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Chester Thompson: intervista al batterista di Frank Zappa e Genesis

Chester Cortez Thompson nasce a Baltimora l’11 dicembre del 1948 ed uno dei più grandi batteristi di tutti i tempi. Nella sua carriera ha suonato con moltissimi grandi musicisti internazionali.

La sua carriera inizia quando viene invitato da Frank Zappa (anch’egli nativo di Baltimora) a partecipare al suo tour che si è svolto fra il 1973 e il 1974. Con Zappa partecipa anche alla registrazione del disco “One Size Fits All” e “Roxy & Elsewhere“. Successivamente, nel 1977 partecipa al grande tour mondiale dei Genesis “Seconds Out”.

In seguito collabora strettamente con Phil Collins e poi con Tony Banks e Steve Hackett e quindi inizia un’importante esperienza professionale con i Weather Report. Come solista realizza tre dischi.

Lo abbiamo contattato e lui ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande.

Che tipo di batterista ti definiresti e quando hai iniziato a suonare la batteria?

“Ho cominciato a suonare la batteria quando avevo 11 anni – ci racconta Chester – suonavo nella band della scuola. Penso a me stesso come ad un musicista il cui strumento è la batteria.”

Quali sono i musicisti ai quali ti sei ispirato nel tuo percorso di crescita musicale?

“I musicisti che mi hanno ispirato di più sono durante il mio percorso di crescita professionale sono stati Max Roach, Art Blakey, Elvin Jones, Wes Montgomery, Hubert Laws e Tony Williams.”

Nella tua grande carriera certamente ha avuto una grande importanza il tour con Frank Zappa nel 1973-1974 e successivamente anche in futuro, fino alla sua scomparsa. Puoi raccontarci come sei stato contattato e che tipo di esperienza è stata lavorare con un genio della musica come Zappa?

“Lavorare con Frank Zappa era incredibile. Era come andare a scuola e lui era un grande maestro. Pretendeva la perfezione, ma ti spiegava come raggiungerla provando con la band.  Suonavamo le parti difficili più piano e poi, gradualmente, aumentavamo la velocità – prosegue il grande batterista americano – finché non suonavamo come voleva lui.”

In seguito, nel 1977, hai fatto uno dei più bei tour mondiali dei Genesis: Seconds Out e successivamente hai collaborato con Phil Collins, Steve Hackett, Tony Banks. Che esperienza è stata e cosa ricordi di quel magico periodo?

“I primi anni con i Genesis sono stati veramente emozionanti – ci racconta Chester – perché, per me, rappresentavano un modo diverso di ‘sentire’ la musica. Sono sempre eccitato all’idea di imparare uno stile diverso oppure di ascoltare un genere diverso di musica.”

Hai suonato molto con i Genesis e certamente hai colto, da un punto di vista privilegiato, il grande cambiamento avvenuto nella band con l’abbandono di Peter Gabriel e successivamente di Steve Hackett. Cosa pensi del cambiamento del sound della band?

“I Genesis sono sopravvissuti perché cambiavano e si evolvevano sempre. Quando Peter e Steve hanno lasciato la band non hanno guardato indietro con tristezza –  prosegue il batterista – ma con la voglia di provare nuovi suoni e differenti tipi di melodie.”

A dimostrazione della tua grande tecnica è molto significativa anche l’esperienza con i Weather Report, autentica fucina in grado di sformare grandissimi musicisti. Che cosa ricordi di quel periodo?

“I Weather Report erano il mio gruppo preferito all’epoca e la loro musica era sempre fresca e nuova. Penso che forse erano un po’ in anticipo rispetto ai tempi. Alphonso Johnson (bassista ndr) ed io siamo stati amici per qualche anno e amavo davvero suonare assieme. Questo li rende speciali per me.”

Hai suonato, seppure per poco tempo, con il grande Jaco Pastorius. Che cosa ricordi di quell’esperienza?

“I nostri stili non erano una buona combinazione. Con Alphonso, invece, c’era molta più libertà, quasi come un uccello che vola. Jaco suonava così tante note che ‘limitava’ quello che ero in grado di suonare. Forse, se avessimo suonato insieme in un’altra band, sarebbe andata meglio.”

La tua carriera è ricca di collaborazioni importanti come con Bee Gees, Freddie Hubbard, Neil Diamond, Ahmand Jamal, Ben E. King e molti altri, oltre che praticamente con tutti i musicisti dei Genesis. Come si diventa un batterista dl tuo livello?

“Sono stato fortunato ad aver suonato con così tanti musicisti incredibili e di così alto livello – spiega Thompspn – sono molto riconoscente a tutti quanti per la mia vita musicale e privata.”

Recentemente Phil Collins sta avendo qualche problema di salute. Cosa ne pensi di lui come batterista?

“Phil è un bravissimo batterista, molto creativo.”

È vero che quando Phil si è sposato in Svizzera, i Genesis si sono riuniti e dopo la cerimonia avete suonato in forma strettamente privata? Ricordi che canzoni avete eseguito?

“Al matrimonio di Phil Collins in Svizzera – ci racconta Chester – abbiamo fatto una piccola jam session fra vecchi amici, giusto per divertirci un po’.”

Che progetti hai per il futuro? Possiamo sperare di vederti in Italia?

“Ho inciso due CD con il mio gruppo, il Chester Thompson Trio, ed ho registrato un altro album in ottobre che spero di pubblicare per marzo 2018. La musica che sto facendo è perlopiù jazz e mi va bene perché l’ho suonato per tutta la mia vita. È difficile fare un tour con questo stile di musica, ma spero che funzionerà per arrivare in Italia. È sempre un grande piacere suonare per il pubblico italiano – conclude Thompson – e, naturalmente, c’è il miglior cibo ed il miglior caffè.”

— Onda Musicale

Tags: Frank Zappa, Phil Collins, Tony Banks, Jaco Pastorius, Steve Hackett
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