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Moody Blues: un viaggio alle radici del rock psichedelico

Moody Blues sono stati un gruppo rock, originario di Birmingham in Inghilterra, fondato nel 1964 e attivo sino al 2018.

Sulla fortunata onda beat generata da gruppi come i BeatlesRolling Stones e The Who, anche i Moody Blues fecero parte della cosiddetta British invasion, ponendo inizialmente le loro radici nel rhythm and blues per poi giungere successivamente al rock psichedelico e a quello progressivo, grazie ad un sound caratterizzato dall’uso del mellotron.

Questo fu il marchio di fabbrica della band nel periodo che va dal 1967 al 1974

Rispetto ad altri gruppi definiti progressivi, i Moody Blues prediligono una forma “canzone” con melodie ad ampio respiro. Esempio calzante è il loro più grande successo Nights in White Satin del 1967. Al 2018, anno del ritiro del batterista Graeme Edge, sono stati una delle rock band più longeve della storia, con oltre 55 anni di attività live e tra i 70 e gli 80 milioni di dischi venduti. Nel 2018 sono stati introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame. Con la morte di Graeme Edge, avvenuta l’11 novembre 2021, il gruppo, di fatto inattivo sin dal 2018, venne dichiarato definitivamente sciolto.

La nascita di una grande band

La storia dei Moody Blues ha inizio nel 1964, quando il tastierista Mike Pinder, il chitarrista e cantante Denny Laine, il bassista Clint Warwick, il batterista Graeme Edge e il chitarrista Ray Thomas si unirono per formare il gruppo. Inizialmente, il loro stile musicale era influenzato dal rhythm and blues, ma col tempo si evolse in qualcosa di più unico e sperimentale.

Nel 1967 arriva la svolta

La svolta per i Moody Blues avvenne nel 1967 con l’uscita dell’album “Days of Future Passed“. Questo disco, un pioniere nel genere rock progressivo, combinava rock, orchestrazioni sinfoniche e testi profondi, offrendo una nuova esperienza musicale al pubblico. Brani come “Nights in White Satin” e “Tuesday Afternoon” divennero successi internazionali, portando la band alla ribalta e guadagnandole un posto nella storia della musica.

La sperimentare con nuovi suoni e nuovi stili musicali

Album come “In Search of the Lost Chord” (1968) e “A Question of Balance” (1970) hanno ulteriormente consolidato la loro reputazione come pionieri del rock progressivo. La band ha dimostrato una grande versatilità, passando dal rock più duro di “Legend of a Mind” alle ballate dolcemente intime come “Melancholy Man“.

Dopo il successo arriva il momento della riflessione

Tuttavia, nonostante il successo iniziale, la band attraversò un periodo di difficoltà negli anni ’70, con cambiamenti nella formazione ed una eccessiva stanchezza dovuta ai live. E’ necessaria una pausa temporanea (dal 1973 al 1977). Nel 1978 i Moody Blues tornarono con l’album “Octave” (loro nono disco), che riaccese l’entusiasmo dei fan e segnò l’inizio di una nuova fase nella loro carriera. E’ l’ultimo disco in cui figura Michael Pinder, membro fondatore della band.

Il ritorno

Gli anni ’80 e ’90 videro la band realizzare altri successi come “Long Distance Voyager” (1981) e “Sur la Mer” (1988). La loro capacità di creare canzoni orecchiabili, unite a testi profondi e significativi, li ha mantenuti al centro dell’attenzione del pubblico. Il nuovo millennio ha portato nuovi traguardi per i Moody Blues, con l’ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2018 e il rilascio di nuovi album come “December” (2003) e “Strange Times” (1999). Nonostante le sfide e i cambiamenti nel panorama musicale, la band ha dimostrato una notevole longevità e continua ad appassionare i fan di vecchia e nuova generazione.

Oltre 70 milioni di album venduti in tutto il mondo

I Moody Blues hanno influenzato e ispirato numerose band e artisti nel corso degli anni, dimostrando l’importanza della loro musica nella storia del rock. Il 4 gennaio 2018 il membro fondatore, cantante e flautista Ray Thomas morì all’età di 76 anni e l’11 novembre del 2021 scompare il batterista Graeme Edge, anch’egli membro fondatore. E’ la fine definitiva dei Moody Blues.

Formazione
  • Justin Hayward – chitarra elettrica ed acustica, voce (1966 – 2018)
  • John Lodge – basso elettrico, chitarra, voce (1966 – 2018)
  • Denny Laine – voce, chitarra (1964-1966)
  • Clint Warwick – basso elettrico (1964-1966)
  • Mike Pinder – tastiera (1964-1978)
  • Ray Thomas – voce, flauto, percussioni, armonica (1964-2002)
  • Graeme Edge – batteria, percussioni (1964 – 2018)
  • Patrick Moraz – tastiera (1978-1990)
Altri componenti:
  • Rodney Clark – basso elettrico (1966)
  • Janis Liebhart – cori (1986–1987)
  • Wendy McKenzie – cori (1986–1987)
  • Bias Boshell – tastiera (1986-2001)
  • Guy Allison – tastiera (1987-1990)
  • Shaun Murphy – cori (1988–1990)
  • Naomi Starr – cori (1988–1990)
  • Bekka Bramlett – cori (1990)
  • Terry Wood – cori (1990)
  • Paul Bliss – tastiera, chitarra (1991-2010)
  • Gordon Marshall – batteria, percussioni (1991 – 2015)
  • Susan Shattock – cori (1991-2001)
  • June Boyce – cori (1991-1993)
  • Tracy Graham – cori (1993-2000)
  • Danilo Madonia – tastiera (1999 – 2003)
  • Bernie Barlow – tastiera, percussioni, voce (2001-2010)
  • Norda Mullen – flauto, chitarra, percussioni, voce (2002 – 2018)
  • Julie Ragins – tastiera, percussioni, chitarra, voce (2006 – 2018)
  • Alan Hewitt – tastiera, voce (2010 – 2018)
  • Billy Ashbaugh – batteria, percussioni (2016 – 2018)

— Onda Musicale

Tags: The Who, The Rolling Stones, The Beatles, mellotron
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