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Un disco per il week end: “The Razors Edge” degli AC/DC

È il 1990, l’alba di un nuovo decennio musicale che vedrà il diffondersi dell’alternative rock, del grunge, delle boyband e così via. Il 1990 però rappresenta anche 10 anni esatti di attività negli AC/DC per il vocalist Brian Johnson.

Dopo il suo ingresso con il mitico Back in Black in onore del compianto Bon Scott, Johnson è diventato il simbolo della band assieme allo “scolaretto” Angus, ma anche gli anni ’80 hanno visto degli album non proprio all’altezza degli AC/DC.

Inoltre il posto dietro le pelli di Simon Wright viene preso da Chris Slade, da poco ritornato nella band dopo la i guai legali di Phil Rudd, che aveva già lavorato con Tom Jones, Uriah Heep e Manfred Mann’s Earth Band tra i vari. Detto questo bando alle ciance e diamo un’occhiata a questo The Razors Edge:

 

Thunderstruck: la solitaria chitarra di Young tesse, ancora una volta, i fili di una canzone che è praticamente un inno da stadio per tutti i fan della band e del rock. Roboante, corale e piena di elettricità Thunderstruckè una di quelle canzoni che tutti abbiamo sentito almeno una volta nella vita, e riascoltato minimo altre due o tre, cantando a squarciagola il coro “assieme” al buon Brian Johnson. Insomma, come far cominciare un album col botto!

Fire Your Guns: hard rock grezzo con venature blues per parlare di una donna selvaggia definita come “that lady bites, hard style, drips of sex, eyes are wild”. Johnson è in formissima e la chitarra di Young spara un assolo dei suoi mentre i cori del ritornello si alzano fino al cielo. Che fare? Beh, “fire your guns!”

Moneytalks: altro pezzone ultra fortunato del disco. Il riff degli Young è praticamente entrato nella storia della band a gamba tesa, come la camminata di Angus, per un brano più accusatorio nei confronti del denaro e del potere. Si ha tutto e anche di più, ma si continua a truffare e a fare il proprio lucroso business fregandosene di tutti gli altri (qualcuno ha detto Money dei Pink Floyd là in fondo?). Del resto si sa, i soldi parlano.

The Razors Edge: distorte note elettriche aprono le danze ad un’atmosfera più cupa e sinistra che si distacca molto di più dagli standard della band australiana andando a far ricordare pezzi dei primi Iron Maiden oppure dei Motörhead più corali ed accusatori nei confronti del “filo del rasoio” che “arriva per farci abrandelli”.

Mistress for Christmas: l’atmosfera natalizia non è mai stata così piccante e sexy con “un’amante perNatale”. Altro che renne e campanellini!

Rock Your Heart Out: rapido, scatenato e selvaggio questo pezzo rappresenta il rock visto dagli AC/DC con tanto di trascinante riff di basso firmato Cliff Williams! “Rock Your Heart Out” viene praticamente ripetuto quasi all’infinito per evidenziare l’altrettanta infinita voglia di scatenarsi della band!

Are You Ready: brano dall’intro più tranquilla prima della tempesta elettrica con il potente coro dove s’insinua sicura la voce di un Johnson in formissima! Il brano è apparso sia nella pellicola Rock Star” con Mark Wahlberg ed entrata subito nella super classifica di Billboard dal roboante titolo Mainstream Rock Tracks. Ascoltatela a tutto volume, riavvolgete, e riascoltatela ancora!

Got You by the Balls: riff accompagnati da un granitico gioco botta e risposta tra chitarre e sezione ritmica intervallate dalla pungente ironia della voce di Johnson. Il testo parla di un importante uomo d’affari che incontra una giovane ed avvenente ragazza. Vuole divertirsi e lui pensa che basteranno i suoi soldi, come sempre, per farla vestire da scolaretta, sculacciarlo e così via, ma non sa ancora che è lei a “tenerlo per le palle” e lo scoprirà a sue spese!

Shot of Love: una botta d’amore, sì, avete capito bene e non credo che serva andare oltre. Ormai avete capito che quando gli AC/DC parlano d’amore, o comunque di sesso, non usano troppe metafore poetiche e vanno dritti al punto.

Let’s Make It: leggermente più soft, ma questo brano è comunque il degno successore del pezzo appena citato. “Facciamolo, non sprechiamolo”. Travolgente come poche!

Goodbye & Good Riddance to Bad Luck: alcool, squallidi motel, ragazze, niente soldi. La vita dello sfortunato protagonista è abbastanza ripetitiva fino a quando non finisce in galera, una prigione di sbarre all’interno della sua stessa prigione di abitudini autodistruttive. Ora è fuori quindi diffondi la notizia che c’è un uomo libero in giro. Quale forma migliore per celebrare questo addio se non un assolo firmato da Angus Young?

If You Dare: si parte con un blues inizialmente stanco e quasi suonato di malavoglia per un tipico crescendo elettrico in stile AC/DC. Amalo se osi!

 

Giudizio sintetico

Davvero un ottimo album soprattutto se consideriamo che quelli precedenti non sono proprio stati all’altezza degli standard della mitica band australiana

Copertina

Uno squarcio sulla superficie argentata rivela uno strato rosso sul cui centro svetta il titolo mentre la scritta AC/DC capeggia, in caratteri metallici, in cima al disco

Etichetta

ATCO Records

Formazione
  • Brian Johnson (voce), 
  • Angus Young (chitarra), 
  • Malcolm Young (chitarra), 
  • Cliff Williams (basso)
  • Chris Slade (batteria)

 

— Onda Musicale

Tags: AC/DC, Brian Johnson, Phil Rudd, Angus Young, Uriah Heep, Bon Scott, Back in Black, Malcolm Young
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