Woodstock è stato il più grande festival del rock. Nella sua seconda giornata ha portato sul palco alcuni dei nomi più importanti di tutti i tempi. I Canned Heat hanno fatto ribollire l’aria.
Los Angeles, 1965
Quando si parla di band leggendarie degli anni ’60, i Canned Heat occupano un posto di rilievo nel pantheon del rock, insieme a Jefferson Airplane e Jimi Hendrix (e a molti altri). Questo gruppo psychedelic-blues americano ha scaldato gli animi di milioni di fan con un sound coinvolgente e con le loro performance esplosive.
Con la loro formazione, nel 1965, i Canned Heat hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica, ma è la loro partecipazione al festival di Woodstock nel 1969 che li ha portati al culmine del successo.
La storia dei Canned Heat inizia nella soleggiata Los Angeles, quando il cantante Bob “The Bear” Hite e il chitarrista Alan “Blind Owl” Wilson si incontrarono per la prima volta nel 1965. I due condividevano una passione per il blues e il desiderio di creare una band che portasse nuova vita a quel genere musicale. Ben presto, si unirono a loro il chitarrista Henry “The Sunflower” Vestine, il bassista Larry “The Mole” Taylor e il batterista Adolfo “Fito” de la Parra.
Fin dall’inizio, i Canned Heat hanno dimostrato di essere un’autentica forza del blues. Il loro suono ruggente e le improvvisazioni ferventi li hanno distinti dalla folla. Nel corso degli anni, la band ha pubblicato una serie di album di successo, tra cui “Canned Heat Cookbook” nel 1968 e “Hallelujah” nel 1969. E poi è arrivato Woodstock, il punto di svolta.
Woodstock, 1969
La performance dei Canned Heat al festival di Woodstock del 1969 è stata una delle più memorabili di tutto l’evento. La band si è esibita il 16 agosto alle prime luci dell’alba, regalando al pubblico una carica di energia e un sound che ancora oggi risuona nelle menti e nei cuori di chi era presente.
Mentre il sole stava sorgendo all’orizzonte e il pubblico si svegliava dopo una notte di festa e musica, con ancora nelle orecchie quella meraviglia che è la Incredible String Band, i Canned Heat hanno iniziato il loro set con una potente versione di On the Road Again. La voce potente e roca di The Bear ha riempito l’aria, creando un’atmosfera intensa fin dai primi istanti. Il pubblico, ancora stanco ma pieno di entusiasmo, si è risvegliato immediatamente e ha iniziato a ballare e a cantare a squarciagola.
La performance è proseguita con, Rollin’ Blues e I’m Her Man, con la chitarra di Blind Owl Wilson che suonava riff stridenti e assoli intensi, dimostrando il suo virtuosismo e la sua profonda connessione con il blues.
Henry Vestine ha aggiunto potenza ulteriore, creando un muro di suono che ha travolto la folla, mentre il Larry Taylor e la batteria di Fito de la Parra hanno fornito una solida base ritmica, mantenendo un groove incessante che ha fatto vibrare tutto e tutti.
Ma è stata l’esecuzione di Going Up the Country
a portare l’atmosfera al culmine. Il caratteristico riff di flauto suonato da Alan Wilson ha invaso l’aria, richiamando l’immagine di un viaggio verso la libertà e la pace. Il pubblico ha risposto in modo entusiasta, ballando e cantando all’unisono. È stato un momento di connessione collettiva, in cui tutti presenti si sono sentiti parte di qualcosa di più grande.
Durante tutto il set, i Canned Heat hanno dimostrato una potenza e un’energia incredibili. Hanno trasformato il palco in una fornace di blues e rock, incendiando il pubblico con il loro suono coinvolgente. La loro presenza scenica e la passione con cui si sono esibiti hanno reso la performance un’esperienza indimenticabile per tutti i presenti.
La performance di Woodstock ha contribuito a consolidare la loro reputazione come una delle band più emozionanti e carismatiche dell’epoca, e il loro stile autentico ha influenzato generazioni di artisti successivi, continuando ancora oggi ad essere d’ispirazione.
Quella giornata al festival di Woodstock del 1969 rimarrà sempre un punto di riferimento nella storia della musica, e i Canned Heat hanno giocato un ruolo fondamentale. La loro performance è stata un tributo alla potenza del blues e alla capacità della musica di unire le persone, lasciando un’impronta indelebile nella memoria collettiva.
After all
Dopo Woodstock, i Canned Heat hanno continuato a lasciare il segno nella scena musicale, ma nulla ha potuto competere con l’impatto che hanno avuto su quel palco fangoso nel 1969.
Oggi, non possiamo fare altro che celebrare i Canned Heat come una delle più grandi band del rock. Il loro spirito indomabile e la passione per la musica hanno acceso una fiamma che brucia ancora. Che si tratti di riascoltare i loro classici o di scoprire nuovi brani, i Canned Heat continueranno a far bollire il nostro sangue e a farci ballare.
Alla prossima con i Mountain, altra band semi sconosciuta da conoscere meglio!