Musica

Zucchero: “Voglio proporre a Bono un Live Aid contro la paura”

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Zucchero dopo l’attentato di Manchester: «Nessuno fermi la musica». E precisa: «Non dobbiamo combattere l’odio con l’odio, ma usare l’amore».

“Dobbiamo continuare a fare concerti. Nessuno pensi di fermare la musica”. Zucchero è dall’altra parte del mondo. Il nostro bluesman da export ha un’agenda piena di concerti, una settantina all’estero, e non intende cambiare nulla. In questi giorni è in Australia per il «Black Cat World Tour»: mercoledì ha suonato ad Adelaide, oggi sarà a Perth.

Quindi lo aspettano Tokyo e di nuovo l’Europa, prima del ritorno all’Arena di Verona.

Lo spettacolo deve continuare, nonostante la tragedia?

“The show must go on… Capisco che Ariana Grande abbia cancellato degli show. Immagino la pressione, lo choc e persino il senso di colpa che può provare. La risposta di tutti noialtri deve essere quella di andare avanti. Altrimenti finiremmo succubi, schiacciati, senza più libertà di espressione”.

Prima reazione alla notizia dell’attacco al concerto di Manchester? (leggi l’articolo)

“Terribile, allucinante. Rischio di essere retorico ma non trovo altre parole. È stata una vigliaccata. Hanno colpito dei ragazzi che si divertivano con la musica. Questi non hanno gli attributi per attaccare il vero potere. Sarebbe allo stesso modo allucinante, ma avessero almeno il coraggio di fare una vera guerra. Invece sono schegge impazzite, fanatici che non hanno nemmeno onore”.

Bisogna blindare gli show e tutte le manifestazioni pubbliche?

“Ci vorrebbero dei controlli capillari, un percorso obbligato con metal detector come in aeroporto, ma è difficile organizzare l’afflusso di così tante persone in così poco tempo”.

Qualcuno pensa di chiudere le frontiere, di mandare via gli stranieri…

“Purtroppo sento soffiare questo vento. Si percepisce. Il nazionalismo prende punti e gioca sulla paura della gente che non si sente sicura”.

Nel suo ultimo album «Black Cat» c’è «Streets of Surrender (SOS)» una canzone con un testo di Bono ispirata agli attentati di Parigi. Come è nata?

“Quando ci siamo incontrati a Torino per il concerto degli U2 gli ho lasciato una musica chiedendogli un testo per la versione inglese. Dopo 2 mesi di silenzio mi ha chiamato nei giorni del Bataclan, una telefonata nel cuore della notte, per dirmi che era a Parigi, che aveva avuto delle sensazioni forti e sarebbe partito da lì”.

La canzone parla di resa. Dobbiamo arrenderci al terrorismo?

“Non è una ritirata, un alzare bandiera bianca. Vuol dire che non dobbiamo combattere l’odio con l’odio, ma usare l’amore”.

L’altra sera la canzone era in scaletta?

“Certo. Ho anche raccontata come è nata e ho sentito un oooh arrivare dal pubblico. Quando l’ho cantata a occhi chiusi ho avuto la pelle d’oca. Se togli la parola Parigi e metti Manchester continua a funzionare. Purtroppo potrebbe essere attuale anche in futuro”.

È sufficiente non fermare gli show o bisogna fare altro?

“Ora che ci penso potrei chiamare Bono per dirgli di mettere in piedi un grande raduno, un Live Aid contro il terrorismo. Dobbiamo dare un segnale che non abbiamo paura”.

(di Andrea Laffranchi – link)

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— Onda Musicale

Tags: Zucchero Fornaciari/Manchester/Ariana Grande/Black Cat/Live Aid
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