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Riff di chitarra memorabili: ecco i sette migliori di sempre

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Dal metal al rock, ecco i 7 migliori riff di chitarra mai realizzati, perlomeno secondo i lettori della rivista specializzata più quotata d’AmericaGuitar World, che li motiva uno per uno.

IRON MAN – BLACK SABBATH (1970)

Scrivere un solo riff classico è già un’impresa: Tony Iommi dei Black Sabbath ne ha scritti parecchi, a volte anche all’interno della stessa canzone. ‘Iron Man’, estratta da Paranoid, parla del disagio di un uomo robot che viaggia solo e abbandonato nel tempo:

Eravamo in una sala prove e Bill ha iniziato a suonare questo boom, boom, boom; nella mia testa lo avvertivo come un mostro o qualcuno che ti si avvicina di soppiatto (T. Iommi)

È questo contrasto tra l’inizio più letargico e una seconda parte molto movimentata, che mostra l’evoluzione dei Sabbath dalle loro storiche radici blues verso qualcosa di più oscuro e minaccioso. Suonato con una Gibson SG Special.

ENTER SANDMAN – METALLICA (1991)

Alcuni anni sono considerati veri e propri momenti di svolta nella storia della musica, e il 1991 fu uno di questi: vide l’avvento del grunge e il definitivo addio dell’hair metal dalle vette della classifica. Sempre quell’anno uscì il cosiddetto ‘Black Album’ dei Metallica, la loro consacrazione mondiale. Tra i tanti singoli di successo che conteneva, al di là del facile appeal di Nothing Else Matters, fu ‘Enter Sandman’ a catturare l’immaginario del pubblico, con la sua particolarissima atmosfera, data da un riff in chiave minore cupo e pulito, il testo inquietante e il suono imponente. Nata da un’intuizione del chitarrista Kirk Hammett, ha spinto James Hetfield alla ricerca di un suono più “croccante” (cit.) fino ad ottenere la canzone metal per definizione degli anni Novanta.

Abbiamo cercato di espandere ogni suono al massimo, di rendere le chitarre il più grandi possibile, il basso il più grande possibile, la batteria… Sai, grande e pesante (Bob Rock, il produttore)”

AIN’T TALKIN’ ‘BOUT LOVE – VAN HALEN (1978)

Ecco la storia di come un semplice arpeggio “scolastico” sia diventato la base per un brano rock di prima grandezza. La hit dei Van Halen è nata attorno a una banalissima forma di la minore, smorzando il suono della chitarra con il palmo in sordina. Ai tempi del suo debutto rivoluzionario, Eddie Van Halen utilizzava solo la propria chitarra Frankenstrat, costruita fai da te, con scarti di fabbrica. L’effetto sonoro vorticoso arrivava grazie al pedale MXR Phase 90, prima che il segnale venisse immesso nell’amplificatore Marshall 1959 Super Lead, articolo “vintage”, poi utilizzato in tutti gli album dell’era di David Lee Roth nella band.

SMOKE ON THE WATER – DEEP PURPLE (1972)

Ecco uno dei riff più riconoscibili e più suonati della storia del rock: solido, semplice e orecchiabilissimo. Eppure Ian Gillan in persona ha raccontato come Smoke On The Water avrebbe anche potuto non vedere mai la luce, perché inizialmente la band non la considerava nulla di speciale. Nell’inverno del 1971, quando i Purple iniziarono a lavorare all’album Machine Head’ a Montreux, in Svizzera, il chitarrista Ritchie Blackmore suonò il riff nella loro prima jam session: solo restando a corto di materiale inedito la band la “ripescò”, improvvisando un arrangiamento spontaneo. La canzone si basa sulla vera storia di come il casinò di Montreux – dove i Purple avrebbero dovuto registrare – fosse andato a fuoco in un incendio scoppiato durante un concerto di Frank Zappa. Ecco come nacque una pagina leggendaria del rock.

BACK IN BLACK – AC/DC

Malcolm Young aveva pianificato tutto fin dalla fondazione degli AC/DC, nel 1973, sapendo esattamente come rendere il suono della band il più potente possibile:

L’idea di Malcolm era che due di noi fossero sempre un’unità insieme. Abbiamo lavorato come quell’unica unità e abbiamo cercato di farne una grande unica chitarra (Angus Young)”

Back In Black’, la title track dell’album rock più venduto di tutti i tempi, ne era l’esempio perfetto. Il disco “tributo” nasceva dalla tragica perdita di Bon Scott, sostituito però da un potentissimo Brian Johnson, che consentì alla band un degno ritorno. Quel riff funky e sconvolgente poi segnava “la canzone rock definitiva”: una batteria irriverente e un metro vocale trascinante, tra il rap e il rock ‘n’ roll… dalle radici blues!

CRAZY TRAIN – OZZY OSBOURNE (1980)

Quando fu espulso dai Black Sabbath nel 1979Ozzy Osbourne temeva che i suoi giorni da rockstar fossero finiti. Intervenne invece in suo soccorso un giovane chitarrista americano, Randy Rhoads, ex Quiet Riot, che contribuì a reinventare l’Ozzy post-Sabbath. Con la sua virtuosa tecnica chitarristica neoclassica, Randy fece di ‘Crazy Train’ – la traccia chiave di ‘Blizzard of Ozz’ – l’inno che avrebbe definito per sempre Osbourne come solista, con una maggiore personalità rispetto a quella espressa prima nella band. Purtroppo Randy Rhoads morì in un incidente aereo nel 1982, dopo aver registrato un altro album con Ozzy, ‘Diary of a Madman’.

La sua influenza rimane enorme: Randy è stato il più grande chitarrista hard rock di tutti i tempi (Tom Morello)

WHOLE LOTTA LOVE – LED ZEPPELIN (1969)

Nel 1969 Jimmy Page, con il riff di ‘Whole Lotta Love’ eseguito sulla sua Gibson Les Paul, proiettò la musica nel decennio successivo in soli 2,7 secondi. Tutti gli altri suonavano ancora negli anni ’60. Così i Led Zeppelin hanno reso i riff la chiave della musica per chitarra e, rivisitando il blues in maniera attiva, hanno creato un nuovo genere:

Sapevo che era abbastanza forte da guidare l’intera canzone, non solo aprirla; sentivamo che il riff creava dipendenza, come una cosa proibita (J. Page)”

In effetti, è così avvincente da non avere neppure bisogno di variazioni e una volta che Plant inizia a cantare, il riff perdura per il resto della canzone, implacabile. Emblematico della rivoluzione dettata da questo brano come gli Zeppelin si siano rifiutati per anni di pubblicare singoli nel Regno Unito e di esibirsi in TV a Top Of The Pops, nonostante la BBC avesse scelto proprio ‘Whole Lotta Love’ per presentare il suo show: i Led Zeppelin erano un gradino più in alto di tutti; gli altri sgomitavano per partecipare al programma, loro ne avevano scritto la sigla, uno dei più grandi motivi musicali di tutti i tempi.

— Onda Musicale

Tags: Deep Purple/AC/DC/Frank Zappa/Metallica/Led Zeppelin/Ozzy Osbourne/Black Sabbath/Van Halen
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