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Dave Harris: “Realizzare con Richard Wright “Identity” è stata un’esperienza bellissima per entrambi”

Dave Harris è un musicista, produttore e cantante britannico, fondatore, nel 1984 insieme al tastierista dei Pink Floyd Richard Wright, della formazione Zee.

“Identity” è l’unico album pubblicato degli Zee, e si tratta di una breve collaborazione fra Harris e Richard Wright, scomparso il 15 settembre 2008. Il disco viene registrato presso lo Studio Rectory di Cambridge e presso lo Studio Utopia di Londra. Nel progetto musicale i testi sono di Dave Harris e le musiche di Richard Wright ed Harris. La canzone “Confusion” è pubblicata come singolo con “Eyes of a Gypsy” sul lato ‘B’.

Richard Wright in seguito dichiarò che il disco fu “un errore di sperimentazione“, poiché nell’arrangiamento dei brani si scelse di utilizzare il sintetizzatore Fairlight CMI, uno strumento all’epoca molto in voga, ma che in seguito non ha avuto il successo sperato divenendo obsoleto.

L’album “Identity” non ebbe particolare successo e gli Zee non pubblicarono più nulla in futuro. Richard Wright pochi anni dopo rientrò nei Pink Floyd, dai quali era stato allontanato da Roger Waters nel 1979 durante le registrazioni di “The Wall“, mentre Dave Harris continuò la sua attività di musicista che svolge tuttora. Abbiamo contattato Dave Harris e lui, con grande disponibilità, ha deciso di concederci questa intervista esclusiva e di rispondere ad alcune nostre domande.

 

Musicista, produttore, cantautore, come si definirebbe Dave Harris oggi?

“Oggi tutto gira ancora attorno a quando ho cominciato la mia carriera con “Fashion” nel 1981. C’è stata una grande domanda sia per “Fashion”, “Fabrique” e naturalmente “Identity” degli Zee del 1984. Dopo aver realizzato “Identity” – ci raccnda Dave – mi sono unito ad un altro mio amico, Paul Fishman dei Re–Flex, ed abbiamo fondato un team di scrittura e produzione con il quale lavoriamo ancora. Nel 1990 ho firmato per la Warner Chappell Music Publishing e mi sono trasferito a New York dove ho continuato a scrivere e produrre per poi trascorrere 3 anni a Rio de Janeiro facendo la stessa cosa. Nel 2000 sono tornato nel Regno Unito. Negli ultimi anni ho cominciato a scrivere e registrare vari nuovi progetti – prosegue l’uomo – ma due anni fa sono stato contattato per ripubblicare l’album degli Zee dato che c’era molta richiesta e non era mai stato pubblicato in un formato digitale (solo Bootleg). Questo, ovviamente, mi coinvolgeva in prima persona perché ci avrebbe dato la possibilità di sentire “Identity” in tutta la sua gloria grazie allo sviluppo dell’attrezzatura sonora nel corso degli anni. Abbiamo completamente trasferito in digitale le tracce ed abbiamo rimpolpato il sound, è un’esperienza completamente differente dal vinile, spero che vi piaccia.”

Assieme a Richard Wright, nel 1984, hai pubblicato “Identity” con gli Zee. Che cosa ricordi di quell’esperienza?

“Ci ha presentati un amico in comune incontrato a New York nel 1982, mi disse che Rick aveva lasciato i Pink Floyd e che stava cercando una nuova band per incidere un album. Durante il ritorno da New York la band è stata formata, ma Rick ed io abbiamo deciso di fare l’album assieme. Sono andato a casa di Rick dove lui aveva uno studio, lì è stato veramente bello scrivere e registrare le demo delle canzoni. Ci siamo divertiti molto e credo che sia stato rilassante per Rick dopo essere stato con i Floyd per così tanto tempo. Inoltre c’era un grande feeling fra di noi mentre registravamo. Per me è stato grandioso essere in grado di lavorare anche durante la notte. Alla fine la demo dell’album era pronta e siamo andati agli “Utopia Studios” di Londra per registrare e masterizzare “Identity”.

Secondo te quell’album ha avuto il successo e l’attenzione che meritava?

“Al tempo c’era una situazione legale difficile perché ero ancora con l’Arista e non volevano che io pubblicassi un lavoro con Rick. La EMI lo sapeva e sarebbe stata dura per noi pubblicare un secondo album proprio a causa di questo. Non credo che la EMI avrebbe messo il suo spirito nella promozione dell’album e già questo è stato un cattivo inizio. Inoltre – ci spiega Harris – sembrava che ai fan dei Pink Floyd non piacesse la direzione che aveva preso Rick. Ora, grazie ad internet, la gente si connette con gli altri più facilmente e noto che c’è una grande richiesta per ascoltare quest’album assieme ad un grande supporto dai fans di tutto il mondo. Questo disco non è mai stato disponibile in formato digitale in tutti i Paesi. Credo che Rick sarebbe stato molto orgoglioso del supporto che il disco sta ricevendo ora.”

Che cosa ricordi di Richard Wright? Com’era lavorare con lui?

“Lavorare con Rick ha rappresentato un grande periodo nella mia vita, era una persona veramente rilassata quando scriveva e registrava. Era sempre alla ricerca di nuove sonorità e questa è la ragione per cui ha fatto sì che “Identity” rappresentasse un cambiamento nella sua direzione musicale. Durante tutta la registrazione dell’album ci siamo divertiti parecchio, ricordo molte risate nonostante stesse avendo molti problemi in famiglia. Mi manca moltissimo.”

Durante un’intervista Wright ha detto che usare il Fairlight CMI è stato un errore. Che cosa ne pensi?

“Con il senno di poi credo che avesse ragione. Era uno dei primi sintetizzatori – campionatori in circolazione, lui ne aveva uno, e quindi è per questo che decidemmo di usarlo. Nessuno di noi aveva mai utilizzato il Fairlight prima di allora ed entrambi abbiamo passato molto tempo ad imparare e programmarlo e ad usarlo al meglio. Il problema era lo scarso raggio di campionatura che rendeva il suo sound distinguibile, ma dopo anche abbastanza noioso per molte persone. Era comunque una macchina di allora – continua il produttore britannico – e la tecnologia stava cambiando rapidamente. Per fortuna abbiamo usato il timbro del Fairlight per tutto l’album, ma comunque rimango ancora affezionato alle canzoni e le composizioni di “Identity”, erano un mix di due persone che provenivano da universi musicali diversi ed amo ciò che abbiamo fatto.”

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

“La cosa principale è la pubblicazione di “Identity”, spero prima possibile, l’album ed il packaging sono pronti, ma c’è qualche dettaglio legale che dev’essere chiarito nonostante tutto questo tempo. A parte questo mi sto occupando anche di una sorta di ripubblicazione di “Fashion” e “Fabrique” che mi ha fatto tornare con il nostro produttore del tempo, Zeus B Held. Stiamo cercando di remixare qualche vecchia canzone di “Fashion” e scrivere anche del nuovo materiale per la pubblicazione di un nuovo album e, se tutto va bene, di andare in tour il più presto possibile. Vorrei ringraziarvi per questa intervista – conclude Dave – e spero che i vostri lettori apprezzino “Identity 2017” così come “Fabrique”. Vorrei solo che Rick fosse qui con noi adesso. RIP Richard Wright.”

 

— Onda Musicale

Tags: Pink Floyd, Roger Waters, Richard Wright, The Wall, Emi
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