Musica

Mike Portnoy: “Al giorno d’oggi non serve un’etichetta se vuoi pubblicare un disco”

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Michael Stephen Portnoy (Long Beach, 20 aprile 1967) è un batterista statunitense, noto principalmente per essere stato uno dei membri fondatori del gruppo musicale progressive metal Dream Theater, gruppo da lui abbandonato nel 2010.

Portnoy è anche uno dei membri fondatori del gruppo neoprogressive Transatlantic, e ha collaborato con diversi altri artisti, principalmente nell’ambito del progressive metal. In una recente intervista rilasciata a Paltrocast With Darren Paltrowitz e riportata da Blabbermouth, ha parlato della decisione di pubblicare il nuovo album dei THE WINERY DOGS, “III“ (uscito il 3 febbraio), attraverso la sua etichetta personale Three Dog Music.

Ecco le sue parole:

E’ la prima volta che lavoro senza un’etichetta, a dire il vero. Perché tutto il resto che faccio, la maggior parte lo faccio con InsideOut MusicSONS OF APOLLOTRANSLATLANTICLIQUID TENSION EXPERIMENT, le cose che faccio con NEAL MORSE, è tutto con InsideOut. I primi due album dei THE WINERY DOGS sono usciti per Loud & Proud, che poi però ha chiuso. Nel 2023 comunque hai sempre meno bisogno di una casa discografica. Questo nuovo album è la mia prima esperienza senza un’etichetta. Penso che Richie [Kotzen] abbia pubblicato i suoi album da solista in questo modo e sia stato lui a suggerire di fare lo stesso con i THE WINERY DOGS. Oggi hai veramente bisogno di un’etichetta per far uscire la tua musica. Finché hai un distributore e un pubblicista, puoi disegnare l’artwork tu stesso o farlo fare a persone con cui lavori, tutto il resto è questione di social media. Ora la maggior parte delle etichette si affida a noi, gli artisti, per promuovere i loro dischi. Lo vedo con le etichette e con i promoter di concerti. Per ottenere visibilità, si affidano più ai canali social degli artisti che ai loro. Questa è la direzione che si sta prendendo e credo che sia anche un po’ una ventata d’aria fresca… raccogliamo noi i frutti e non siamo più alla mercé di un’etichetta”.

— Onda Musicale

Tags: Dream Theater
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