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La mia mamma è come un rock: 10 canzoni italiane da dedicare alla persona più importante della nostra vita

Dio non poteva essere dappertutto, così ha creato le madri” recita un antico detto ebraico. Gli fa eco un proverbio arabo, che asserisce che “la tenerezza di una madre verso i figli è discreta come la rugiada che bacia la terra”.

Quando si parla di mamme, anche Papa Francesco va dritto al sodo. Secondo lui, “le madri sono l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico”. Individuo – spiega il Pontefice – vuol dire “che non si può dividere”. Le madri invece si “dividono”, a partire da quando ospitano un figlio per darlo al mondo e farlo crescere.

Molto più laicamente Sofocle, già 450 anni prima di Gesù Cristo, sosteneva che “le madri hanno inventato l’amore sulla terra”.

Come non riconoscersi in ciascuna di queste affermazioni?

Per la Festa della Mamma vi proponiamo una Playlist di canzoni italiane interamente dedicate a questa figura insostituibile. Sono tutte canzoni famosissime e sono state scritte, eccetto una, da autori di sesso maschile.

1 – Mamma

Cominciamo dalla “capostipite”. Mamma venne portata al successo da Beniamino Gigli nel 1939.

È una delle canzoni popolari più famose di sempre. Composta da Cesare Andrea Bixio per la musica e da Bixio Cherubini per i testi, venne lanciata da Beniamino Gigli.  La sua bellezza senza tempo ne ha fatto un banco di prova per tanti artisti. Meritano menzione le appassionate interpretazioni di Claudio Villa, Luciano Pavarotti e Andrea Bocelli.

2 – Ciao Mamma

Jovanotti la scrisse a 24 anni. Era il 1990 e all’epoca componeva soltanto canzoncine disimpegnate.

Felicissimo per la clamorosa notorietà raggiunta, sentì il bisogno di condividere la sua gioia con qualcuno. La prima persona che gli venne in mente fu lei: “Ciao mamma, guarda come mi diverto”.

3 – No! Mamma, no!

Scritta nel 1973 da un Renato Zero più caustico del solito, con No! Mamma, no! l’autore contestava a sua madre alcuni “indottrinamenti” cui era stato sottoposto quand’era bambino.

Ci ripromettiamo di evitare ogni allusione alla natura “edipica” dei contenuti, tuttavia corre l’obbligo evidenziare come il 90% delle canzoni della nostra Playlist, siano state composte da autori di sesso maschile.

4 – Mamma voglio anch’io la fidanzata  

È una canzone del 1942 portata al successo da Natalino Otto. Non è esattamente una canzone dedicata alla mamma ma è a lei che il cantante confida, in modo inequivocabile, le sue pulsioni: “Io vorrei quella cosa, tanto cara, deliziosa, che fa il cuore sospiroso, che fa il cuore palpitar. È una cosa, e sai che cosa, che di notte, misteriosa, fa il mio cuore sospiroso, fa il mio cuore trepidare di passion”. Niente male per un pezzo di ottant’anni fa, che ne dite?

Quando – mezzo secolo più tardi, nel 1998 gli Articolo 31 la riproposero, J-Ax ne attualizzò il testo, infarcendolo di una generosa dose di pragmatismo “oh mamma mi ci vuol la fidanzata perché io devo mettere la testa a posto”.

5 – Tutto tua madre

Con Tutto tua madre J-Ax raccontò le difficoltà che si devono affrontare nel non riuscire a diventare genitori. Un pezzo sulle (e per) le persone che vivono il dramma di voler creare una nuova vita senza riuscirci. Una situazione in cui, per qualche tempo, si trovò anche il nostro rapper. Un pezzo inconsueto per J-Ax ed estraneo a tutto il panorama musicale italiano, da cui emerge la rabbia per non riuscire ad avere un bambino e la frustrazione nel vedere i vari tentativi fallire.

Si tocca il dolore che nasce dal vedere la propria donna soffrire e poi, finalmente, la gioia per un figlio che sembra un miracolo. Un brano da dedicare alle donne che non sono riuscite a diventare mamme. Dopo tutto, per il loro coraggio, per il loro spirito di sacrificio e la loro abnegazione, tutte le donne, in fondo, sono anche un po’ madri: “ad avere coraggio ci pensava mamma, tra medicine e le punture in pancia”.

6 – Mamma tutto

Mamma tutto uscì nell’aprile del 1976 e consentì a Iva Zanicchi di tornare nella hit parade dopo anni di assenza.

Con una base musicale elementare e un adattamento dal testo in francese scritto d’istinto da Jean Broussolle, Mamma tutto traccia l’elenco delle svariate “attività” che una mamma sa svolgere alla perfezione, ed alle quali tutti noi, anche inconsapevolmente, abbiamo fatto ricorso più volte nella vita: “non sapevo ancora che, quella mamma era per me, tutto quel che al mondo c’è e in un attimo imparai, mamma tutto è lei”

7 – Portami a ballare

Luca Barbarossa presentò Portami a ballare al Festival di Sanremo. Una canzone scritta e dedicata alla mamma Annamaria, che sentiva di aver trascurato a causa di una vita troppo frenetica che – proprio come accade alla maggior parte di noi – gli aveva fatto perdere di vista l’essenzialità delle cose. Con questa canzone dolceamara Barbarossa vincerà il Festival del 1992.

Portami a ballare è diventata il simbolo della riconoscenza dei figli verso i genitori. Come davanti ad un vecchio film e bianco e nero, risulta difficile trattenere le lacrime ascoltando l’invito del figlio a ballare “uno di quei balli antichi che nessuno sa fare più”

8 – Vietato morire

Quando Ermal Meta cantò Vietato morire al Festival di Sanremo era il 2017 e in molti restarono turbati.  Perché il brano era il seguito naturale del singolo Lettera a mio padre, composto nel 2014, nel quale Meta descriveva il suo rapporto con il padre violento. Il tema di Vietato morire è infatti la violenza domestica.

E’ una canzone “liberatoria”, un canto di speranza che Ermal Meta dedicò alla sua mamma, la violinista classica Fatmira Borova, che trovò il coraggio di troncare i rapporti con il marito, salutando Fier – una piccola città non lontano da Tirana – per stabilirsi in Italia, nel 1994, con Ermal e gli altri due figli. Vietato morire è una canzone impetuosa e dal ritornello beatlesiano “Figlio mio ricorda bene che la vita che avrai, non sarà mai distante dall’amore che dai”.

9 – In bianco e nero

In bianco e nero è opera della Cantantessa, al secolo Carmen Consoli, brano contenuto nel suo quarto album, Stato di necessità. La canzone, autobiografica, venne ispirata da un album di fotografie. Carmen Consoli si soffermò su vecchie immagini della madre da bambina e da ragazza, riconoscendosi nei suoi occhi e nel suo stesso sorriso.

Nonostante la notevole somiglianza fisica, Carmen e la mamma non andavano d’accordo. Una competizione madre-figlia che le lasciò vittime di incomprensioni e di malumori irrisolti. Carmen Consoli dichiarò che l’ispirazione per In bianco e nero arrivò da vere foto di famiglia che dovevano rimanere intime e private. Forse è per questo motivo che non esiste alcun video ufficiale. L’unica apparizione risale al Festival di Sanremo del 2000, ripresa nel video che avete terminato di vedere.   

10 – Viva la mamma

Viva la mamma è una delle più belle canzoni che Edoardo Bennato abbia mai composto. Scritta nella piena maturità, l’artista ripercorre i giorni dell’infanzia, la favola degli anni Cinquanta, mettendo in musica un sogno che è in bianco e nero, il suo dopoguerra vissuto a Bagnoli, una quotidianità semplice ma felice, ricolma di affetto, colore e calore. Viva la mamma è un pezzo di autentico rock’n’roll americano, con un basso che suona rotondo e grasso, una chitarra fiammeggiante, un sassofono brillante dal sapore nostalgico.

La sua canzone è il manifesto della figura materna, affezionata a quella gonna un po’ lunga, il ritratto di un’epoca che Bennato descrive in tutta la sua bellezza, alludendo alle sorridenti miss del dopoguerra, osservate con la sguardo di un bambino, in modo innocente e segnante. Perfino nella sua fase più magmatica e iconoclasta, quella del suo primo periodo, caratterizzato dalla massiva presenza di pezzi di rottura, Bennato non mancò di raffigurare sua madre intenta nel tranquillizzarlo, raccolti nell’intimità delle pareti domestiche: dalla cucina, una voce cara, mia madre che, mi dice non farti cadere le braccia, corri forte, va più forte che puoi.

Dunque, fin dal principio, il rapporto con la sua mamma era talmente sereno, che l’allora ventisettenne Edoardo Bennato volle inserirlo nel brano che diede il nome al suo primo disco: Non farti cadere le braccia, l’album d’esordio che Edoardo riuscì a farsi pubblicare dalla Dischi Ricordi nel 1973, dopo nove anni di gavetta durissima.

Dobbiamo fidarci delle persone come Edoardo Bennato, che restano sempre coerenti a sé stesse, rifuggendo le mode e le scorciatoie di favore, ispirate soltanto dalla spontaneità dell’istinto. La canzone per la sua mamma suona talmente vera che è impossibile non sentirsi coinvolti: la sua mamma sarà per sempre con lui – angeli ballano il rock ora, non è un juke box, è un’orchestra vera – oltre il tempo e lo spazio.

Bennato canta Viva la mamma per sé stesso ma lo fa per tutti noi, anche per coloro che, per ragioni diverse e apparentemente inspiegabili, non riescono a sciogliere alcuni nodi invisibili.

Non abbiamo inserito nella nostra playlist una canzone che divenne molto famosa alla sua epoca: Tutte le mamme. La cantava Giorgio Consolini, correva l’anno 1954 quando, con Tutte le mamme, vinceva la quarta edizione del Festival di Sanremo. Concludiamo la nostra Playlist dedicando a tutte le mamme il ritornello che introduceva le strofe della canzone:

Son tutte belle, le mamme del mondo!  

  

— Onda Musicale

Tags: Renato Zero, Edoardo Bennato
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