Siamo nel 1974 e Le Orme sono reduci dal grande successo progressivo con il fantastico concept “Felona e Sorona“ (leggi qui l’articolo), ma ovviamente non ci si può fermare lì e quindi che fare? Naturalmente un altro disco bandando però che sia il degno successore dei precedenti!
La band pubblica dunque l’interessantissimo “Contrappunti“ pieno di strumentali e testi ispirati. Da ricordare che l’anno successivo ci sarà una rivoluzione all’interno della band con l’ingresso del talentuoso chitarrista Tolo Marton anche se rimase per nemmeno un anno. Detto questo procediamo ad analizzare le tracce che compongono il sesto album del famoso combo veneto:
Contrappunti: Pagliuca tesse le prime malinconiche note alle quali fanno eco quelle del pianoforte di Reverberi. Prima inquietanti, poi sempre più maestose per un crescendo fantastico sorrette dalle prime rullate di Dei Rossi.
Si ha una vera e propria esplosione progressiva verso il primo minuto e mezzo quando il trio si lancia in un forsennato giro in pieno stile Emerson, Lake & Palmer (gruppo che videro addirittura durante il festival sulla famosa isola di Wight).
Tutto questo dura per qualche minuto, un’autentica gioia per l’udito, con frequenti cambi di tempo ed atmosfere, ora più vicine alla musica classica ora più sperimentali, per uno strumentale con i fiocchi.
Frutto acerbo: atmosfere acustiche e sognanti intervallate da delicate note di pianoforte ed archi sono la base di questo primo pezzo cantato dell’album dove un ispiratissimo Tagliapietra canta delle prime pulsioni amorose di un ragazzo verso una sua coetanea, da qui il titolo che rimanda a qualcosa di non maturo, ma comunque destinato a sbocciare.
Aliante: la batteria di Dei Rossi detta il tempo di questo curioso brano seguito a ruota dal basso di Tagliapietra e dai sintetizzatori di Pagliuca i quali, mano a mano che si procede nell’album, diventano sempre più ipnotici e vorticosi. Un altro strumentale assolutamente degno di nota, forse più leggero del primo, ma comunque molto godibile!
India: un peculiare testo accompagna sin da subito le prime note di questa mistica, e a tratti spaziale, “India”recitando “mistica donna dal corpo di bronzo/attingi ai tesori di amori ancestrali/deserto immenso di cenere calda /il sole conserva le tue febbri antiche”.
L’atmosfera è decisamente cupa tra il basso di Tagliapietra ed i consueti giri di Pagliuca che si fanno sempre più cibernetici. Il brano è infatti tinto di denuncia pacifista perché era il periodo in cui l’India era appunto al lavoro sulla bombaatomica.
La fabbricante d’angeli: un brano praticamente sospeso nell’etereo per poi scenderegrazie ai giri dei tasti bianchi e neri intervallati dai controtempi di uno scatenato Dei Rossi.
Interviene poi in questa atmosfera sognante che ricorda Gioco di bimba (contenuta nel fantastico “Uomo di pezza”) la chitarra e la voce di Tagliapietra a denunciare l’aborto clandestino.
Da notare come questo gruppo sia stato in grado di parlare di temi decisamente scomodi, la violenza e l’aborto per esempio, con vere e proprie poesie in musica sia per il testo che per le stupende melodie.
Notturno: terzo strumentale del disco dominato dai tasti delicati, e poi decisamente distorti, di un Pagliuca sempre più dedito alla sperimentazione strumentale dove a tratti, a mio avviso, si può avvertire la leggera influenza dei Pink Floyd.
Maggio: è il brano più lungo del disco con i suoi quasi nove minuti e vede una band in gran spolvero dove ognuno riesce a dare il meglio di sé e del suo strumento. Anche qui siamo alle prese con un pezzo decisamente politico nel quale si parla delle proteste operaie del primo maggio. Insomma, come concludere in bellezza con un brano dal testo incisivo e da una musica che non è seconda a nessuno.
Giudizio sintetico: un disco che vede un perfetto alternarsi tra brani più tranquilli dalle atmosfere acustiche ed altri più folli e progressivi. Una vera e propria chicca per gli appassionati della band ed un degno seguito al precedente “Felona e Sorona“.
Copertina: decisamente minimale con una curiosa piramide al centro su sfondo bianco. Sul retro del disco vi è invece una foto della band alle prese con il banco del mixer.
Etichetta: Philips
Line up: Aldo Tagliapietra (voce, basso e chitarra), Tony Pagliuca (tastiere) e Michi Dei Rossi (batteria) accompagnati dalla produzione e dal pianoforte di Gian Piero Reverberi
Vanni Versini – Onda Musicale