È un brano rock ad alto numero di citazioni. Dai Beatles a Leo G. Carroll, da Flash Gordon a Frankenstein, vi sveliamo i riferimenti di uno dei cult-movie più amati di sempre.
Science Fiction Double Fiction, per le generazioni cresciute con i film americani, è un autentico condensato di emozioni. Il suo autore, Richard O’Brien, è un cantante inglese classe ’42, profondamente innamorato degli american movie, soprattutto di quelli del genere fantascienza. Proprio come un qualsiasi altro cittadino occidentale nato negli anni Quaranta e Cinquanta, li ha lentamente metabolizzati interiorizzane tic e nevrosi.
È per questo che la sua Science Fiction Double Feature è un susseguirsi ininterrotto di citazioni cinematografiche. Strofa dopo strofa, ci fa viaggiare all’interno dell’epoca d’oro di Hollywood.
I film di fantascienza si diffusero durante la Guerra Fredda. La Fantascienza contribuiva alla costruzione di un nuovo immaginario condiviso, attraverso romanzi, fumetti e soprattutto film. Le trame erano più o meno sempre le stesse: una guerra tra mondi contrapposti, i buoni, ossia i Terrestri, e i cattivi, gli Extra-Terrestri. I buoni simboleggiavano gli Americani, i cattivi erano invece i Comunisti dell’Unione Sovietica che cercavano di invadere gli Stati Uniti.
Un genere che prosperò anche grazie all’isteria, assai diffusa all’epoca, di una possibile invasione aliena. Una psicosi provocata dal primo (presunto) avvistamento, avvenuto nel 1947, di un disco volante nei cieli americani. Argomenti “sensibili”, la Guerra Fredda e i Dischi volanti, che da soli sarebbero sufficienti a spiegare il proliferare dei film di fantascienza ed il grande interesse del pubblico occidentale a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
Nel Rocky Horror Picture Show e in Science Fiction Double Feature non si incontrano soltanto riferimenti alla Fantascienza. Continuamente in bilico tra citazioni e parodia, si passa da un fantasy ante litteram come Il mago di Oz, a citazioni da horror movie americani, figli minori (e campioni d’incassi) di un super-cult come Beware! The Blob.
Non si contano i riferimenti ai vari Frankenstein: a cominciare dal primo, datato 1931. Il personaggio più iconico del film è il dottor Frank-n-Furter; i capelli di Magenta, la sua ambigua domestica, diventeranno simili a quelli della Moglie di Frankenstein, evitabile sequel del 1934, ed a quelli di Elizabeth, la sofisticata e buffa fidanzata del dottor “Franken-stin”, nell’insuperabile Frankenstein Junior di Mel Brooks.
Scorrevole nella sua impostazione brillante, in perfetto equilibrio tra Pop-art e parodia, il film è stracolmo di richiami alla cultura di massa. Si vedono oggetti e quadri famosi, un salvagente del Titanic, l’antenna della R.K.O, la Creazione di Michelangelo, il David di Michelangelo – modificato – rispetto all’originale, negli attributi sessuali, che nella copia sono stati assai ingranditi. In tutto il musical si respira l’atmosfera dell’American Gothic del pittore Grant Wood.
Labbra sullo schermo
Una bocca disincarnata su sfondo nero canta Science Fiction Double Feature sui titoli di inizio film. L’immagine è ispirata alle labbra immobili fissate in un sorriso da Monna Lisa nel dipinto surreale di Man Ray A l’heure de l’observatoire, les Amoureux, ed anche alla bocca di Samuel Beckett nel lavoro teatrale Not I. La voce di Richard O’Brien è sincronizzata con il labiale, le labbra sono quelle di Magenta, interpretata dall’attrice nordirlandese Patricia Quinn.
Science Fiction Double Feature è una ballata tradizionale, basata su una semplice progressione di accordi discendenti ed un testo avvolgente, che può apparire strampalato se non si conoscono i riferimenti e le citazioni. Iniziamo dunque ad esaminarle singolarmente.
Trattandosi di un Pop-Musical, il primo omaggio non poteva che andare ai Beatles
Da cosa si può dedurre?
Michael Rennie, nel film Il giorno in cui la terra si fermò – interpreta Klaatu, un umanoide extraterrestre. Osservate la copertina di Goodnight Vienna, l’album che Ringo Starr pubblicò dopo lo scioglimento dei Beatles: si vede Ringo uscire da una navicella spaziale, ritratto con gli stessi abiti di Klaatu-Michael Rennie.
Se non bastasse questo indizio, ve ne diamo anche un altro: il nome Klaatu. Ebbene, dovete sapere che negli anni ’70 esisteva una band chiamata Klaatu, sulla quale si ipotizzava che fossero i Beatles che avevano deciso di “ritornare insieme” rimanendo però in incognito.
The Day the Earth Stood Still uscì nel 1951, all’inizio dell’incubo nucleare causato dalla Guerra Fredda. Era basato sul racconto Addio al padrone di Harry Bates. Il protagonista, Michael Rennie, era l’alieno che scopriva il “senso” dell’Umanità. Il film aveva anche ambizioni filosofiche, e conteneva un messaggio potente e rivelatore, quello dell’empatia che gli alieni potevano provare verso i terrestri.
Un sentimento che non sarebbe stato contraccambiato dagli umani, che tenteranno di uccidere Klaatu mentre sta per imbarcarsi verso il suo pianeta.
Si prosegue con il verso: e Flash Gordon era lì in mutande d’argento
Flash Gordon fu una produzione firmata Universal Pictures nel 1936. Ispirato all’omonimo personaggio dei fumetti fantascientifici ideato nel 1934 da Alex Raymond, era interpretato da Larry “Buster” Crabbe, ex campione olimpico di nuoto, già famoso nel ruolo di Tarzan prima di esserlo nei panni di Flash.
Nel film, Flash Gordon viene trascinato in un viaggio nello spazio dal Dr. Zarkov, interpretato da Frank Shannon. Charles B. Middleton era l’imperatore Ming lo Spietato, che governava il pianeta Mongo. Sua figlia, la principessa Aura, era interpretata dalla splendida Priscilla Lawson. Richard Alexander interpretava il Principe Barin, che governava Arboria, il pianeta degli alberi.
Flash Gordon ebbe un remake nel 1980: prodotto da Dino De Laurentis e diretto da Mike Hodges, era caratterizzato da una forte impronta italiana. Basti citare Ornella Muti nel ruolo di Aura.
La colonna sonora era invece basata su una – non certo indimenticabile – canzone dei Queen.
La terza citazione nella prima strofa ci parla di Claude Rains, l’uomo invisibile
L’uomo invisibile fu prodotto dalla Universal Pictures del 1933. Basato sul libro del 1897 di H. G. Wells, L’uomo invisibile era il dottor Jack Griffin, un chimico che aveva scoperto il segreto dell’invisibilità mentre conduceva una serie di esperimenti facendo uso di una sostanza misteriosa chiamata monocaina.
Diretto da James Whale, il regista sia di Frankenstein che de La sposa di Frankenstein, venne interpretato da Claude Rains e Gloria Stuart. È considerato uno dei grandi film horror degli anni Trenta ed ha generato una serie di sequel, oltre a numerosi spinoff che utilizzano l’idea dell’invisibilità.
Poi qualcosa andò storto per Fay Wray e King Kong
King Kong è uno dei più grandi film che siano mai stati prodotti. Si dice abbia fatto piangere perfino Hitler ciascuna delle venti volte cui ha assistito alla sua proiezione. Realizzato dalla RKO Pictures nel 1933, King Kong fu diretto da Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsac e interpretato da Robert Armstrong nel ruolo di Carl Denham, che lo strappa al suo giardino dell’Eden per “esporlo” a New York come fenomeno da baraccone.
Ancora oggi, chiunque visiti l’Empire State Building, non può fare a meno di ripensare alle appassionanti scene finali di King Kong, che dopo aver guardato per l’ultima volta la sua amica Ann (Fay Wray), si lascia cadere nel vuoto, rubando la scena ad una luminescente New York in piena art déco.
Quando Fray Wray morì, nel 2004, le luci dell’Empire State Building vennero abbassate per quindici minuti.
Si prosegue con It Came from Outer Space, Destinazione Terra!
E’ un film del 1953 diretto da Jack Arnold ed è basato su un soggetto di Ray Bradbury. Fu il primo film della Universal ad essere girato in 3-D ed il primo film fantascientifico diretto da Arnold, uno dei maggiori registi del genere negli anni Cinquanta. Un meteorite infuocato illumina il cielo e cade sulla Terra nei pressi della cittadina di Sand Rock, nella desertica Arizona, interrompendo un bacio di due amanti: John Putman, astronomo dilettante e la sua fidanzata, Ellen Fields.
La coppia accorre sul luogo dov’è avvenuto l’impatto, una vecchia miniera, e scopre che l’oggetto caduto in realtà è una navicella spaziale, di forma esagonale e simile a un grosso cristallo luminescente.
Il film propone un’immagine, inedita fino all’arrivo di E.T, l’extra-terrestre, di alieni non conquistatori ma naufraghi, vittime del pregiudizio e dell’odio generato dalla paura del diverso e dell’ignoto.
Doctor X
Il Dottor X è un film del 1932 diretto da Michael Curtiz, prodotto dalla First National Pictures, girato in California, a Laguna Beach, a Los Angeles River e allo Stage 7, nei Warner Brothers Burbank Studios, al 4000 di Warner Boulevard, a Burbank.
Nei pressi di un’accademia scientifica, opera un serial killer che uccide e sbrana le sue vittime durante la fase di luna piena. Il dottor Xavier chiede di poter fare delle indagini per scoprire il colpevole, che lui ritiene essere in preda a un’ossessione e la polizia gli concede 48 ore.
Anne Francis e il Pianeta Proibito
ll pianeta proibito, Forbidden Planet, è un altro film di fantascienza datato 1956, diretto da Fred M. Wilcox e prodotto dalla Metro-Goldwyn-Mayer. La trama è ispirata alla commedia teatrale La tempesta di Shakespeare. Nella realizzazione furono impiegati numerosi effetti speciali della Walt Disney Productions e vennero utilizzate tracce di musica elettronica, per conferire un carattere ancora più “alieno” al contesto.
Il film è ricordato anche per la presenza di Robby, uno dei primi robot costruiti ad Hollywood.
La protagonista femminile era Anne Francis. Secondo i canoni dei modelli femminili correnti all’epoca, era una ragazza dalle forme prorompenti ma con uno sguardo innocente, che la rendeva simile ad una Barbie. Era caratterizzata da un sensuale neo al lato della bocca.
Sapevo che Leo G. Carroll era con le spalle al muro quando la “Tarantula” è salita sulle colline
in questa strofa O’Brien si riferisce a Tarantola, Tarantula! – il film del 1955 diretto da Jack Arnold che terrorizzò gli americani con i suoi effetti speciali all’avanguardia. Un horror fantascientifico del filone dei film di “mostri”. Un uomo dal viso deturpato cade nel deserto vicino alla cittadina di Desert Rock, in Arizona.
Giunge il dottor Matt Hastings chiamato dallo sceriffo per indagare sull’orribile cadavere ritrovato, appartenente ad un assistente del dottor Gerald Deemer (Leo G. Carroll), uno scienziato che conduce misteriose ricerche nella sua villa ai margini del deserto.
Vive in mezzo a gabbie di animali enormemente ingigantiti: Deemer ha creato un siero che testa su alcuni animali. Fra questi una tarantola, che non appena inizia il “trattamento”, raggiunge l’altezza di un metro.
Realizzato in economia ma altamente spettacolare, il film sembra costruito sul doppio binario della metamorfosi del dottor Deemer e della tarantola. Al dramma gridato dell’uomo fa da contrappunto il dramma silenzioso dell’aracnide che ingigantisce.
La locandina originale del film presentava un’enorme tarantola, che tiene tra le fauci una donna urlante alla maniera della Fay Wray della locandina di King Kong. Il disegno era solo un mezzo per attirare il pubblico, infatti la scena non comparirà nel film.
Altra citazione è per Quando i mondi si scontrano, When Worlds Collide
Un film di fantascienza del filone catastrofico-apocalittico diretto nel 1951 da Rudolph Maté. Il pilota David Randall viene pagato dal dottor Cole Hendron per consegnargli delle foto dell’astronomo Emery Bronson, scattate da un osservatorio in Sudafrica.
Hendron scopre che una stella rossa chiamata Bellus sta per entrare nell’orbita terrestre e ciò causerà la scomparsa del genere umano oltre che la distruzione del pianeta.
L’unica speranza, resa nota da Hendron, è la scoperta di un nuovo pianeta, Zyra, di dimensioni eguali a quelle della Terra e la cui apparente forma sembrerebbe poter supportare la vita. Nel film non passa inosservato il design delle astronavi, progettate in puro stile futurista.
Ultima citazione, Night of the Demon
Tratto dal racconto Casting the Runes, La maledizione del demone è uno dei più importanti film di genere Horror. Diretto nel 1957 da Jacques Tourneur, la sceneggiatura del film è l’elaborazione del più importante racconto di Montague Rhodes James, biblista insigne che in alcuni dei suoi più riusciti racconti rielabora, ponendoli sulla scena del mondo contemporaneo, temi della sapienza esoterica connessi con le opere del Vecchio e Nuovo Testamento e degli “apocrifi” di ognuno di questi Canoni.
Per nulla intimidito dalla valenza storica della sceneggiatura, Richard O’Brien crea una delle rime più irriverenti della canzone, giocando sui termini Prunes e Runes: è sufficiente infatti che Dana Andrews pronunci la parola Prugne per causare diarrea a qualcuno.
Science Fiction Double Feature è dunque una canzone perfetta che introduce un musical indimenticabile. In questi giorni di cinquant’anni fa, Richard O’Brien stava ultimando le ultime correzioni alla sceneggiatura del suo spettacolo teatrale The Rocky Horror Show.
Le musiche le aveva terminate da tempo, lo spettacolo andò in scena per la prima volta il 16 giugno 1973 al Royal Court Theatre di Londra. O’Brien affidò la direzione della regia a Jim Sharman.
La coppia di artisti ripropose, nel 1975, l’adattamento cinematografico The Rocky Horror Picture Show.
Il film è uno dei più potenti manifesti in materia di Libertà sessuale. Tra le tante citazioni che si possono cogliere guardandolo, ce n’è una che non può essere sottaciuta.
Tim Curry, vestendo gli abiti del Dr. Frank-N-Furter, in una scena ne indossa uno contrassegnato da un triangolo rosa sul petto.
È un preciso riferimento alle persecuzioni che i Nazisti perpetravano agli omosessuali, imprigionandoli nei campi di concentramento in sezioni speciali riservate a chiunque non fosse allineato al delirante ideale di perfezione psicofisica che avrebbe dovuto possedere la (presunta) razza ariana.
Quel triangolo rosa, puntato all’insù in segno di ottimismo e di vittoria, divenne presto uno dei simboli delle lotte contro la discriminazione sessuale che fecero la loro comparsa in concomitanza con l’uscita del film.
Un film che non smette di sedurre
A cinque decadi di distanza dalla lontanissima prima londinese, esattamente come i loro genitori e nonni, anche le nuove generazioni continuano a riempire i teatri prendendo parte attiva allo spettacolo, vestendosi e truccandosi come i personaggi del film, che resta la pellicola più proiettata nella storia del cinema, nonché una travolgente esperienza immersiva in cui ciascuno può sentirsi protagonista.
Michael Rennie was ill
The day the Earth stood still
But he told us where we stand
And Flash Gordon was there
In silver underwear
Claude Rains was The Invisible Man
Then something went wrong
For Fay Wray and King Kong
They got caught in a celluloid jam
Then at a deadly pace
It came from outer Space
And this is how the message ran
Science fiction (ooh-ooh-ooh) double feature
Doctor X (ooh-ooh-ooh) will build a creature
See androids fighting (ooh-ooh-ooh) Brad and Janet
Anne Francis stars in (ooh-ooh-ooh) Forbidden Planet
Wo-oh-oh-oh-oh-oh
At the late night, double feature, picture show
I knew Leo G. Carroll
Was over a barrel
When Tarantula took to the hills
And I really got hot
When I saw Janette Scott
Fight a Triffid that spits poison and kills
Dana Andrews said prunes
Gave him the runes
And passing them used lots of skills
But When worlds collide
Said George Pal to his bride
I’m gonna give you some terrible thrills
Like a
Science fiction (ooh-ooh-ooh) double feature
Doctor X (ooh-ooh-ooh) will build a creature
See androids fighting (ooh-ooh-ooh) Brad and Janet
Anne Francis stars in (ooh-ooh-ooh) Forbidden Planet
Wo-oh-oh-oh-oh-oh
At the late night, double feature, picture show
I wanna go, oh-oh-oh-oh
To the late night, double feature, picture show
By R.K.O., wo-oh-oh-oh
To the late night, double feature, picture show
In the back row, oh-oh-oh-oh
To the late night, double feature, picture show