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Quella volta che i “Matia” incantarono Lugano: la loro grande bellezza sulle rive del lago    

Con poco più di 360.000 abitanti, la ridente Svizzera Italiana evoca un mix di sensazioni diverse, paesaggi incantati fatti di pascoli, laghi, ville da sogno, ordine, ricchezza, lusso, compostezza e maniacale precisione.

Però, quando pensiamo alla Svizzera, nella nostra mente non scatta certo l’automatismo che la collega alla musica Pop! Eppure, sul finire degli anni Settanta, la RTSI, la piccola radiotelevisione dello stato nel Canton Ticino, ideò un programma destinato a diventare un unicum nel suo genere. Ricordate Musicalmente?

Il motto del programma era Dai grandi palcoscenici al piccolo schermo. Il grande Pop internazionale entrava nelle case degli Svizzeri (ed in quelle degli italiani residenti nel Nord Italia). Musicalmente consisteva in una serie di concerti live che venivano teletrasmessi tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta.

Era una torta golosissima, la cui fetta più grande era riservata alla nostra musica, al nostro più autorevole Cantautorato, da Francesco Guccini a Domenico Modugno passando per Lucio Dalla.

Molte delle nostre star in quegli anni hanno varcato il cancello degli studi televisivi della RTSI.

Entravano in un mondo molto diverso da quello a cui erano abituati, in spazi – come vi mostreremo – dall’atmosfera vagamente aziendalesca, ambienti asettici dai quali la musica fuoriusciva in tutta la sua purezza sonora.

Oggi vi riportiamo indietro di 42 anni esatti

Quel giorno, era il 20 maggio 1981, si presentò all’Auditorio Stelio Molo di Lugano-Besso, una delle pop band italiane più amate di sempre: i Matia Bazar.

I Matia sono all’apice del loro successo e costituiscono l’espressione più fulgida di Pop Band italiana, capace di unire, in un unico spazio psichico, sonorità che pescano dal Pop, dal Prog, passando per le tipiche arie della musica leggera, con sfumature commerciali dal retrogusto festivaliero che mantengono intatte la loro matrice avanguardista.

È accaduto un terremoto all’interno del gruppo ma noi ancora non lo sappiamo. A marzo Piero Cassano ha annunciato ai compagni di voler lasciare il sodalizio.

Il concerto di Lugano avrebbe infatti rappresentato l’ultima volta insieme per i Matia Bazar degli esordi, quelli della storica formazione risalente al 1975: il tastierista Piero Cassano appunto, il batterista Giancarlo Golzi, il bassista Aldo Stellita, il chitarrista Carlo Marrale e lei, the Voice, Antonella Ruggiero.

Prima dell’esibizione alla televisione svizzera ogni artista viene intervistato e anche i Matia Bazar non si sottraggono al rituale. Sarà un’intervista insolita, almeno per i nostri canoni. Come state per vedere nel raro estratto video, i Matia rilasceranno dichiarazioni esaustive ad una voce fuori campo, che pone domande in modo algido e formale, come se le stesse rivolgendo ad esponenti di un partito politico più che a componenti di una Pop band.

La dichiarazione più inattesa è rilasciata proprio dalla Ruggiero

Antonella arriva a paragonare le dinamiche interne della band a quelle di una vera azienda, dando l’idea di un gruppo autarchico, autosufficiente, concentrato su sé stesso, intento a svolgere ogni attività all’interno del proprio “Bazar”.

Una formazione animata da uno spirito imprenditoriale di sana impronta ligure, dove si fanno le cose fatte bene, non per soldi ma per denaro, come quando hanno scritto l’inno per la Juventus pur tifando Sampdoria, come dichiarerà Piero Cassano all’intervistatore.

Mentre Antonella inizia a toccarsi insistentemente i capelli – manifestando un certo imbarazzo per il taglio che ha assunto l’intervista – gli altri membri spiegano le tante differenze che li hanno spinti a scrivere composizioni indimenticabili, pezzi insuperabili ed insuperati della grande canzone italiana del secondo Novecento.        

Il quintetto si dispone sul palcoscenico.

Sembrano gli stessi del 1975 ad eccezione di Piero Cassano. Si è tagliato i capelli corti, quasi a voler esteriorizzare il suo imminente “taglio” con il passato artistico. In teatro, tutto appare disposto in un ordine prestabilito: gli arredi dell’auditorium sono all’insegna della sobria eleganza, su tutto prevale il colore del legno, levigato e lucente, un trionfo di radica che da sola basterebbe a dare la misura dell’opulenza del luogo.

Al termine di ogni canzone, le telecamere indugiano sugli spettatori. Ragazzi tranquilli e intere famiglie, che si sono portate da casa quel senso di ordine e di pulizia che profuma di benessere esteso. Un pubblico omogeneo, dove tutti si somigliano fino a risultare indistinguibili, ripresi di spalle nelle poltroncine in velluto rosso, mentre ascoltano i brani con composta attenzione.

Un auditorium che è un’astronave aliena, nella quale la perfezione aumenta il senso di finzione. Anche i vapori di scena sembrano finti, estranei al contesto e francamente fuori luogo.

Invece, vera, profondamente vera, c’è la grande musica dei Matia Bazar

E’ una scaletta creata per stupire. I loro successi e le hit più avanguardiste, i loro classici, come Il tempo del sole e C’è tutto un mondo intorno, nei quali le singole voci del trio Marrale-Ruggiero-Cassano si compenetrano in una polifonia che sfiora la perfezione.

Vi lasciamo alla magia del loro concerto per la televisione della Svizzera Italiana. Osservateli, mentre eseguono l’intro Matia Bazar, Tu semplicità, Come un fiore, Italian Sinfonia, Cavallo bianco, Il tempo del sole, C’è tutto un mondo intorno, Ricordi, Stasera che sera e Solo tu.

Riascoltiamo i Matia Bazar come avevamo imparato a conoscerli ai tempi di Per un’ora d’amore. Riscopriamo questa meraviglia chiamata Matia Bazar, perché c’è tutta una vita, in un’ora d’amore.

      

— Onda Musicale

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