Con quattro album pubblicati tra il 1967 ed il 1970, i Velvet Underground hanno sfidato la moda musicale dell’epoca “dominata” dagli hippies californiani. Invece di pace, amore e droghe leggere loro cantavano di paranoia, perversione e droghe pesanti.
Nonostante le vendite fossero fiacche “vinsero comunque la guerra” dato che il flower power si rivelò essere un vicolo cieco mentre i Velvet Underground ispirarono innumerevoli gruppi “art” e punk con la loro musica.
La diversità tra i membri e l’avere un autentico mecenate e “produttore” come Andy Warhol conferì subito alla band un glamour immediato soprattutto con l’introduzione nel gruppo, da parte dello stesso Warhol, della cantante e attrice tedesca Nico.
Ricordiamo inoltre che fu sempre il visionario artista a disegnare la copertina del loro primo album, una banana su sfondo bianco con la sua firma, ovvero “The Velvet Underground & Nico” del 1967.
A parte questo la vera e propria star del gruppo era comunque Lou Reed (1942 – 2013) che ha scritto la maggior parte dei testi e contribuito in maniera decisiva al successo della band anche se non era certo facile lavorare con lui.
Reed, che si definiva un “fottuto finocchio tossico”, si è sposato tre volte ed aveva una certa predilezione per il whisky e le anfetamine. Reed inoltre soffriva di perdite di memoria a breve terminea causa degli elettroshock che aveva subito in gioventù dato che alcuni dottori lo credevano schizofrenico.
Dopo aver demolito la band licenziando Nico, Andy Warhol ed anche John Cale, Lou Reed decise di sciogliere definitivamente il gruppo per dedicarsi alla sua carriera solista definita dai Rolling Stones come “una delle carriere soliste più autoindulgenti ed autolesionistiche di sempre“.
Cale definì invece l’ex compagno di band come “un mostro contorto e spaventoso, era un misogino ed un razzista, ha picchiato delle donne, chiamato Bob Dylan un ebreo pretenzioso e Donna Summer una negra”.
Lo scrittore, giornalista e biografo inglese Howard Sounes ha infatti confermato l’episodio di aggressione ad una ragazza con la quale Reed uscì a cena. “È cambiato per quello che lei ha detto e poi l’ha colpita alla parte posteriore della testa. Dopo la sua morte tutti erano un po’ troppo gentili, ma era davvero una persona sgradevole. Un vero mostro. Credo davvero che la parola ‘mostro’ possa essere usata senza esitazione in questo caso”.
Sua sorella Bunny, ora psicoterapista, ha dichiarato che Lou Reed aveva “un temperamento fragile” e che era terrorizzato da Brooklyn. A Long Island respirò un’aria da spaccone urbano, ma comunque, stando alle parole di un compagno di scuola, era “più avanti” rispetto ai suoi pari.
“Bevevamo quarti di birra (quarto di gallone americano ndr.), ma Lou fumava gli spinelli … guardavamo le ragazze su Playboy e Lou leggeva Histoire d’O (romanzo erotico francese ndr.)”.
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