Gli Aerosmith sono una delle band più iconiche nella storia del rock. Nati a Boston nei primi anni ’70, hanno incarnato lo spirito ribelle e selvaggio del rock ‘n’ roll, con una miscela esplosiva di blues, hard rock e glam.
La band è nata dall’incontro di due delle più emblematiche figure di tutti i tempi: Steven Tyler e Joe Perry. Come molte rockstar dell’epoca, Steven Tyler e gli Aerosmith vivevano al limite, sviluppando eccessi che, per un periodo, misero a rischio la loro carriera. Tuttavia, la band non si è mai arresa e ha continuato a essere una forza inarrestabile e punto di riferimento per la musica rock.
Grazie al carisma, alla sua voce inconfondibile, ad una presenza scenica magnetica e una personalità che incarna lo spirito ribelle del rock ‘n’ roll, Steven Tyler ha scolpito il suo nome tra i giganti del rock. Ma il suo contributo va ben oltre i confini del palcoscenico, influenzando generazioni e generi musicali.
Nonostante sapesse suonare già il pianoforte e la chitarra, a soli 13 anni Steven Tyler inizia la sua carriera da musicista come batterista nella band del padre i Vic Tallarico Orchestra. Successivamente, come accennato in precedenza, l’incontro con Joe Perry e il loro immediato legame, segna un punto di svolta e l’inizio della lunga storia degli Aerosmith, messi inizialmente sotto contratto dalla Columbia Records.
La voce di Tyler non è solo uno strumento tecnico impeccabile; è un’espressione di pura emozione, che ha come caratteristica principale la facilità di trasmettere sentimenti intensi con ogni nota e creare una profonda connessione con il pubblico.
Ha saputo unire la teatralità del rock con l’intensità emotiva, creando spettacoli che sono allo stesso tempo selvaggi e intimi. Il suo carisma naturale lo ha reso una delle figure più affascinanti della storia del rock, capace di catturare l’attenzione di milioni di fan in tutto il mondo.
Gli Aerosmith non ebbero successo immediato per via di uno stile poco definito. Solo a partire dal terzo disco ‘Toys in the Attic’, il produttore iniziò a dare più spazio alla voce di Steven e a fare in modo che si esprimesse nel migliore dei modi, riscuotendo un grande successo. Del terzo album fanno parte magnifici pezzi come ‘Sweet Emotion’ e l’iconica ‘Walk this Way’. Quest’ultima scritta ispirandosi a una scena del film ‘Frankenstein Junior’, nel quale uno dei personaggi diceva: “segua i miei passi”. Il testo della canzone è stato riscritto per ben due volte, poiché la prima stesura fu dimenticata sul taxi da Steven e la seconda, quella che si conosce tutt’oggi, venne scritta sul muro di una stanza dello studio di registrazione.
Le vendite e il successo degli Aerosmith aumentano di pari passo con l’eccesso di eroina e stimolanti che spinsero sempre più il frontman della band a vivere la propria vita al limite, inducendolo anche a sviluppare manie cleptomane solo per il brivido che provava nel farla franca. In questo quadro così catastrofico Joe Perry decise di lasciare la band poiché non era più in grado di sostenere i ritmi frenetici di Tyler. A questo seguirono una serie di eventi nefasti che videro protagonista il cantante degli Aerosmith fino agli anni ‘80.
Nel 1984 gli Aerosmith si riunissero, riuscendo a trovare una nuova aura attraverso la fusione con il rap che spopolava tra i giovani
All’epoca il rock era considerata la musica dei bianchi, mentre il rap quella dei neri ed è proprio per la collaborazione con Run-D.M.C che i due mondi si fusero in una sola canzone e, ancora una volta, ‘Walk This Way’ fu la protagonista delle classifiche, stavolta in una nuova veste moderna, influenzando profondamente l’industria e rompendo le barriere tra i generi musicali.
Steven Tyler, con il suo stile teatrale e il suo carisma inesauribile, è stato in grado di reinventarsi, adattandosi ai cambiamenti della scena musicale senza perdere la propria identità. Questo periodo di rinascita culmina con l’album ‘Permanent Vacation’ (1987), seguito da ‘Pump’ (1989), che ha riportato gli Aerosmith in cima alle classifiche con hit come ‘Dude (Looks Like a Lady)’ e ‘Love in an Elevator’.
Gli anni ’90 sono stati il decennio in cui gli Aerosmith hanno consolidato il loro status di leggende del rock
L’album ‘Get a Grip’ (1993) ha segnato un altro successo commerciale, trainato da singoli come ‘Cryin’’, ‘Crazy’ e ‘Livin’ on the Edge’, brani che hanno conquistato non solo il pubblico rock, ma anche il mainstream, dimostrando la capacità della band di rimanere rilevante in un’epoca di cambiamenti musicali.
Il successo della ballata ‘I Don’t Want to Miss a Thing’, colonna sonora del film ‘Armageddon’ (1998), ha ulteriormente cementato la popolarità della band, mostrando la versatilità di Tyler come interprete di grandi ballate rock. La versatilità di Steven Tyler lo ha portato, nel tempo, a fondere generi musicali, partecipando a progetti in modo da esplorare sempre nuovi territori musicali.
Negli anni 2000 il frontman degli Aerosmith ha intrapreso un percorso che lo ha visto protagonista degli scenari della musica country. Questo amore non è, però, nato all’improvviso. Cresciuto ascoltando grandi artisti come Johnny Cash e Hank Williams, Tyler ha sempre ammirato la sincerità emotiva e la narrativa che caratterizzano la musica country. Questa affinità è diventata sempre più evidente con il passare degli anni, fino a trasformarsi in un vero e proprio progetto musicale.
Tyler ha dichiarato che la musica country gli ha sempre parlato, grazie alle storie semplici ma potenti che racconta
Per lui, il country rappresenta una connessione diretta con il pubblico, una forma di espressione che mette al centro l’autenticità. Dopo decenni di successi nel mondo del rock, Tyler ha sentito il bisogno di esplorare questa dimensione più intima e riflessiva della sua creatività.
Nel 2016 Steven Tyler ha pubblicato il suo primo album solista, ‘We’re All Somebody from Somewhere’, un progetto che segna ufficialmente il suo ingresso nel mondo della musica country. L’album ha visto Tyler collaborare con alcuni dei più grandi nomi della scena country, come Hillary Lindsey, Chris DeStefano e Jaren Johnston, fondendo il suo stile rock con influenze country più tradizionali.
‘We’re All Somebody from Somewhere’ rappresenta un’evoluzione naturale per Tyler, combinando elementi country classici con la sua inconfondibile grinta vocale e il suo stile teatrale. Brani come ‘Love Is Your Name’ e ‘Red, White & You’ mostrano come Tyler abbia saputo fare suo il linguaggio del country, mantenendo allo stesso tempo la sua identità artistica. Il singolo ‘Love Is Your Name’ ha ottenuto un buon successo nelle classifiche country e ha dimostrato la capacità di Tyler di adattarsi a un nuovo genere, pur rimanendo fedele a sé stesso.
Nonostante le differenze stilistiche, Tyler ha trovato dei punti in comune tra i due generi, entrambi basati su radici profonde nella tradizione musicale americana e sull’importanza della narrazione.
Il passaggio al country è stato anche un’opportunità per Tyler di esplorare nuovi temi e atmosfere musicali. Mentre il rock degli Aerosmith è spesso segnato da tematiche ribelli e accese, nel country Tyler ha trovato un terreno più riflessivo, dove parlare di amore, radici e speranza. Questa versatilità ha dimostrato che, pur essendo una delle voci più iconiche del rock, Steven Tyler è molto di più: è un artista completo, capace di adattarsi e reinventarsi.
La decisione di Steven Tyler di avvicinarsi al country ha suscitato curiosità e, inizialmente, qualche scetticismo. Il mondo del country è spesso molto legato alle tradizioni e non sempre accoglie con entusiasmo artisti provenienti da altri generi. Tuttavia, Tyler ha conquistato il pubblico e i critici con la sua autenticità e la sua passione. Il suo debutto solista ha dimostrato che la sua incursione nel country non era un semplice esperimento, ma un’esplorazione sincera di un nuovo lato della sua arte.