Che fra Roger Waters e David Gilmour non sia sempre stato tutto idilliaco è cosa arcinota, confermata anche recentemente dalle (ulteriori) dichiarazioni di Roger sull'amicizia con David (leggi il nostro articolo).
Certamente Gilmour si è sempre sentito "soffocato" dalla grande creatività di Roger e, una volta che l'amico-rivale ha abbandonato la band nel 1985, dopo l'ultimo disco insieme, ha potuto dare sfogo a tutta la sua creatività repressa, facilmente osservabile nel disco "On an Island" del 2006 e, più recentemente dall'ottimo e apprezzabile "Rattle That Lock", il cui tour promozionale ha toccato anche l'Italia per ben due volte. (leggi l'articolo)
Se la creatività di Gilmour ha trovato sfogo nei due dischi di cui sopra, cosa ben diversa si può dire per Waters il quale ha faticato a "scrollarsi" di dosso l'etichetta di ex Pink Floyd e, sopratutto, perchè ha continuato a sfornare dischi dagli evidenti tratti cupi e di protesta contro le disuguaglianze e le guerre, temi a lui molto cari.
In un recente articolo il nostro giornale ha ampiamente scritto delle produzioni musicali individuali di Roger Waters le quali sono certamente ricche dei contenuti tipici del carattere del suo creatore (leggi l'articolo)
In ogni caso, Roger non ha mai criticato la grande capacità di suonare di Gilmour, e lo si evidenzia da numerose sue dichiarazioni fra le quali la seguente, anche se non recente:
“David è uno dei più grandi chitarristi di tutti i tempi. Suona in una maniera istintiva e sembra quasi non rendersi conto di quello che può fare. Se ne sta lì come se stesse strimpellando a tempo perso e tu, ascoltandolo, pensi che quello che ha appena composta è la cosa più bella che hai sentito.”
Nel frattempo la data di uscita del suo nuovo disco si avvicina e la curiosità (e anche l'aspettativa) aumentano in modo esponenziale. Il 2 giugno, data ufficiale di uscita di "Is This The Life We Really Want?" non è poi così lontano. (leggi l'articolo)
Stefano Leto – Onda Musicale
