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Leland Sklar: intervista al leggendario bassista americano

Leland “Lee” Bruce Sklar nasce nello stato del Wisconsin il 28 maggio 1947, E’ un musicista, cantante, bassista, compositore e autore di colonne sonore statunitense.

Leland Sklar suona principalmente il basso, con il quale ha contribuito alla realizzazione di dozzine di album, collaborando con svariati musicisti internazionali. La sua inconfondibile barba lunga rende il suo aspetto unico e riconoscibile in tutti i video dei concerti a cui partecipa.
 
Nel 2007 entra a far parte dei Toto, in sostituzione dello storico bassista Mike Porcaro. Nasce nel Wisconsin e la sua famiglia si sposta in California quando lui è ancora molto piccolo. A 5 anni inizia a suonare il pianoforte. Quando frequenta le scuole superiori vuole continuare a studiare il piano, ma nella sua compagnia c’erano molti pianisti e nessun bassista, così decide, quando ne ha la possibilità, di cambiare strumento e diventa bassista.
 
Studia musica alla California State University di Northridge, dove conosce James Taylor e con lui inizia a registrare i primi dischi, quando Taylor è ad inizio carriera. Proprio in quel periodo comincia a ricevere richieste di collaborazione per la registrazione di album ed inizia la sua brillante carriera di session man o turnista. (leggi l’articolo)
 
Nel 1970 Leland Sklar ha collabora con il batterista Russ Kunkel, il chitarrista Danny Kortchmar, ed il tastierista Craig Doerge; i tre formato il gruppo chiamato The Section, e registrano tre album tra il 1972 ed il 1977.
 
Nel 2004 Leland Sklar appare sulla scena musicale italiana accompagnando in studio il cantautore italiano Vasco Rossi nelle realizzazione del disco Buone o Cattivi“.
 
Lo abbiamo contattato e gli abbiamo rivolto alcune domande alle quali ha risposto con grande disponibilità ed entusiasmo.
Musicista, bassista, cantante e compositore. Come si definirebbe Leland Sklar?

“Ho sempre pensato a me stesso come ad un “musicista che lavora”. Mi è sempre piaciuta la varietà di opportunità che la mia carriera mi ha dato – ci spiega Leland –  lavorare con gli altri è la mia gioia.”

Durante la tua carriera hai collaborato con alcuni tra i più grandi musicisti internazionali di tutti i tempi come James Taylor, Jackson Browne, Kate Bush, Kim Carnes, Phil Collins, CSN & Y, Linda Ronstadt, Rod Stewart, Toto e tanti altri ancora. Com’è possibile diventare un musicista come te e qual è il segreto del tuo successo?

“Ci sono molti fattori che entrano in gioco. Duro lavoro, studio, la capacità di andare d’accordo con gli altri. Mantenere il proprio ego modesto, godersi tutti i generi musicali senza limitazioni – prosegue il bassista americano – e vedere ogni giorno come un’avventura. Può essere spaventoso, ma anche esilarante. Ma la cosa più importante è il duro lavoro. E’ difficile dire come sono arrivato dove sono ora nella mia carriera. Sono sempre stato aperto a tutti i generi di musica e quindi sono disposto a fare tutto. Sono sempre stato un buon lettore sin dall’infanzia e questo mi ha aperto molte opzioni. Leggere le note, gli accordi, il sistema “Nashville Numbers” eccetera. Ascolto e provo a trovare la parte migliore di una canzone per quello che posso. Bisogna essere coinvolti e non suonare solo una parte, la canzone è tutto. Essere una parte di essa, ma non imporre sé stessi. Lasciate fuori l’ego!”

Un punto importante della tua carriera è stata sicuramente quando, all’inizio, hai incontrato James Taylor. Che cosa ricordi a proposito di quell’esperienza e delle successive collaborazioni?

“Ero in un gruppo a Los Angeles chiamata Wolfgang verso la fine degli anni ’60. Per fortuna il batterista aveva un amico che è venuto alle nostre prove e questo amico era James Taylor. Era appena tornato dall’Inghilterra, dove aveva appena registrato il suo primo album, quando gli chiesero di suonare al Troubadour Club di Los Angeles. Allora mi ha contattato – prosegue Leland – per chiedermi se avrei voluto suonare a quel concerto con lui. Mi piaceva davvero sia lui che la sua musica perciò ho detto di sì. Credevo che sarebbe stato solo per un concerto, ma poi è diventato per il resto della mia vita. Sono molto in debito con James Taylor per avermi portato in questo viaggio che, attraverso la sua musica, mi ha fatto creare sempre più connessioni.”

Hai anche collaborato con due grandi artisti italiani come Vasco Rossi e Laura Pausini. Com’è stato lavorare con loro?

“La musica è musica. Ho avuto il grande piacere di lavorare con artisti da tutto il mondo. Quando sono bravi non ha importanza da quale Paese provengano. È stato meraviglioso lavorare con Vasco e Laura, sono degli artisti davvero dotati.”

Hai anche composto molte colonne sonore. Che cosa ci puoi raccontare a proposito di questo aspetto della tua carriera musicale?

“La maggior parte delle mie colonne sonore per la televisione sono state con Mike Post. Mike ha prodotto una band in cui ero nel 1967, siamo diventati amici e, quando ha cominciato a fare televisione, mi ha chiesto di lavorare con lui. Abbiamo lavorato a molti show come Rockford Files, Magnum PI, LA Law, The A Team e tanti altri ancora. Ho lavorato anche ad alcune colonne sonore per il cinema.”

Tra il 2007 ed il 2008 hai suonato nel tour dei Toto al posto di Mike Porcaro che ha avuto un problema alla mano. Che cosa ricordi di Mike, scomparso nel 2015?

“I Porcaro sono stati miei cari amici per decenni. Ero molto vicino a Jeff ed abbiamo fatto centinaia di album assieme. Mike, oltre ad essere un bassista come me, era anche un amico, ma non abbiamo mai lavorato assieme. Era un grande musicista ed un grande uomo e sono molto orgoglioso che mi abbia chiesto di prendere il suo posto quando ha cominciato a capire di non essere in grado di continuare. La sua perdita, così come quella di Jeff, ha letteralmente spezzato il mio cuore.”

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

“Adesso sono in tour con Phil Collins in America del Sud. Ho lavorato molto con una cantante, cantautrice e pianista gallese di nome Judith Owen e saremo in tour assieme a maggio per promuovere il suo nuovo album che abbiamo appena completato. Poi andrò in Giappone con Danny ‘Kootch’ Kortchmar, Waddy Wachtel, Russ Kunkel e Steve Postel per promuovere il nuovo album solista di Kootch che è pazzesco. Poi, se tutto va bene, dovrei lavorare ancora con Judith e Phil più avanti nell’anno. Anche quando sono a Los Angeles ho un certo numero di album e progetti da fare. Sono elettrizzato nell’essere ancora un musicista così impegnato. Questo rende la vita molto speciale.”

Stefano Leto – Onda Musicale

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Tags: Toto, Intervista
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