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The Fanny: la rock band femminile dimenticata e (troppo) sottovalutata

Le Fanny sono state una delle prime band rock composte esclusivamente da donne. Nata nella California degli anni ’60, la band è stata un precursore nella scena musicale femminile e ha influenzato molte altre artiste a venire.

Le Fanny si sono formate nel 1969 e la formazione originale includeva la cantante e chitarrista June Millington, sua sorella Jean Millington al basso, la tastierista Nickey Barclay e la batterista Alice de Buhr. Il loro nome deriva dal soprannome della madre di June, Fanny Swolfe, che le aveva ispirato la passione per la musica fin dall’infanzia.

Il debutto avviene nel 1972

La band ha debuttato con l’album “Fanny Hill” nel 1972, che ha presentato una miscela di rock classico, blues e pop. Le loro canzoni spaziavano da ballate malinconiche a riff di chitarra aggressivi, e le loro performance dal vivo erano note per la loro energia elettrizzante. Le Fanny hanno guadagnato un seguito di fan fedeli e sono diventate una presenza costante nella scena rock degli anni ’70.

Nonostante il loro talento e il loro successo, le Fanny hanno lottato contro il sessismo e la discriminazione nell’industria musicale dell’epoca

Le Fanny ono state spesso sottovalutate o ignorate dai media e dai loro colleghi maschi, e hanno dovuto combattere per ottenere rispetto e riconoscimento. Nonostante ciò, le Fanny hanno continuato a fare musica e a rompere barriere. Hanno registrato altri quattro album, tra cui “Mother’s Pride” e “Rock and Roll Survivors“, e hanno suonato con altri grandi artisti come David Bowie, Barbra Streisend, Jethro Tull, The Kinks e Todd Rundgren.

Il giudizio di David Bowie

Bowie, da sempre loro fan – ebbe pure una relazione con Jean -, le ha definite uno dei migliori gruppi rock del loro tempo, lamentandosi del fatto che “nessuno o quasi le abbia mai menzionate.

Lo scioglimento della band

Ma dopo aver raggiunto il loro apice di successo nella metà degli anni ’70, le Fanny si sono sciolte nel 1975. Tuttavia, il loro impatto sulla scena rock femminile è stato duraturo. Hanno dimostrato che le donne possono suonare rock n’ roll tanto bene quanto gli uomini, e hanno aperto la strada per molte altre artiste come Joan Jett, The Runaways e L7.

Nel 2018, le Fanny sono state introdotte nella Rock and Roll Hall of Fame come “Early Influence“, riconoscendo il loro contributo alla storia del rock. La band è stata in grado di influenzare generazioni di musicisti e appassionati di rock, dimostrando che la musica non conosce confini di genere.

Un docu-film potrebbe dare loro il giusto riconoscimento

La regista canadese Bobbi Jo Hart (classe 1966) ha pensato di colmare questo gap con un documentario sulle musiciste dimenticate dal titolo “Fanny: The Right to Rock”, uscito nel 2021 ed ora punta alla distribuzione on demand. Jo Hart si è imbattuta nella loro storia per puro caso: nel 2015 stava guardando il sito di Taylor Guitars alla ricerca di un nuovo strumento per la figlia di dieci anni. Qui ha trovato un breve profilo di June Millington, la cantante e chitarrista solista delle Fanny. Hart, che oggi vive a Montreal, è cresciuta in una famiglia hippie in California “con montagne di LP dappertutto“: David Bowie, Rolling Stones, Fleetwood Mac e così via.

Ma non aveva mai sentito parlare della girl band. “Cosa che mi ha davvero infastidito”, ha detto, “ennesimo esempio di donne straordinarie che non conosciamo perché la storia le cancella”. Successivamente, nel 2017, Hart ha partecipato alla Women’s March a Washington e mentre stava ascoltando Madonna ha avvistato una donna con “capelli grigi fiammeggianti” sul palco: era proprio lei, June Millington. Così Jo Hart ha deciso di contattarla scoprendo che le Fanny, tre su quattro almeno, stavano tornando: June insieme alla sorella minore Jean e alla bassista Brie Darling stavano per fare un nuovo album con un’etichetta indipendente.

Nel film anche “outing

Nel film si parla molto anche del fatto che due delle Fanny – June Millington e la batterista Alice de Buhr – sono lesbiche, cosa di cui la band non ha mai osato parlare pubblicamente nel momento di massimo successo. “La gente ci chiedeva: avete un ragazzo?“, ricorda de Buhr, che ora ha settantadue anni e risiede a Tucson, in Arizona. “E io rispondevo: non ho tempo. Odiavo non poter dire, beh, sono innamorata di una donna“. Inutile dire che furono sommerse di commenti sessisti e che spesso la critica rimaneva stupita della loro musica, liquidandole con velocemente con giudiizi frettolosi.

“Si dai, sono brave per essere delle ragazze”

June e Jean Millington: padre americano e madre filippina

Nel 1961, la famiglia Millington si trasferì da Manila a Sacramento, in California, dove le due sorelle adolescenti ebbero parecchie difficoltà a inserirsi e furono spesso vittime di insulti razzisti. Fu così che si rifugiarono nella musica, fondando ai tempi delle superiori una band di sole ragazze nel garage di casa.

Le Fanny hanno pubblicato cinque album tra il 1970 e il 1974, hanno vissuto anni ruggente. Come quelli a Fanny Hill, una casa a West Hollywood che Millington, nel film, chiama “una confraternita di chitarre elettriche“.

Le parole della bassista Brie Darling (oggi 72 anni)

Era un ambiente meraviglioso e creativo. Non erano solo persone che si sballavano e facevano sesso.”

— Onda Musicale

Tags: David Bowie, Jethro Tull, The Kinks, Barbra Streisand
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