Il 5 giugno 1975 i Pink Floyd sono in studio di registrazione impegnati nella realizzazione del loro nono disco dal titolo “Wish You Were Here“. (leggi l’articolo)
La band si trova all’interno degli Abbey Road Studios ed è impegnata nella realizzazione di un disco che diventerà una pietra miliare della loro immensa carriera. Il disco ha l’arduo compito di seguire un altro capolavoro che è stato “The Dark Side Of The Moon” nel 1973. (leggi l’articolo)
Curiosamente, ma non casualmente, il disco si apre e si chiude con il brano “Shine On You Crazy Diamond”, una suite divisa in più parti che ha come protagonista Syd Barrett, membro fondatore dei Floyd estromesso dalla band sette anni prima per la sua instabilità mentale (leggi l’articolo)
Quel 5 giugno 1975, ad un certo punto della giornata fa il suo ingresso negli studi uno strano individuo completamente rasato, un pò cicciotello, senza le sopracciglia e con una busta della spesa in mano. L’uomo appare trasandato. I ragazzi della band si guardano fra loro e non capiscono di chi si tratti e decidono di ignorarlo e continuare a suonare. Ma ad un certo punto Roger Waters smette di suonare e si mette a piangere. “Ma non lo riconoscete? E’ Syd….“
Nella stanza cala una coltre pesante di imbarazzo perché nessuno si sarebbe mai aspettato di incontrare Syd Barrett e soprattutto di vederlo in quelle condizioni. Fra i presenti non c’è nemmeno un vero e proprio dialogo, nonostante Syd Barrett proponga loro, farfugliando, di rientrare in qualche modo nella band.
Ad un certo punto, forse per rompere il ghiaccio i ragazzi chiedono a Syd un parere sul pezzo che stavano suonando, “Shine On You Crazy Diamond”, e lui risponde che il brano non gli piace affatto. Poi se ne va per la sua strada senza mai più incrociare quella dei Pink Floyd, ma rimanendo in contatto specialmente con David Gilmour che curerà gli interessi di Barrett fino alla sua scomparsa.
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