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25 maggio 1973: esce “Tubular Bells” di Mike Oldfield

Tubular Bells è il primo album in studio del musicista britannico Mike Oldfield, pubblicato il 25 maggio 1973 dalla Virgin Records.

Una versione remix è uscita nel cofanetto Mike Oldfield Boxed, con il brano Sailor’s Hornpipe di maggiore durata e una parte finale con un racconto comico narrato da Viv Stanshall. Una parte del tema iniziale ed un altro brevissimo estratto dalla prima parte furono utilizzati dal regista William Friedkin nel celebre film L’esorcista, il che diede all’album una notevole pubblicità, sino a farlo balzare al primo posto nelle classifiche di vendita britanniche. Oldfield è tornato frequentemente a Tubular Bells per un’ispirazione, a partire da una versione dal vivo dell’opera, registrata durante il tour del 1979 e pubblicata nell’album Exposed.

La parte iniziale di Crises dall’omonimo album è di chiara derivazione dell’inizio di Tubular Bells Part One, e Oldfield ha utilizzato nuovamente la voce del Piltdown Man nel brano Five Miles Out. Gli anni novanta hanno visto l’uscita di Tubular Bells II (1992), Tubular Bells III (1998) e The Millennium Bell (1999). Infine, nel 2003 Oldfield ha pubblicato Tubular Bells 2003, una nuova registrazione, realizzata con tecnologia interamente digitale, utilizzando la versione originale solo come riferimento, rispettandone fedelmente la partitura.

Un filmato con una versione live di studio della prima parte della suite è stato inoltre pubblicato nel DVD Elements

Si tratta di una registrazione effettuata negli studi della BBC per il programma Second House, con la presenza – oltre che dello stesso Oldfield – di vari musicisti legati all’entourage della Virgin o comunque della scena musicale di Oldfield, tra cui Steve Hillage e Pierre Moerlen dei Gong, Fred Frith, Geoff Leigh, John Greaves e Tim Hodgkinson degli Henry Cow, Mick Taylor dei The Rolling Stones, Mike Rutledge e Karl Jenkins dei Soft Machine. 

La versione originale in vinile (V2001) si caratterizza per l’etichetta Virgin bianca

In seguito è stata ripubblicata con il medesimo numero di catalogo, ma con l’etichetta Virgin colorata. Una edizione da collezione, su picture disc riportante l’immagine della copertina, venne pubblicata alla fine degli anni settanta (VP 2001). Agli inizi degli anni ottanta è stata edita sempre su etichetta Virgin con un diverso numero di catalogo (OVED 97) e l’etichetta verde e rossa.

Nel 1997 la EMI ha ripubblicato Tubular Bells in una collana dedicata al centenario della casa editrice inglese, con una edizione su vinile a 180 g incisa da master originale metallico. Più recentemente, la casa discografica statunitense Classic Records ha edito l’LP, ancora in versione a 180 grammi.

In CD l’album è stato pubblicato una prima volta nel 1983

In seguito, è stata pubblicata una edizione rimasterizzata nel cofanetto quadruplo Elements; una successiva rimasterizzazione operata da Simon Heyworth è stata pubblicata in occasione del venticinquennale dell’uscita, con una lussuosa confezione a libretto. Una successiva rimasterizzazione è stata pubblicata in Super Audio CD, in CD ibrido. Agli inizi del 2000 ne è stata presentata una ulteriore rimasterizzazione con la tecnologia HDCD. 

Quest’ultima è stata pubblicata anche in Giappone (VJCP-68665, 2004 e quindi 2007), con una pregevole copertina in cartone che riproduce fedelmente in miniatura l’artwork originale. Infine, nel 2009, scaduti i diritti della Virgin sull’opera, Oldfield ha presentato una Definitive Edition di Tubular Bells, con un nuovo missaggio che rivela tutti i complessi intrecci strumentali della suite.

L’insoddisfazione di Mike

Nonostante l’insoddisfazione manifestata da Oldfield rispetto alla registrazione originale, a suo dire viziata da troppe imperfezioni tecniche e di esecuzione (imperfezioni che appunto spinsero l’artista a ri-registrare l’opera nel 2003 con le migliori tecnologie attuali), dal punto di vista sonoro le migliori copie in vinile restano insuperate per qualità ed equilibrio, nonostante le varie rimasterizzazioni digitali.

Negli anni settanta l’album venne inoltre pubblicato anche su nastro magnetico nei molteplici formati allora in concorrenza tra di loro, musicassetta, Stereo8 e reel to reel. In anni più recenti è stato inoltre reso disponibile anche in download digitale.

Una versione orchestrale dell’opera venne registrata dal vivo alla Royal Albert Hall e pubblicata nel 1974 dalla Virgin con il titolo The Orchestral Tubular Bells. Questa versione venne interpretata dalla Royal Philharmonic Orchestra diretta da David Bedford e con Oldfield stesso impegnato nelle parti di chitarra solista.

L’incisione venne pubblicata in LP, musicassetta e Stereo8 e, successivamente, in varie versioni in CD

Testi e musiche di Mike Oldfield
  • Part One – 25:00
  • Part Two – 23:50  
Formazione 

(Prima parte)

  • Mike Oldfield – pianoforte, glockenspiel, organo Farfisa, basso, chitarra elettrica, speed guitar, taped motor drive amplifier organ chord, mandolino stile chitarra, fuzz guitar, percussioni assortite, chitarra acustica, flagioletto, honky-tonk, organo Lowrey, campane tubolari
  • Viv Stanshall – Master of Ceremonies
  • Jon Field – flauti
  • Lindsay Cooper – contrabbasso
  • Nasal Choir – coro nasale
  • Mundy Ellis, Sally Oldfield – coro femminile 

(Seconda parte)

  • Mike Oldfield – chitarre elettriche, organo Farfisa, basso, chitarre acustiche, pianoforte, chitarra speed elettriche, organo Lowrey, concerto di timpani, chitarra stile gaita, uomo di Piltdown, organo Hammond, chitarra spagnola, cori moribondi
  • Mundy Ellis, Sally Oldfield – coro femminile
  • Manor Choir (diretto da Mike Oldfield) – coro bootleg
  • Steve Broughton – batteria

— Onda Musicale

Tags: Mike Oldfield, Mick Taylor
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