritrovò negli studi della Decca (si, proprio quelli che nel 1962 rifiutarono i Beatles), a West Hampstead, per fare il punto della situazione e dare vita a nuovo materiale da portare nel già progettato tour successivo.

Un compleanno speciale: 50 anni

Il prossimo primo marzo il mondo intero celebrerà il mezzo secolo del capolavoro immortale dei Pink Floyd, mentre David Gilmour e Roger Waters continuano a litigare. E nella polemica ci si mette pure Polly, la moglie di Gilmour. Bisognerebbe proporre una legge per la protezione dei miti, delle leggende, degli idoli sui quali abbiamo investito affetto, denaro, tempo, e amore. Non per difenderli da attacchi esterni, ma da loro stessi. Con l’ennesimo litigio, anche se questa volta per interposta persona, Roger Waters e David Gilmour continuano a duellare, eternamente e senza posa, tentando di distruggere l’incontaminata bellezza della loro musica.

Tra pochi giorni, il primo di marzo, si festeggeranno i 50 anni dalla pubblicazione di una delle opere più potenti della storia della musica

Il disco che non è quasi mai uscito dalle classifiche (con la prima edizione è rimasto nella top 100 americana per 15 anni consecutivi), una audacissima fantasia intitolata “The dark side of the moon”, risultato supremo della ambizione sfrenata di cui fu capace la cultura rock, una rivoluzionaria utopia d’arte che affrontava in poco più di 40 minuti, questo era il tempo massimo consentito dal vinile, tutti i più importanti temi dell’esistenza, la nascita, il tempo, il denaro, la pazzia, il sesso.

Riuscì talmente bene da diventare un enorme successo di massa, con una struttura complessa, sperimentale

Non aveva nulla dei codici che attribuiamo all’idea di popolarità, eppure successe, ha venduto decine di milioni di copie e ancora oggi mantiene inalterato il suo potere attrattivo. Le ragioni di questa eterna giovinezza sono in parte misteriose, ma di sicuro derivano dallo stato di grazia in cui fu concepito, nel momento di massima coesione dei quattro della band, e dalla cultura del tempo che consentiva, o meglio incoraggiava la ricerca del nuovo, ovvero esattamente quello che manca alla produzione contemporanea.

C’è tanta gente che ci ha lasciato il cuore su quel disco

Ma a rovinare la festa ci provano gli stessi protagonisti. Con un post al vetriolo di alcuni giorni fa, la moglie di Gilmour, la giornalista e scrittrice inglese Polly Samson, ha infamato Waters con accuse gravissime: antisemita, filo-Putin, e poi ancora ladro, bugiardo, concludendo, e qui viene quasi da ridere, come se fosse l’accusa più grave di tutte: «Canti in playback». Una vera coltellata da dire a un Pink Floyd. Delle loro liti sappiamo tutto, si sono separati malamente, si sono fatti causa, ma questo non ha impedito che in casi del tutto eccezionali potessero ritrovarsi sul palco. E ora si esagera. Ci vorrebbe una legge che impedisse ai miti di tirarsi gli stracci in pubblico, di sporcare le loro opere, insomma il primo di marzo vorremmo festeggiare in santa pace la bellezza di “The dark side of the moon”, senza le penose interferenze di quelli che l’hanno realizzata.

Il capolavoro avrebbe dovuto intitolarsi “Eclipse”

Pochi sanno è che il disco, il cui titolo di lavorazione era The Dark Side Of The Moon, A Piece For Assorted Lunatics, rischiò per un po’ di tempo di intitolarsi semplicemente Eclipse. All’epoca, infatti, una misconosciuta blues band – i Medicine Head – uscì con un disco dal familiare nome di The Dark Side Of The Moon, causando non pochi grattacapi ai quattro di Cambridge, che già da tempo erano d’accordo sul titolo. Alla fine il lavoro dei Medicine Head passò talmente inosservato che il problema si risolse da solo.

“The Dark Side of the Moon era un’istanza di empatia politica, filosofica
e umanitaria che chiedeva disperatamente di venir fuori”

Roger Waters
Il giudizio di Roger Waters sul disco

È molto ben bilanciato e ben costruito, dinamicamente e musicalmente, e credo che l’umanità del suo approccio sia appagante, soddisfacente. Ho sempre pensato che sarebbe stato di straordinario successo. Ho avuto la stessa sensazione con The Wall. Ma naturalmente The Dark Side Of The Moon è il disco dei Pink Floyd una volta per tutte. Avere così tanto successo è lo scopo di ogni band, e una volta che lo ottieni è fatta, e tutto finisce. Col senno di poi, sono convinto che i Pink Floyd finirono allora.”

(tratto da un articolo di Gino Castaldo)

— Onda Musicale

Tags: Pink Floyd/David Gilmour/Roger Waters/The Beatles/Polly Samson/Decca
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