Oggi parliamo di un colosso dalla mole sonora decisamente ingombrante: Jon David Gilmour, che recentemente ha festeggiato il suo 77mo compleanno.
Noto prevalentemente al grande pubblico per essere stato il chitarrista dei Pink Floyd a partire dal 1968, David Gilmour ha saputo crearsi un vasto seguito di ammiratori, fan e studiosi, influenzando fortemente il sound di alcuni dei più grandi guitar heroes delle generazioni successive alla sua. Per rendere l’idea della portata della sua innovazione musicale e strumentistica, qualora l’ascolto dei dischi non bastasse, può essere utile digitare il suo nome su uno dei principali motori di ricerca online.
Il suo nome infatti, non solo è tra i più citati sui vari siti di appassionati ma è anche uno dei pochi a vedersi interamente dedicati blog, riviste e fanzine, anche molto frequentate, per il solo intento di studiarne la complessità sonora. Potrebbe sembrare un paradosso il fatto che proprio un “antidivo” come lui, rimasto per molto tempo nascosto sotto le immagini, i suoni e il peso di un marchio mastodontico – come la maggior parte dei componenti del suo ex gruppo – sia diventato uno degli artisti più ricercati, studiati e osannati degli ultimi anni.
Oggi vogliamo omaggiarlo indicando quelli che – secondo noi – sono i suoi 10 assoli migliori.
Fat Old Sun (Atom Heart Mother, 1970)
E’ una delle canzoni più sottovalutate dei Pink Floyd anche se, per la verità, molto amata da una parte dei fan. Si tratta di un brano dal sound pastorale che evidenzia l’uso della lap-steel guitar di un Gilmour che offre anche una sontuosa performance vocale. E, per completare l’opera, troviamo l’incredibile assolo di chitarra. È una delle prime composizioni di Gilmour con la band e una delle sue preferite. È anche una delle prime apparizioni della celeberrima Fender Black Strat in studio.
Echoes (Meddle, 1971)
Il brano è pubblicato come sesta traccia di Meddle (1971) ed è uno dei capolavori della band. E’ disco d’oro in Italia, Francia Germania e Regno unito. L’introduzione dell’emozionante brano è stato composto interamente da Richard Wright tramite un apposito suono di pianoforte a coda amplificato mediante altoparlante ad hoc. Il brano contiene uno degli assoli più identificativi della carriera di David Gilmour che sfocia in uno stile funk a sua volta terminante con un sibilo di vento e diversi echi a cui si sommeranno fischi psichedelici.
Money (The Dark Side Of The Moon, 1973)
Pubblicato nel lontano 7 maggio 1973, “Money” è il primo estratto del celeberrimo ottavo album “The Dark Side of The Moon”. Registrato presso gli Abbey Road Studios di Londra, il brano ha una durata di 6 minuti e 23 secondi, ed è un pietra miliare dell’intera storia della musica. Nella versione originale del brano, questo assolo è stato suonato da Gilmour due volte. Le due esecuzioni solistiche sono state mixate una a destra e l’altra sinistra dando vita – grazie alle leggere differenze tra una e l’altra – a quel particolare sound non replicabile con una sola traccia.
Time (The Dark Side Of The Moon, 1973)
Time viene pubblicato come singolo dai Pink Floyd il 4 febbraio del 1974, secondo estratto da The Dark Side of the Moon. È l’ultimo dei pochi brani nella carriera dei Pink Floyd ad essere stato composto a “otto mani“, cioè da tutti e quattro i componenti del gruppo. Le strofe sono cantate da Gilmour, mentre i ritornelli da Wright. Time è caratterizzata da un’introduzione composta da un sommesso ticchettio di orologi che viene bruscamente interrotto dal fragoroso suono di sveglie e pendoli. Alan Parsons (leggi la nostra intervista) anni più tardi rivelò che le varie sveglie furono registrate separatamente in un negozio di antiquariato e i singoli nastri poi sincronizzati per suonare nello stesso momento. L’assolo di chitarra arriva dopo il primo bridge (cantato da Wright) e si estende attraverso le strofe e il ritornello con due stili differenti, raccontando una storia parallela. David lo esegue con la Black Strat e contiene diversi richiami a molte delle sue influenze, dal blues allo ‘space rock’ e persino a Jimi Hendrix. Il sound è molto potente grazie al suo amplificatore Hiwatt (il suo preferito) collegato a un cabinet WEM.
“non è solo il migliore nella storia dei Pink Floyd, è il secondo assolo
cit: anonimo
più veloce della storia, secondo solo a Han Solo…”
Shine On You Crazy Diamond (Wish You Were Here, 1975)
Shine on you crazy diamond è una lunga suite composta da 9 parti, solitamente suddivisa in due: la prima che apre l’album va dalla parte I alla parte V, la seconda, che lo chiude, dalla parte VI alla parte IX. Uno dei più grandi capolavori che siano mai stati realizzati dai Pink Floyd, spesso oggetto di discussioni riguardanti l’attribuzione del brano, ancora oggi viene riconosciuto come uno dei brani più belli che siano mai stati compiuti nella storia della musica.
La canzone fu eseguita per la prima volta durante il tour francese nel 1974 e l’anno successivo fu inserita nel concept album “Wish you were here“ del 12 settembre 1975.
Pigs (Animals, 1977)
“Big man, pig man!” è una chiara forma di rappresentazione della rabbia umana, nonché un ingresso fenomenale. Quale canzone inizia in maniera altrettanto polemica/rabbiosa/esplicita/anarchica quanto Pigs? Mentre tutto il resto gira intorno sincopato, pulito, cattivo, non sembra quasi che il suono stia seviziando quei maiali lì? Li facciamo scendere nell’abisso, li facciamo un po’ cagare sotto quindi, e meritatamente. In questo brano David Gilmour esegue uno degli assoli più belli, graffiante e incisivo come pochi altri.
Hey You (The Wall, 1979)
““Hey tu! Là fuori al freddo, sei solo, stai invecchiando, riesci a sentirmi?
Hey tu! Che stai nel passaggio, con i piedi stanchi e un sorriso che svanisce, riesci a sentirmi?
Hey tu, non aiutarli a sotterrare la luce. Non arrenderti senza lottare“
Hey You è una canzone pubblicata dai Pink Floyd nel 1979. Fa parte del doppio album The Wall ed è la canzone che apre il secondo disco. Non fu inserita nel film Pink Floyd The Wall per ragioni di spazio, ma una versione abbozzata del video è inclusa negli extra del DVD pubblicato in occasione del 25º anniversario dall’uscita dell’album. Benché non abbia trovato spazio nel film, è una delle più celebri canzoni della band.
La canzone inizia con un arpeggio di chitarra acustica. Poco dopo entrano, in sequenza: il basso fretless, un piano elettrico Fender Rhodes, la voce e, al termine della prima strofa, la batteria. Dopo la seconda strofa, inizia l’assolo di chitarra di Gilmour. Sia la chitarra che il basso qui seguono il ritmo quasi militare di Another Brick in the Wall, ma dopo alcuni secondi la chitarra si slega da questo riff e segue una parte completamente “selvaggia“, in opposizione al tema rigido che fa da sezione ritmica.
Comfortably Numb (The Wall, 1979)
Comfortably Numb è contenuta in The Wall, undicesimo disco della band ed uscito il 30 novembre 1979. Il brano è il sesto del lato B del secondo disco The Wall e certamente si tratta di una canzone senza tempo, quasi immortale e una delle più amate dai numerossimi fan dei Pink Floyd. Il brano dura poco più di sei minuti ed inizia con il basso e con la batteria, ai quali si uniscono succesivamente la chitarra e le tastiere. E’ strutturata in modo da sembrare un dialogo fra un medico (Waters) e Pink (Gilmour). La canzone si conclude con uno degli assoli più belli di Gilmour, che lo esegue in una forma smagliante e strepitosa, probabilmente ai suoi massimi livelli chitarristici. L’assolo è un esempio di chitarra che “comunica” e che a tratti sembra quasi urlare la sua rabbia, in un modo intenso, graffiante, drammatico, potente, incisivo.
The Fletcher Memorial Home (The Final Cut, 1983)
Il brano è composta da Roger Waters per l’album The Final Cut pubblicato nel 1983 e con il quale il bassista sancisce la sua rottura con i Floyd. The Fletcher Memorial Home immagina i potenti della terra rinchiusi in una specie di ospizio-manicomio che prende il nome dal padre di Waters. Qui i personaggi possono sfogare le loro pulsioni per la guerra come se fosse un gioco insensato; quello che in definitiva è. Anche qui il tono sommesso, quasi recitato, lascia spazio – a metà del brano – ad un assolo di David Gilmour da pelle d’oca. Lo stile e la melodia rimandano a Comfortably Numb, sebbene inevitabilmente in tono minore; comunque un passaggio particolarmente amato dai fan storici.
On The Turning Away (A Momentary Lapse Of Reason, 1987)
On the Turning Away viene pubblicato il 14 dicembre 1987 come secondo estratto del disco “A Momentary Lapse of Reason“. Il brano, magnifico, divenne comunque uno dei preferiti dai fan, unendosi a “Learning to Fly“, diventando un punto fermo dei concerti durante i tour solisti dei Pink Floyd e – successivamente – di Gilmour come solista. Le versioni live sono apparse su Delicate Sound of Thunder del 1988 e su Live in Gdansk del 2008. Scritto da David Gilmour e Anthony Moore, il brano è una lunga ballata dove gli strumenti entrano uno dopo l’altro: prima il tappeto di tastiere, poi la voce di Gilmour e a seguire gli altri in un crescendo che culmina ne magnifico assolo finale. Il testo critica la tendenza che hanno le persone ad allontanarsi da coloro che soffrono la fame e la povertà.
Sorrow (A Momentary Lapse Of Reason, 1987)
Il brano è la traccia conclusiva del tredicesimo album in studio dei Pink Floyd A Momentary Lapse of Reason. Il batterista Nick Mason (da molti considerato autorevole memoria storica della band) ha dichiarato che la canzone venne quasi del tutto composta dal solo Gilmour nel corso di un weekend trascorso sul suo studio galleggiante Astoria. Quando egli ritornò dal weekend, infatti, furono necessari solo alcuni “aggiustamenti“. David Gilmour ha inoltre dichiarato che l’assolo alla fine di Sorrow venne registrato sulla barca, attraverso un piccolo amplificatore Gallien-Krueger. L’introduzione chitarristica del brano (una delle più suggestive dei Floyd) venne invece incisa dentro la Los Angeles Memorial Sports Arena con il suono della chitarra filtrato attraverso il potente impianto audio dei Pink Floyd, generando un sound estremamente profondo e cavernoso.
Marooned (The Division Bell, 1994)
Marooned è la quarta traccia del quattordicesimo album in studio The Division Bell, pubblicato il 28 marzo 1994 dalla EMI. Il brano è stato premiato nel 1995 con un Grammy Award come miglior brano strumentale. Nel 1994 i Pink Floyd ritornano sulle scene con un nuovo disco, l’ultimo nella loro vita discografica, ma soprattutto il loro secondo album in studio senza Roger Waters, a sette anni dal precedente A Momentary Lapse of Reason. Della formazione originaria sono rimasti in tre: David Gilmour, che dopo l’abbandono di Roger Waters avvenuto nel 1984 è rimasto il leader del gruppo, Nick Mason e Richard Wright, finalmente ritornato a pieno titolo.
Composto da Richard Wright e David Gilmour, il brano è interamente strumentale e si apre inizialmente con versi di gabbiani e altri suoni poco scanditi a cui fa seguito la tastiera. Dopo circa trenta secondi entra la chitarra, che esegue un assolo lento, caratterizzato da note acute, accompagnata dal tappeto di tastiere e dal piano, che si limita a suonare semplici accordi. Attorno alla metà del terzo minuto anche la batteria fa la sua comparsa nel brano, ma l’assolo non subisce variazioni particolari. L’accordo finale è collegato all’inizio di A Great Day for Freedom.
Fuori da questa classifica, ma non meno bello degli altri, vogliamo inserite In Any Tongue (Rattle That Lock, 2015) in quanto appartiene ai brani di David come solista e non come Pink Floyd
In Any Tongue è un singolo di David Gilmour, pubblicato il 4 marzo 2016 come quarto estratto dal quarto album in studio Rattle That Lock. Sesta traccia dell’album, il brano è stato scritto da Polly Samson, moglie di Gilmour, e musicata dallo stesso chitarrista e parla di ciò che le persone provano pensando a ciò che avrebbero potuto perdere involontariamente nelle guerre in nome del proprio paese. Al brano ha inoltre partecipato il figlio Gabriel, che ha eseguito le parti di pianoforte. Il videoclip, diretto da Danny Madden e basato sul suo cortometraggio animato Confusion Through Sand, è stato pubblicato il 5 marzo 2015 attraverso il canale YouTube di Gilmour. Da una parte dei fan questa canzone (e il suo splendido, appassionato assolo) rappresenta la “nuova Comfortably Numb“. Un bel complimento, non c’è che dire.